Lavoro senza lavoratori

Manufatturiero, commercio, turismo: in Molise il 49% non si candida alle richieste di lavoro

Tra febbraio e aprile è stata stimata la ricerca di 4170 figure da inserire nel mercato del lavoro con una difficoltà di reperimento delle stesse pari al 49 per cento. Irene Tartaglia (Confcommercio): "Necessario rivedere le politiche attive del lavoro che vengono messe in campo soltanto in situazioni emergenziali. Continuiamo a fare una formazione che, seppure legittima, non tiene conto delle reali esigenze del territorio"

Settore manufatturiero, commercio, turismo (camerieri, aiuto cuochi), servizi alla persona, in Molise mancano all’appello (in percentuale) quasi cinque candidati su dieci.

Un calcolo eseguito a fronte delle risultanze ottenute dai datori di lavoro rispetto alle richieste e che ha consolidato l’ormai endemica difficoltà a trovare personale. E la stagione estiva non è poi così lontana e il rischio è che la storia si ripeta.

Le figure più ricercate, quasi inseguite, per il trimestre febbraio/aprile sono quelle classiche: camerieri, aiuto cuochi, banconieri di bar, commesse, artigiani, assistenti alla persona. Nel 49% dei casi, l’incontro tra domanda e offerta di lavoro non avviene perché risulta decisamente ridotto il numero di candidati.

Uno scenario preoccupante che, oltre a suggerire investimenti sulla formazione anche per ruoli apparentemente semplici, ribadisce la necessità di una nuova narrazione delle politiche attive del lavoro.

Irene tartaglia

“Quasi tutte le imprese hanno incontrato difficoltà di reperimento del personale – commenta Irene Tartaglia, direttore Confcommercio Molise -. Bisognerebbe trasformare quello che viene considerato il lavoro ‘straordinario’ e per alcuni aspetti considerato debole quanto ad aspettative (per esempio il cameriere del fine settimana) in lavoro ‘forte’, aprendo la strada a un mercato occupazionale più stimolante e produttivo, capace di garantire un lavoro pagato il giusto, dignitoso e sicuro. Quindi è necessario ristabilire anche una politica di valorizzazione di certe figure”.

Tra febbraio e aprile di quest’anno le imprese hanno chiesto 4170 figure professionali da inserire nel mercato del lavoro con una difficoltà di reperimento delle stesse pari al 49 per cento.

Nello specifico: c’è stato un calo del meno sette per cento della richiesta nel settore manufatturiero (rispetto al 2023) ma un aumento del 19 per cento in quello del turismo. Idem per commercio e servizi alla persona. Ma la metà delle persone non si candida.

“Il problema è generalizzato – spiega ancora Irene Tartaglia – soprattutto nei settori dove sono previsti i cosiddetti contratti stagionali”.

La direttrice di Confcommercio accende i riflettori anche su un altro aspetto: quello della formazione del personale che frequentemente non combacia con le reali esigenze del territorio e dice che non sarebbe sbagliato iniziare a pensare alla realizzazione di un “Osservatorio dei fabbisogni formativi che sia capace di far incrociare domanda e offerta”.

E ricorda: “Con la misura cinque del Pnrr sono state stanziate somme importanti in merito al programma Gol (garanzia di occupabilità dei lavoratori). La Regione ha pubblicato il bando a fine novembre nell’ambito del quale sono stati presentati moltissimi corsi di formazione dagli enti e tantissimi sono stati approvati. Succede, però, che si favorisce certamente una legittima formazione, ma anche quest’ultima non tiene conto dell’esigenza del territorio perché nella presentazione dei progetti non è stato eseguito un rilevamento dei fabbisogni formativi del territorio, dunque molti di quei corsi rischiano di andare deserti”.

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