Carabinieri forestali

Recidivo, estirpa per due volte i suoi uliveti a Termoli e Montecilfone: multa da 6.300 euro

Il taglio degli ulivi non è liberamente esercitabile: vige il divieto di abbattimento oltre il numero di cinque alberi ogni biennio e, in caso di violazione, è prevista una sanzione uguale a dieci volte il valore delle essenze sradicate

I carabinieri forestale di Termoli, durante un’attività di controllo del territorio, hanno accertato l’abbattimento di 103 piante di olivo radicate in agro del Comune di Termoli, in un’area prossima alla costa molisana.

Il proprietario del fondo aveva tagliato e sradicato gli ulivi senza richiedere la prescritta autorizzazione alla Regione Molise e per quessto è stato sanzionato.

Sulla base del valore delle piante, quantificato dal Servizio della Regione Molise, mediante un’articolata istruttoria che prende a riferimento i terreni olivetati della zona, al trasgressore è stata comminata una sanzione amministrativa pari a circa cinquemila euro.

Il tutto a distanza di pochi mesi da un ulteriore episodio accertato dal Nucleo di Petacciato Scalo nel vicino Comune di Montecilfone.

Dalle verifiche compiute dai militari è risultato che il possessore del fondo aveva agito, anche in questo caso, in assenza del relativo atto autorizzatorio, e pertanto è stato sanzionato con una somma di circa 1.300 euro.

Il taglio degli ulivi non è liberamente esercitabile; il decreto luogotenenziale di Umberto di Savoia, risalente al 1945, sancisce, il divieto di abbattimento oltre il numero di cinque alberi ogni biennio e prevede, in caso di violazione, una sanzione uguale a dieci volte il valore delle essenze sradicate.

In deroga al divieto, l’abbattimento può essere autorizzato dalla Regione, oggi autorità competente in materia, ma solo per casi specifici e ben individuati, quali la morte fisiologica della pianta, la scarsa produttività, l’eccessiva fittezza degli impianti, etc.; e con l’eventuale imposizione al proprietario o conduttore dell’obbligo di impiantare, anche in fondi diversi, altrettante piante.

Con questa norma il legislatore italiano ha voluto incidere sulla possibilità degli imprenditori agricoli di decidere della sorte del proprio uliveto al fine di salvaguardare l’economia nazionale, quindi in termini produttivi, ma anche per preservare il profilo estetico di questa coltivazione a tutela del paesaggio e, con esso, dell’ambiente.

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