Isernia

Viaggi fantasma per ottenere un rimborso mensile fino a duemila euro, indagati due impiegati delle Comunità Montane

Nel mirino dipendenti in quiescenza delle comunità "Del Volturno" e "Centro Pentria". Il gip ha disposto anche il sequestro preventivo dei beni sottratti alle casse pubbliche. L'inchiesta della digos coordinata dalla procura pentra

Indagini della digos di Isernia sulle comunità montane. Il gip del tribunale pentro ha accolto la richiesta di due misure cautelari a carico di altrettanti impiegati presso le comunità montane “Del Volturno” e “Centro Pentria”.  E’ stata quindi disposta la sospensione dai pubblici uffici per il tempo di sei mesi nonché il sequestro preventivo di somme di denaro che costituiscono il profitto del reato a carico delle due persone indagate.

Secondo la ricostruzione della polizia giudiziaria i due impiegati, ex dipendenti ormai in quiescenza, erano stati assunti in base alla normativa che prevedeva la gratuità dell’incarico ad eccezione del rimborso di spese che sarebbero essere dovute documentate.

Tuttavia, a partire dall’inizio degli incarichi, gli sono stati riconosciuti rimborsi per un ammontare di circa 1000/2000 mila euro al mese a fronte di presunte missioni che stando alle indagini hanno raggiunto un ammontare chilometrico “evidentemente spropositato”  – scrive la procura – fino a 6000/8000 chilometri percorsi in tre mesi.

L’attività investigativa ha fatto emergere che i chilometri per i quali sono stati erogati i rimborsi risultavano del tutto incoerenti sia con il chilometraggio delle loro macchine sia con i tabulati telefonici delle utenze a loro in uso. La digos ha infatti accertato l’assenza di spostamenti compatibili con i viaggi che gli sono poi stati rimborsati.

Inoltre presso gli uffici degli enti non è stata rinvenuta alcuna richiesta formale di rimborso presentata al commissario liquidatore, né alcuna documentazione giustificativa delle spese di viaggio. Sulla base dell’ordinanza del Gip sono stati sottoposti a sequestro le somme equivalenti agli indebiti rimborsi ottenuti: rispettivamente 14.698,71 euro e 21.670,35 euro.

Le anomalie riscontrate dagli agenti della Digos della Questura di Isernia avevano indotto la procura pentra ad ipotizzare l’eventuale responsabilità di altre persone in ordine i fatti, ipotesi che però non è stata condivisa dal gip.  I due indagati sono stati interrogati prima dell’adozione dell’ordinanza ma le giustificazioni rese non hanno persuaso il giudice rispetto alla loro estraneità ai fatti.

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