Amministrative

Candidato sindaco a Campobasso, il nome della sintesi è Aldo De Benedittis. L’ex assessore in pole nel centrodestra

Il nome dell'ex assessore nella Giunta di centrodestra di Gino Di Bartolomeo è stato tirato in ballo dal presidente della Regione a quello che dovrebbe essere l'ultimo tavolo della trattativa prima dell'ufficializzazione del candidato sindaco della coalizione

L’ex assessore al bilancio (giunta Di Bartolomeo) Aldo De Benedittis potrebbe essere l’uomo della sintesi per il centrodestra campobassano. Il suo nome è stato fatto oggi al tavolo dei coordinatori regionali dei partiti della coalizione – presenti tutti, ad eccezione di Lotito, e dunque Di Sandro (FdI), Marone (Lega), Niro (Popolari), Di Pietro (Udc), Cofelice (Noi Moderati) – che da settimane è impantanata sia sul nome dell’aspirante alla fascia tricolore per il capoluogo di regione che sulla spartizione della casella.

De Benedittis – considerato uomo delle istituzioni potrebbe mettere tutti d’accordo e far fare anche un passo indietro al consigliere comunale dei Popolari Salvatore Colagiovanni che ha dalla sua due, forse anche tre, liste pronte a suo sostegno. Colagiovanni da solo potrebbe essere già una coalizione avversaria al centrodestra e non è un segreto che la cosa sia stata fatta notare anche al tavolo dei coordinatori tramite il suo segretario di partito Vincenzo Niro (che è anche sottosegretario nella giunta regionale).  Ma oggi anche lui si sarebbe convinto che De Benedittis potrebbe essere la scelta migliore per non spaccare.

Proprio pochi giorni fa l’avvocato campobassano aveva lanciato un appello alla coalizione che aveva scatenato un certo dibattito negli ambienti politici. De Bendittis aveva invitato i suoi a concentrarsi presto e meglio sulla scelta dell’uomo giusto “anche per evitare i risultati non particolarmente lusinghieri come quelli di cinque anni fa”. Una figura autorevole “senza future velleità, che voglia dedicarsi solo ed esclusivamente a Campobasso e che non voglia usare la carica di sindaco come trampolino di lancio per futuri ed ulteriori appuntamenti elettorali” queste sono state le sue parole.

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Il messaggio, insomma, era piuttosto chiaro anche perché è apparso evidente che dietro la scelta del candidato sindaco di questa coalizione ci fossero altri interessi che andavano ben oltre il bene comune del capoluogo. De Benedittis in quella lettera non si è apertamente messo a disposizione, ma evidentemente a qualcuno è venuto in mente che quella figura di sintesi “facilmente individuabile” e capace di evitare il tanto temuto ballottaggio (ancora più probabile se il centrodestra andasse diviso) potesse essere proprio lui.

Ora ci sarà un passaggio interno nei partiti, già domani per esempio si riunirà il coordinamento regionale di FdI e solo dopo si parlerà di ufficializzare il nome del candidato.

L’avvocato, vale la pena ricordare un po’ la sua carriera, ha esordito in politica con la DC all’inizio degli anni Novanta. Sparito dai radar per diversi anni è tornato in Consiglio comunale durante la legislatura di Gino Di Bartolomeo candidandosi col Pdl. A lui la delega tra quelle più importanti, il Bilancio, che perse nel 2013 quando big Gino fece un rimpasto di giunta e piazzò al suo posto Donato Toma come assessore esterno. Nonostante tutto tra De Benedittis e l’indimenticabile Di Bartolomeo i rapporti non si guastarono tanto che, nel 2014, l’avvocato fu nuovamente al suo fianco nella campagna elettorale. Ma non fu eletto. E’ sposato con la dirigente regionale Gabriella Santoro, ha uno studio legale al centro della città ed è esperto di diritto bancario e finanziario.

Oggi a fare il suo nome a quello che – stavolta è vero – dovrebbe essere l’ultimo tavolo, è stato il governatore Francesco Roberti.

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