Economia&lavoro

Locali chiusi dal lunedì al giovedì, la tendenza si consolida. Le cause: concentrazione di costi e personale introvabile

Ristoranti e pizzerie della costa molisana (e non solo): la tendenza lo scorso anno solo accennata è ora ben più evidente con la chiusura durante la settimana e l’apertura concentrata nel fine settimana. Venerdì, sabato e domenica sono i giorni in cui è praticamente impossibile trovare posto senza una prenotazione anticipata, mentre il resto della settimana vede molti locali, almeno la metà, chiusi o aperti “su richiesta” e solo per fare catering per eventi su prenotazione. Un fenomeno, questo, che coinvolge non solo i ristoranti, ma anche le gastronomie e perfino, in alcuni casi, le pizzerie al taglio, che aprono solo a sera e solo in determinate giornate.

La principale motivazione è legata ai costi operativi elevati. I proprietari di ristoranti devono affrontare una serie di spese fisse, tra cui il personale, l’approvvigionamento di ingredienti freschi, le bollette dei servizi pubblici e l’affitto del locale. Aprire solo nei giorni di maggiore afflusso è considerata una valida strategia per ottimizzare le risorse e ridurre i costi fissi. Concentrare la clientela nei fine settimana potrebbe aiutare a mantenere un volume di vendite più elevato, compensando così i costi fissi.

Il rischio, d’altro canto, è quello perdere clienti che cercano servizi durante la settimana e vedono le loro aspettative tradite da una tendenza che sembra andare incontro solo alle esigenza “della massa”.

Alcuni ristoranti stanno cercando di adattarsi alla situazione modificando le loro pratiche di produzione e spingendo sul take away o sulle consegne a domicilio ma, come evidenziano le associazioni di categoria, anche reperire ragazzi per svolgere queste mansioni è complicato. Proprio la difficoltà a trovare personale – che in un cucina di ristorante è essenziale – sembra essere una delle principali cause della contrazione degli orari. Il Molise si trova di fronte a una sfida senza precedenti nel reperimento di personale per diversi settori chiave tra i quali la ristorazione, punto di forza della economia ricettiva termolese e dell’hinterland.

leggi anche
camerieri ristorante
Lavoro senza lavoratori
Manufatturiero, commercio, turismo: in Molise il 49% non si candida alle richieste di lavoro

Quasi cinque candidati su dieci mancano all’appello rispetto alle richieste dei datori di lavoro, un dato che conferma le difficoltà endemiche nell’ottenere personale dal lavapiatti al cameriere di sala all’aiuto cuoco. Una carenza che rischia di ripercuotersi anche sulla prossima stagione estiva.

Le figure professionali più richieste durante il trimestre febbraio/aprile sono proprio quelle di camerieri, aiuto cuochi, banconieri di bar.

Le imprese hanno richiesto complessivamente 4170 figure professionali da inserire nel mercato del lavoro tra febbraio e aprile di quest’anno, con una difficoltà di reperimento del personale pari al 49%. Nonostante un aumento significativo nel settore turistico, la metà delle persone necessarie non si candida per queste posizioni.

“Quasi tutte le imprese hanno incontrato difficoltà di reperimento del personale – aveva recentemente confermato Confcommercio Molise -. Bisognerebbe trasformare quello che viene considerato il lavoro ‘straordinario’ e per alcuni aspetti considerato debole quanto ad aspettative (per esempio il cameriere del fine settimana) in lavoro ‘forte’, aprendo la strada a un mercato occupazionale più stimolante e produttivo, capace di garantire un lavoro pagato il giusto, dignitoso e sicuro”. Necessario, secondo Confcommercio, ristabilire una politica di valorizzazione di certe figure.

leggi anche
camerieri ristorante
Lavoro senza lavoratori
Manufatturiero, commercio, turismo: in Molise il 49% non si candida alle richieste di lavoro
commenta