Processo a frosinone

Femminicidio di Romina De Cesare, il verdetto della Corte: 24 anni di carcere a Pietro Ialongo

L'ex fidanzato della giovane molisana uccisa con 14 coltellate la notte tra il 2 e il 3 maggio del 2022 a Frosinone condannato a un anno in più di quanto richiesto questa mattina dal pm. Intorno alle 13.45 i giudici si sono ritirati in camera di consiglio, annunciando che il dispositivo della sentenza sarebbe stato letto alle 15.30. Nell’aula del Tribunale di Frosinone, il papà e il fratello di Romina, tornato da Parigi dove vive per l’ultima udienza del processo a carico dell’assassino della sorella. Defilati i genitori di Pietro Ialongo che ha assistito al processo dalla cella di sicurezza. E anche oggi non ha mostrato segni di pentimento né ha chiesto perdono.

24 anni di reclusione: la Corte d’Assise del Tribunale chiude con una sentenza di condanna e aumenta seppur di poco la pena richiesta dal pm per il processo di primo grado a carico di Pietro Ialongo, il 39enne di Cerro al Volturno, rinchiuso nel carcere di Frosinone dal giorno della confessione dell’omicidio della ex fidanzata Romina De Cesare.
Omicidio aggravato dalla coabitazione e stalking, i capi d’imputazione per i quali il pubblico ministero ha chiesto stamattina 23 anni di reclusione ritenendo equivalenti alle aggravanti le attenuanti generiche. Per il pm, Ialongo si è mostrato collaborativo, ha indirizzato le indagini con la sua confessione. Resa pienamente, però, quando gli è stato comunicato, nella caserma dei carabinieri di Latina, che Romina era stata trovata senza vita.

Le parti civili hanno rafforzato le tesi della pubblica accusa, puntando a dimostrare quanto le ossessioni di Ialongo – che si sono materializzate nello stalking – abbiano poi portato all’omicidio. Ricostruzione quella degli avvocati Leva e Di Ciuccio che trova fondamenta solide nell’esito della consulenza psichiatrica del dottor Nicolucci che ha evidenziato proprio il comportamento ossessivo di Ialongo, “armato” prima di tutto dal controllo maniacale che esercitava sulla sua ex fidanzata, la gelosia fuori misura e il senso del possesso.

Intorno alle 13.45 i giudici si sono ritirati in camera di consiglio, annunciando che il dispositivo della sentenza sarebbe stato letto alle 15.30.
Nell’aula del Tribunale di Frosinone, il papà e il fratello di Romina, tornato da Parigi dove vive per l’ultima udienza del processo a carico dell’assassino della sorella. Defilati i genitori di Pietro Ialongo che ha assistito al processo dalla cella di sicurezza. E anche oggi non ha mostrato segni di pentimento né ha chiesto perdono.

 

Romina De Cesare

 

 

LA RICOSTRUZIONE – Il pubblico ministero Vittorio Misiti aveva chiesto 23 anni di reclusione per Pietro Ialongo, il 39enne di Cerro al Volturno accusato del femminicidio della sua ex fidanzata, Romina De Cesare, uccisa con 14 coltellate nella notte tra il 2 e il 3 maggio del 2022.
Oggi si è chiuso il cerchio sull’assassino reo confesso, dopo lunghi mesi di dolore sordo e mai sopito, davanti alla Corte d’assise di Frosinone dove è andata in scena l’ultima udienza per l’omicidio volontario aggravato dalla coabitazione e stalking della 36enne Romina.
Il processo ha preso il via il 2 febbraio scorso: lungo questi mesi si sono alternati 35 testimoni del pubblico ministero e 11 per la difesa. Oltre ai consulenti che hanno ‘studiato’ la personalità di Ialongo, le sue ossessioni, le sue manie di controllo e di possesso sulla giovane Romina che condivideva ancora l’appartamento di via del Plebiscito con il suo carnefice. Qualche ora e lo avrebbe lasciato per sempre: la mattina dopo il suo omicidio, infatti, avrebbe raggiunto il papà Mario nella piccola Cerro al Volturno.

A Frosinone Romina stava cercando un’altra sistemazione, ne aveva parlato con la padrona dell’appartamento che aveva affittato con Pietro, quando tra loro le cose andavano bene. A lei aveva confessato, qualche giorno prima di morire, che non ce la faceva più, che doveva andare via da quella casa. Che aveva bisogno di vivere in pace. E ne aveva tutto il diritto.
Pietro la pedinava, la seguiva quando incontrava Davide, la guardia giurata con la quale si stava frequentando. La inondava con centinaia di messaggi (cinque giorni prima di ucciderla, ne ha inviati 218), l’aspettava sveglio per colpevolizzarla, per subissarla con il suo rancore perché lei, giovane e determinata, aveva scelto di vivere senza di lui. Una notte arrivò persino a filmarla mentre dormiva sul divano, subissandola di insulti.

Danilo leva
Fiore di ciuccio

Davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Francesca Proietti, oggi è toccato alle parti civili (gli avvocati isernini Danilo Leva che assiste il papà e Fiore Di Ciuccio che rappresenta il fratello di Romina, Anthony), poi agli avvocati di Pietro Ialongo (il venafrano Vincenzo Mercolino e Riccardo Di Vizio del foro di Cassino, che la famiglia ha scelto per affiancare il legale molisano) e infine dell’avvocato Maria Calabrese per l’associazione Liberaluna di Campobasso che è parte civile nel processo.

Maria calabrese
Di vizio avvocato
Malercolino avv

Il pm Misiti ha ripercorso le fasi dell’omicidio e parte dall’ultima immagine di Romina, catturata dalla la telecamera di videosorveglianza che inquadra via del Plebiscito, a due passi dalla Prefettura di Frosinone: sono le 0.27 della notte tra il 2 e il 3 maggio del 2022. Dieci minuti dopo, da quel portone si allontana frettolosamente un uomo, che è stato poi identificato in Pietro Ialongo.

In quei dieci minuti, nell’ingresso dell’appartamento, le 14 coltellate che uccidono Romina. In quei dieci minuti, i vicini di casa (studenti cinesi che poi sono stati ascoltati nel corso dell’incidente probatorio) sentono nitide le grida, le urla, le porte che sbattono, i passi frettolosi per le scale, il portone chiuso con violenza. Pur non avendo piena comprensione delle parole che sono costretti ad ascoltare, registrano quanto accade oltre il muro. I rumori della morte di Romina.

Ialongo si lava le mani sporche di sangue in bagno (tracce ematiche sono state rinvenute dagli agenti del Ris nel sifone), scappa via a bordo dell’Audi A4 intestata a Romina (e motivo di screzio fra i due visto che l’uomo pare abbia chiesto indietro i soldi usati per comperarla) che viene ‘intercettata’ poco prima delle 3 di quella notte ad un distributore. Poi, dopo le 3 e mezzo, a Terracina, e intorno alle 4 del mattino a Sabaudia, dove Ialongo resterà fino al pomeriggio successivo. Fino all’arrivo dei carabinieri che lo accompagneranno in ospedale per un consulto medico.
Nessuno sa ancora che quell’uomo seminudo sul bagnasciuga, che pronuncia parole senza senso, ha appena ucciso la sua ex fidanzata.
“Non volevo, io la amo” la sua prima confessione senza parlare, affidata ad un biglietto scritto a mano.

Un’ammissione di colpevolezza ribadita nel corso dell’interrogatorio, alla presenza dei pm di Latina e Frosinone e di un avvocato d’ufficio qualche ora dopo, nella caserma dei carabinieri pontini. Il corpo di Romina è stato già ritrovato, Ialongo sa che con quelle 14 coltellate l’ha uccisa. Confessa, solo dopo aver saputo di averle tolto la vita.
Da allora ad oggi, e lo certifica anche la consulenza psichiatrica del professor Nicolucci, nessun pentimento.
Nessun gesto d’umanità verso quel papà che sopravvive, che sconta l’ergastolo senza aver mai commesso alcun reato. Verso quel fratello al quale manca la metà della sua vita. Pietro non ha mai chiesto perdono.

leggi anche
Funerali Romina
Femminicidio romina de cesare - la perizia sull'ex fidanzato
Controllo, gelosia, possesso: queste le armi usate da Pietro Ialongo prima del coltello
leggi anche
Danilo leva
Delitto de cesare - parla l'avvocato leva
Le intercettazioni choc della madre di Ialongo, condannato per femminicidio: “Lei era una cagna, se l’è cercata”
premio letterario romina de cesare
Per non dimenticare
Storie di coraggio e speranza per le donne: indetto premio letterario dedicato a Romina De Cesare
Marilina colagiacomo
Il femminicidio - l'intervista
Condannato a 24 anni per aver ucciso la ex: la famiglia Ialongo ricorre in Appello. Difesa affidata a Marilena Colagiacomo: “Ho incontrato Pietro, un ragazzo come tanti altri dal viso pulito”
commenta