La trattativa

Il nome di Pallante sul tavolo del centrodestra. “Nessun altro”, ma la spina nel fianco è Niro (Popolari) che era assente

Lunedì 25 marzo altra riunione dei coordinatori regionali del centrodestra per chiudere su Quintino Pallante (FdI), unico nome portato al tavolo di ieri, 22 marzo. Cosa faranno i Popolari? Lo appoggeranno o sfasceranno la coalizione?

Un solo nome, quello di Quintino Pallante, è stato portato al tavolo del centrodestra che nel pomeriggio del 22 marzo si è riunito al Centrum Palace di Campobasso. I coordinatori regionali dei partiti della coalizione – stando almeno a ciò che riferisce il segretario di Fratelli d’Italia, Filoteo di Sandro – non hanno fatto altre proposte.

“La nostra è stata la sola, chiara e unitaria” dice a fine giornata  il segretario annunciando che i suoi colleghi si sono presi altri due giorni di tempo per dire se accetteranno o  meno la proposta di candidatura a sindaco del capoluogo dell’attuale presidente del Consiglio regionale.

Pallante vuole garanzie che i Popolari di Vincenzo Niro, grande assente a questa riunione, non sono ancora pronti a dargli. Lunedì alle 17,  sempre nel capoluogo, un altro tavolo, forse l’ultimo, prima di poter annunciare ufficialmente la sua corsa per la fascia tricolore di Campobasso. 

Nel frattempo il sottosegretario alla presidenza dovrebbe rientrare a Campobasso e annunciare ai coordinatori la sua posizione: appoggiare Pallante (ma in cambio di cosa? Qualcuno dice la presidenza del Consiglio regionale o un assessorato) o sfasciare la coalizione con la nascita di un nuovo polo centrista. Qui verrebbero accolti tutti gli scontenti dei partiti più piccoli (che se si mettessero assieme tanto piccoli non sarebbero più) gratificando anche l’ambizione del consigliere comunale Salvatore Colagiovanni che il sindaco nella sua città, non è un mistero, vuole farlo da tempo.

Questa seconda ipotesi sembra la più pericolosa per il centrodestra che vorrebbe strappare la vittoria al primo turno. Ma con quattro candidati sindaci il ballottaggio è quasi una certezza (sebbene in politica nulla sia certo neppure per mezza giornata). E riporterebbe ai nastri di partenza i concorrenti del terzo e quarto posto che verrebbero corteggiati spudoratamente dai primi due contendenti allo scranno più ambito di Palazzo San Giorgio.  (AD)