Santa croce di magliano

L’allarme per un furto, la violenza dei colpi e la lite udita a distanza: la ricostruzione dell’omicidio nei campi

La procuratrice capo di Larino Elvira Antonelli ha fornito la ricostruzione sommaria di quanto avvenuto la sera dello scorso 7 febbraio nelle campagne di Melanico, frazione di Santa Croce di Magliano, quando è stato aggredito mortalmente il 37enne Todorov Rayko.

Quello che è successo la sera in cui Todorov Raiko, 37 anni bulgaro, è stato colpito fatalmente e con violenza alla testa lo ha ricostruito la procuratrice capo di Larino Elvira Antonelli, che ha incontrato i giornalisti nella caserma dei Carabinieri di Larino.

Il veicolo bianco con targa bulgara nella disponibilità della vittima è stato trovato dai carabinieri, intervenuti su richiesta di una ditta agricola che temeva un furto. I proprietari avevano notato un veicolo che procedeva lentamente con soli i fari di posizione accesi nel buio della campagna. Vicino al mezzo c’era una persona con ferite profonde al capo e in una pozza di sangue. “L’uomo, Todorov Rayko, è stato trasferito in ambulanza all’ospedale di Termoli dove è deceduto intorno all’una e quaranta della notte – ha riferito la procuratrice di Larino – e la causa della morte è stata stabilita da subito nella serie di colpi che aveva ricevuto sul capo, inferti con violenza, soprattutto tre”.

Un dato, questo, confermato sia dalla ricognizione cadaverica che, in seguito, dall’autopsia del medico legale, il professor Cipolloni di Foggia. I fatti sono accaduti “tra le 22 e 15 e le 23 e 10 del 7 febbraio. E per capire cosa fosse accaduto sono state ascoltate nella immediatezza tutte le persone che erano presenti e lo stesso indagato”.

Amorfino, che ora si trova in carcere a Larino per omicidio volontario, svolgeva – secondo gli accertamenti effettuati – il ruolo di guardiano (non armato) dei mezzi agricoli parcheggiati nel cantiere del metanodotto al confine tra Molise e Puglia. Gravi indizi a suo carico, “precisi e concordanti”, hanno portato poi al fermo del pm e alla successiva custodia cautelare del Gip.

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“Le indagini sono partite da qui e hanno portato poi ad eseguire delle attività di perquisizione volte anche alla ricerca dell’arma. Una ricerca per la quale – ha precisato il vertice della Procura di Larino – siamo ancora in piena indagine”. Sono stati sequestrati oggetti e anche attrezzi agricoli che saranno analizzati dal RIS di Roma, il cui supporto scientifico di alta specializzazione è stato richiesto anche per l’analisi di tracce di sangue su alcuni indumenti repertati dagli investigatori.

“Per quanto riguarda il movente – ha spiegato ancora Antonelli – è verosimile che la vittima sia stata ritenuta presente nel posto per commettere furti al cantiere aziendale. Quello che è successo dopo è ancora in fase di indagine”.

Gli investigatori hanno acquisito anche alcune testimonianze importanti. “Ci sono persone che hanno sentito rumori, urla e voci, e hanno fornito un contributo significativo alle indagini che nel giro di 72 ore ci hanno consentito di arrivare a una svolta”. Gli inquirenti avrebbero infatti raccolto testimonianze di una lite tra due uomini, che gli investigatori ritengono essere la vittima e l’assassino, udendo un “vociare segnato da toni accesi”.

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