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Centrodestra unito contro l’incubo ballottaggio: Pallante vuole garanzie, i Popolari: “Il candidato spetta a noi”

Venerdì ci sarà un nuovo tavolo del centrodestra che vuole presentarsi unito alle Amministrative di giugno perché teme molto il secondo turno. Fratelli D'Italia porterà la proposta del candidato sindaco Pallante, ma c'è un fronte interno di dissidenti che ruota attorno al partito di Vincenzo Niro che potrebbe sfasciare tutto andando da solo o addirittura portare le sue liste in dote al civico Pino Ruta.

Venerdì 22 marzo i partiti di centrodestra si riuniranno nel capoluogo per discutere della candidatura a sindaco di Campobasso.

Quintino Pallante è il nome che Fratelli d’Italia porterà a quella riunione. Superate le frizioni interne, dopo un incontro a Roma col responsabile nazionale Giovanni Donzelli, ora i rappresentanti del partito di Giorgia Meloni devono far digerire la figura del presidente del Consiglio all’intera coalizione. Pallante vuole garanzie che attorno al suo nome ci sia unità: in caso di vittoria dovrà lasciare la poltrona più prestigiosa del Consiglio regionale e poi, ragione ancora più importante e meno personale, sa bene che presentarsi uniti all’elettorato aumenterà le possibilità di vittoria al primo turno.

Il ballottaggio è una ipotesi che il centrodestra vuole evitare come la peste (Gravina ha battuto la D’Alessandro al secondo turno nel 2019). Per quanto anche le spaccature interne evocano brutti ricordi (nel 2014 a favorire la vittoria di Battista al primo turno furono proprio le divisioni nel centrodestra). Mettersi d’accordo, quindi, è più che mai necessario. Soprattutto perché Campobasso è un capoluogo di regione utile alla narrazione politica dei Fratelli e alla propaganda di Giorgia Meloni.

L’esito dell’operazione, però, non è scontato: Vincenzo Niro potrebbe creare problemi nella coalizione unendosi, assieme ad altri dissidenti come lui, in un gruppo di centristi pronto a fare foggia di muscoli.

Il peso elettorale rivendicato dal segretario regionale dei Popolari per l’Italia (nonché vice segretario nazionale) si è attestato al 16,5 per cento sulla città di Campobasso. “Possono fare a meno di noi?” domanda in maniera provocatoria Niro.

La richiesta dei Popolari, avanzata in tempi non sospetti, era che il candidato sindaco fosse un politico, qualcuno che avesse esperienza di lungo corso a Palazzo San Giorgio e conoscenza della macchina amministrativa. Il consigliere di minoranza Salvatore Colagiovanni (che aveva dato disponibilità a fare il candidato sindaco) corrisponde perfettamente a questo identikit.

“Fratelli d’Italia porterà la sua proposta al tavolo – dice Niro – noi la nostra e ritengo che stavolta il candidato spetti ai Popolari”.

Il limite di questa richiesta è, forse, rappresentato dal ruolo che Niro ha nella giunta di Francesco Roberti: l’ex assessore, va ricordato, è sottosegretario alla presidenza. Sarà pronto a rimettere in discussione se stesso e l’equilibrio nella maggioranza che governa in Regione? Certo è che se davvero riuscisse a unire anche altre forze rimaste fuori dalla trattativa (Azione e Italia Viva per esempio che non sono collocati ad oggi né col centrodestra, né col centrosinistra. Ma anche la lista civica Diritti e libertà e Alternativa Popolare, il partito di Stefano Bandecchi) il risultato sarebbe una vera e propria coalizione di centro più che una minoranza interna al centrodestra. E a quel punto gli scenari potrebbero essere davvero numerosi perché i centristi potrebbero correre da soli (un esercito di candidati a sostegno di un campione di preferenze come Colagiovanni); alzare la posta nel centrodestra o anche portare in dote le loro liste a un altro aspirante primo cittadino ché non rappresenta né il centrodestra, né il centrosinistra. Uno, per intenderci, che chiede agli elettori di ‘scegliere un sindaco e non un partito’: il civico Pino Ruta che diventerebbe un candidato più temibile sia agli occhi del centrodestra che del centrosinistra.

pino ruta manifesto elettorale

 

 

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