Doppia batosta

Battaglia contro il Lotto Zero, sindaco e WWF incassano un successo. “Bocciato” Salvini che aveva promesso lavori flash

la Regione dovrà annullare la Via del 2021, Anas dovrà rimuovere tutti gli atti conseguenti. Castrataro e il Wwf incassano il risultato dopo la sentenza del Tar: illegittimo l’atto che ha consentito di procedere con l’iter per la realizzazione dell’opera i cui costi sono lievitati da 18 a 135 milioni di euro. L’avvocato Ruta rimarca le implicazioni relative ai possibili danni ambientali, rilanciata l’idea di un tracciato meno impattante e “bocciato” anche per il ministro Salvini che a giugno disse: "facevo le elementari quando nasceva quest’opera, in due anni lavori conclusi. Meglio di così non si poteva fare"

Lotto Zero, Comune di Isernia e WWF (ma anche il Comitato che da sempre si oppone alla realizzazione dell’infrastruttura stradale) incassano il risultato che conferma pienamente le perplessità in ordine all’iter finite nel ricorso al Tar, accolto solo qualche giorno fa dai magistrati del tribunale amministrativo. Si guarda al domani, quello prossimo.

“Come ho sempre detto non è l’opera in sé ma è l’iter che è stato seguito – rincara la dose il sindaco di Isernia, Piero Castrataro, che fin dalla campagna elettorale che lo ha portato ad indossare la fascia tricolore, ha acceso un potente faro sul Lotto Zero e come primo atto nel novembre 2021 ha impugnato il provvedimento di proroga della valutazione di impatto ambientale rilasciato dalla Regione Molise all’Anas, lo stesso che è stato ritenuto illegittimo dai magistrati del Tar -. Non solo, c’è il costo esorbitante dell’opera per cinque chilometri: 170 milioni, mi pare un assurdo. La Via è scaduta, la sentenza del Tar dice questo: il Comune deve procedere notificando gli organi preposti, in particolare alla Regione, che quella valutazione di impatto ambientale non esiste più e quindi non esistono i presupposti per andare avanti. Noi dobbiamo sollecitare la Regione a fare il suo e quindi ad agire in autotutela ritirando quel provvedimento che è alla base dei lavori che ora si stanno compiendo”.

Lotto zero conferenza stampa

Eh già, perché l’area è stata oggetto di lavori di disboscamento, tra le proteste del Comitato No Lotto Zero che da anni conduce una battaglia serrata contro un’opera che avrebbe un impatto ambientale pesantissimo. E quando il ministro Salvini è arrivato ad Isernia, all’inizio dello scorso giugno, annunciando l’aggiudicazione alla Vianini Lavori Spa, in primis il sindaco Castrataro ha provato ad introdurre il tema della possibilità di ragionare tutti insieme su un’opera diversa, più confacente al territorio e all’ecosistema, più adeguata ai bisogni, meno invasiva e anche e soprattutto meno costosa.

Salvini lotto zero

Lui, il “capitano”, chiuse la faccenda con una delle sue consuete iperboli. “Si tratta di un’opera che nasce nel 1980, quando facevo la prima elementare – aveva ironizzato allora -. Finalmente ora ci sono soldi e progetto: in due anni potremo completarla diminuendo finalmente tempi di percorrenza, inquinamento e risparmiando soldi. Meglio di così era difficile fare”.

Peggio di così, forse, visto che i magistrati del Tar Molise hanno sentenziato che l’autorizzazione alla base dell’avvio dell’opera è illegittima. E difficilmente si potrà aprire il cantiere e chiudere i lavori nei tempi annunciati dal vicepremier. Qualche tempo fa, la Vianini Lavori Spa (aggiudicataria dell’opera) aveva chiesto al Comune di interdire una parte di via Corpo della Liberazione proprio per avviare le fasi prodromiche all’apertura del cantiere. Ma, solo qualche settimana dopo, sul tavolo del dirigente competente era arrivata la rinuncia a quella richiesta. Insomma, come se si avesse il sentore che quel cantiere difficilmente avrebbe potuto aprire nei tempi annunciati e previsti.

“Il Tar censura tutta la procedura che è stata seguita per il rinnovo, ovvero per la proroga della valutazione di impatto ambientale – spiega l’avvocato Pino Ruta che assiste il Comune -. E i giudici sostengono che l’interesse strumentale del Comune e del WWf sia quello di chiedere ad Anas di prendere atto della sentenza e di provvedere in autotutela a rimuovere tutti gli atti conseguenti. Compresi quelli dell’appalto in corso”.

I lavori che fino ad ora sono stati eseguiti sulla base degli atti che non sono più vigenti aprono un altro capitolo parimenti rilevante di questa vicenda complicata, come rimarca l’avvocato Ruta con i giornalisti presenti alla conferenza stampa. Le implicazioni che potrebbero derivarne sarebbero quelle legate al deturpamento delle bellezze naturali e anche quelle relative al prosieguo di opere senza alcun titolo abilitativo.
“Una materia sensibile, quella ambientale, che pone una questione urgente sul cosa bisogna fare per sospendere l’opera per effettuare le verifiche, peraltro complesse, che non sono state fatte per tempo. Da un punto di vista tecnico – spiega ancora l’avvocato Ruta – il Tar accerta che mancano questi titoli, che sono decaduti ope legis. La valutazione di impatto ambientale è un titolo oltremodo importante, ancor più di quella paesaggistico. Da questo punto di vista sarà responsabilità di chi prosegue assumere tutte le conseguenze del caso”.

Per i giudici amministrativi, come è ormai noto, la Via rilasciata dalla Regione Molise con delibera di Giunta regionale era ‘caducata’ perché trascorsi ampiamente i cinque anni di validità, quelli che assegna la legge. Ne consegue che la Regione non avrebbe potuto accogliere l’istanza di proroga della Via avanzata dall’Anas il 12 aprile 2021 ma, di contro, avrebbe dovuto procedere alla reiterazione dell’intera procedura.
Quella proroga della valutazione di impatto ambientale è un atto illegittimo per il Tar Molise “per evidente errore di fatto e di diritto e carenza dei presupposti in quanto la Regione ha operato la proroga nonostante il fatto che la Via di cui alla delibera n. 88/2013 fosse già decaduta ope legis dal marzo del 2018”.
Inoltre, sempre secondo i magistrati del Tar Molise, “la Regione Molise non avrebbe potuto concedere la proroga richiesta dall’Anas difettandone i presupposti, ma avrebbe potuto unicamente disporre la reiterazione del procedimento della Via. Da qui l’evidente illegittimità del provvedimento di proroga in questa sede gravato, in quanto la Regione, a seguito della decadenza che aveva (da tempo) colpito la Via del 2013, aveva perduto ogni possibilità di prorogarne il corso”.

Il Lotto Zero dovrebbe collegare il bivio di Pesche al Km. 181+500 della S.S. 17 e il Lotto 1 che porta a Castel di Sangro: 5 chilometri e 45 metri dove dovrebbero essere realizzati 2 gallerie, 8 viadotti e svincoli per un costo complessivo di circa 135 milioni di euro. Un’infrastruttura che – come rimarcano quelli che vorrebbero fosse realizzata in maniera diversa e meno impattante – verrà (chissà, a questo punto) realizzata in una zona dove insistono le sorgenti del fiume Sordo, la Riserva orientata di Pesche e il futuro Parco delle Acque di San Martino. Il suo costo iniziale era di 18 milioni di euro, somma ora lievitata a 135.

Lotto zero conferenza stampa
Lotto zero conferenza stampa

Fin da subito la battaglia del sindaco Castrataro è stata per la realizzazione di un’altra tipologia di opera, con un percorso alternativo dal minore impatto ambientale, parallelo all’attuale tracciato, maggiormente pianeggiante e distante dalle sorgenti di San Martino. Così da consentire il raggiungimento di un duplice obiettivo: la salvaguardia delle riserve d’acqua cittadine ed l’abbattimento rilevante dei costi e dell’impatto ambientale dell’infrastruttura derivanti dall’eliminazione dal tracciato di viadotti e gallerie. Il tracciato alternativo molto più breve, secondo l’amministrazione, consentirà una notevole riduzione dei costi e prevederà opere di riforestazione, piste ciclabili ed altre opere di compensazione compatibili con la natura di quei luoghi.

Su questa ipotesi Castrataro ha interloquito con il commissario straordinario Marasco e anche con il ministro Salvini, nel corso del sopralluogo del vicepremier proprio nell’area dove avrebbe dovuto sorgere il cantiere. Ma il vicepremier non ha voluto ascoltare ragioni. E oggi dovrà ascoltare quelle messe nero su bianco dal Tar Molise.

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