Termoli

Gigafactory, a poche ore da due incontri cruciali al Mimit. “Partita fondamentale per il territorio. Governo faccia la sua parte”

Impressioni e perplessità manifestate da Francesco Guida (Uilm) e Gianluca Falcone (Fiom) a pochi giorni dal vertice al Ministero delle Imprese (il primo si terrà il 19 cui seguirà un altro il 24 aprile)

È ciò che assilla principalmente i sindacalisti del settore metalmeccanico del Molise: la vicenda Gigafactory. I prossimi 19 e 24 aprile si terranno presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (il Mimit) gli incontri a cui parteciperanno anche le parti sociali che cercheranno di “chiudere questa partita fondamentale per il territorio, per il Molise tutto”. Così Francesco Guida della Uilm che abbiamo incontrato lo scorso 11 aprile in occasione del presidio – che si è tenuto contestualmente a Guardiaregia e al nucleo industriale di Termoli, proprio davanti ai cancelli della ex Fiat – indetto su scala nazionale da Cgil e Uil, appunto.

L’obiettivo a tiro – e a cui si mirerà nelle riunioni al Mimit, che seguono quelle tenute con Stellantis in queste settimane per ognuno degli stabilimenti produttivi del Paese, da Melfi a Mirafiori per chiudere con Cassino, Pomigliano, Modena e la cittadina molisana che ospiterà l’unica gigafactory d’Italia – sarà chiaramente quello di portare a casa le garanzie occupazionali – ed economiche – per tutti i lavoratori. Queste le parole del sindacalista Guida che ci confida di essere comunque fiducioso.

 

Un po’ meno fiducioso è apparso invece Gianluca Falcone della Fiom Cgil, incontrato nella stessa occasione, a Termoli. Parla, infatti, di “grosso problema sociale” e del fatto che “siamo ancora nell’ambito dei programmi, c’è poco di certo. L’unica cosa certa – argomenta – è la dismissione del reparto cambi. Ora resta in piedi solo quello motori”. E ancora: “Abbiamo una scaletta delle assunzioni – la società Acc che produrrà batterie ne ha assicurato 1700 – ma noi sappiamo che si ridurrà di molto il lavoro manuale. Molte assunzioni riguarderanno figure tecniche, camici bianchi insomma. E, fino al 2029, non avremo abbastanza ammortizzatori sociali per tutti coloro che resteranno fuori. La situazione – conclude Falcone – è preoccupante. E il Governo deve fare assolutamente la sua parte”.

Come noto, gli ultimi scambi tra il ministro Urso e, in particolare, l’ad Tavares, hanno fatto registrare alcune tensioni.

 

 

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