Il match

Da alleati ad avversari: il sindaco sfida il suo vice. A Ferrazzano lo scontro è anche generazionale

Dopo dieci anni di battaglie condivise il gruppo di maggioranza al Comune si spacca: il vicesindaco Sforza sfida l'attuale primo cittadino "perché - dice - serve rinnovamento e lui non lo incarna". Ma Cerio va fino in fondo per "l'ultimo mandato" che sarà quello più importante "per riordinare la macchina amministrativa"

Hanno quasi vent’anni di differenza e svolgono l’attività politica e amministrativa insieme da dieci anni. Addirittura da quindici se consideriamo pure la loro vicinanza durante l’Amministrazione Fratianni (2009-2014): Antonio Cerio, sindaco di Ferrazzano, classe 1964 e Vincenzo Sforza il suo vice, classe 1982 hanno rotto quel patto di mutua alleanza stretto nel 2014 e rinnovato durante le elezioni comunali del 2019. Alla prossima tornata, l’8 e 9 giugno 2024,  saranno avversari: Cerio con la lista civica Identità e futuro, Sforza con Ferrazzano che vogliAmo.

La comunità si è così divisa tra il primo cittadino e chi ne fa ancora le veci in sua assenza: Cerio, infatti, non ha revocato l’incarico a Sforza. E quest’ultimo non ha dato le dimissioni. Pertanto la sfida, nella comunità più prossima al capoluogo di regione, sarà tra il primo cittadino e il giovane vicesindaco.

Cosa è accaduto tra i due, al punto di arrivare a spaccare una fazione fino a ieri coesa, sembra essere riconducibile più che a ragioni politiche, a una sorta di scontro generazionale. Nessuno dei due parla, almeno apertamente, male delle scelte dell’altro. Anzi! Cerio continua a ribadire il suo apprezzamento per Sforza “un ragazzo che si è impegnato, molto presente, figura importante perché nei Comuni piccoli alla fine ci si ritrova sempre soli”. Di contro Sforza ribadisce: “Non rinnego nulla di questi anni e di quello che è stato fatto”.

Ma al di là della superficie una distanza insanabile si è creata. E forse è stata anche ‘colpa’ del governo Meloni che con un decreto recente ha modificato le norme sul limite al numero di mandati per i sindaci abolendolo completamente nel caso dei comuni al di sotto dei cinquemila abitanti. Che è proprio il caso di Ferrazzano, centro in cui vivono poco più di tremila anime e dove l’attuale primo cittadino – accantonata la voglia di candidarsi al Consiglio regionale in quota Pd – è tornato dalla sua maggioranza all’inizio dell’estate 2023 (questo almeno riferisce lui, mentre per Sforza la sua è stata una autoinvestitura) per annunciare che si sarebbe ricandidato. “Per l’ultima volta” promette oggi.

Composte le liste (12 aspiranti consiglieri ciascuno) Sforza e Cerio sembrano prontissimi alla nuova e imminente sfida. Proprio in questi giorni nella cassetta postale dei ferrazzanesi è arrivata una lettera del sindaco che una velata critica al suo vice la fa quando dice: “Insieme si è costruito, insieme si è sbagliato” L’altra frecciata è forse ancora più palese nel passaggio in cui Cerio scrive che “quel clima di aggregazione, cordialità e condivisione è messo in discussione da legittime aspirazione e ambizioni personali”

Accusa immediatamente rispedita al mittente da Sforza: “Non sono accecato dal desiderio di fare il sindaco, ma penso che serve rinnovamento e un cambio di marcia perché quando si amministra per troppi anni ci si appiattisce e non è giusto né rispettoso verso l’elettorato”. Idee e proposte avanzate dal vice sindaco sarebbero state “messe in panchina” da Cerio reo anche di “non aver redistribuito le deleghe agli assessori” con la conseguenza che “ha avuto pieni poteri sulla macchina amministrativa”.

E oggi che a Ferrazzano si prevedono anche pensionamenti, e quindi una riorganizzazione in Municipio dove si bandiranno concorsi pubblici, è chiaro che questa parte amministrativa andrà riordinata e Cerio, lo ammette senza remore, vuole governare il processo. Solo a quel punto (forse) cederà lo scettro ai giovani.  (AD)

 

 

 

 

 

 

 

 

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