La batosta

La Corte Costituzionale dichiara illegittimo il Rendiconto 2020: “Oltre 90 milioni di disavanzo nascosti”. I conti molisani sprofondano

L'errore era stato segnalato dalla sezione molisana della Corte dei Conti ma ignorato dalla Giunta Toma. Il consigliere regionale Angelo Primiani solleva il caso che, a cascata, potrebbe compromettere la gestione finanziaria della Regione fino a oggi. “Ora sarà molto facile scaricare la colpa sul Governo Toma, ma una cosa è evidente: l’attuale maggioranza è composta per larga parte dagli stessi esponenti che hanno votato e approvato quei documenti contabili dichiarati illegittimi”

La Corte Costituzionale, con sentenza numero 39 del 2024 depositata l’11 marzo, in merito al giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli artt. 4, 6, 9 e 12 della legge della Regione Molise n. 6 del 29 dicembre 2021, il Rendiconto generale della Regione Molise per l’esercizio finanziario 2020; l’illegittimità costituzionale degli artt. 1, 3, 4 e 5 della legge della Regione Molise 29 dicembre 2021, cioè l’Assestamento del bilancio di previsione 2021 – 2023 e modifiche di leggi regionali. Secondo la Corte presieduta da Augusto Antonio Barbera è illegittimo il Rendiconto 2020, dal quale a cascata sono derivati tutti gli altri atti contabili.

“Mentre il presidente Francesco Roberti se la prende con la trasmissione della Gabanelli e la delegazione parlamentare di centrodestra è impegnata ad esultare per i recenti risultati elettorali, la Regione Molise sprofonda nell’oblio dei conti pubblici” commenta il consigliere regionale del M5S Angelo Primiani.
“Ad otto mesi dal voto per le regionali abbiamo assistito solo a proclami che oggi si infrangono contro l’ennesima sentenza negativa della Corte costituzionale, la numero 39/2024, che dichiara illegittimo il Rendiconto 2020 e a cascata tutti i provvedimenti successivi”.

La Corte dei Conti aveva avvisato la Regione, e la sentenza lo ricorda in diversi passaggi la sezione molisana di controllo della Corte dei conti infatti aveva segnalato i gravi errori contabili contenuti nella proposta di rendiconto, mai contestati dall’amministrazione regionale. Nel mirino dei giudici contabili “l’ingiustificata presenza di ingenti residui vetusti, la mancata rilevazione di spese obbligatorie, la sottostima del fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE) e del fondo contenzioso, e l’insufficienza del fondo residui perenti e delle quote vincolate”, tutti elementi dai quali l’organo di controllo ha dedotto una imponente quota di disavanzo non emersa. In sostanza la variazione del disavanzo è passata da 492.939.940,12 euro a euro 494.258.381,92 euro, con applicazione in aumento di soli euro 1.318.441,80, invece dell’incremento stimato dalla Sezione regionale pari ad almeno 94.861.449,11.

“Il centrodestra ha preferito ignorare ogni appello, e ora eccoci qui, con l’ennesima batosta della Corte costituzionale: stando alla sentenza fresca di pubblicazione, ballerebbero oltre 90 milioni di euro di disavanzo” continua Primiani.

La Corte scrive che “Le scritture di competenza del 2021 (impegni e accertamenti) si sviluppavano, sulla base di un disavanzo di amministrazione gravemente sottostimato, cristallizzato nella legislazione regionale di approvazione del rendiconto finanziario per l’esercizio stesso”.

“Ma si sa, quando si tratta di bilanci vige il principio di continuità, che implica che i dati contabili, anno per anno, debbano essere rilevati e rappresentati con correttezza. Le risultanze dell’annualità precedente rappresentano, infatti, un dato di riferimento dell’anno successivo, incidendo direttamente sulla programmazione delle risorse. E la grave sottostima del disavanzo rilevata prima dalla Corte dei Conti, poi dalla Corte costituzionale, ha comportato un indebito ampliamento della spesa. Alla luce di questa sentenza, dunque, la Regione rischia seriamente di collassare da un punto di vista economico-finanziario, andando a peggiorare una situazione già di per sé molto grave visti i circa 500 milioni di disavanzo” spiega il consigliere del M5S, che fa anche una considerazione politica: “Ora sarà molto facile scaricare la colpa sul Governo Toma, ma una cosa è evidente: l’attuale maggioranza è composta per larga parte dagli stessi esponenti che hanno votato e approvato quei documenti contabili dichiarati illegittimi”.

I molisani – aggiunge Primiani riferendosi alla querelle innescata dall’inchiesta di Milena Gabanelli del dataroom del Corriere della Sera – “non si sentono offesi dalle ricostruzioni della giornalista Milena Gabanelli sull’evidente fallimento dell’autonomia regionale, bensì da una gestione politica che ha creato e continua a creare i presupposti per la fine di quell’autonomia. In continuità, se non peggio, rispetto al suo predecessore, Roberti si scontra quindi con la dura realtà delle cose. E l’incapacità del centrodestra di trovare soluzioni reali per la nostra regione è sotto gli occhi di tutti.
Forse è giunta l’ora di iniziare a governare seriamente. I proclami, ormai, non servono: ci vogliono i fatti se si intende lavorare per il bene di questa terra”.

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