Campobasso

Il medico va in pensione e non c’è ancora un sostituto: protestano i pazienti affetti da malattie respiratorie

Tre anni fa le dimissioni di Fabio Perrotta hanno lasciato vuoto l'ambulatorio ospedaliero di pneumologia del Cardarelli. A fine 2023 Michele Martino è andato in pensione e anche per lui non c'è ancora un sostituto. In attesa che Asrem lo individui c'è un solo specialista che con 38 ore settimanali deve barcamenarsi tra Isernia, Larino, Agnone e Campobasso. Cittadinanzattiva protesta: "Un pensionamento non è un evento imprevisto, così si mette a rischio il percorso di cura dei pazienti affetti da malattie respiratorie".

Da quando il dottor Michele Martino è andato in pensione, alla fine del 2023, il suo ambulatorio distrettuale di via Toscana è rimasto vuoto. Nessun rimpiazzo è ancora arrivato per l’Unità di pneumologia territoriale che lo specialista dirigeva anche se Asrem ne sta cercando uno. Al momento però i pazienti affetti da malattie respiratorie navigano nell’incertezza come ha denunciato Cittadinanzattiva inviando una lettera alla dirigenza Asrem e alla Regione Molise per chiedere una “risoluzione immediata”.

Come è possibile che l’ospedale più grande del Molise, quello che dovrebbe avere tutte le specialistiche, non abbia un reparto dedicato alla cura di queste persone? Il problema ha radici lontane.

Quello della pneumologia è da anni una unità che soffre per la carenza di medici specialisti. Di tutto questo primonumero si era occupato durante il periodo pandemico scoprendo che non solo al Cardarelli mancava il reparto, ma anche che per prenotare una visita i tempi di attesa erano lunghissimi. Era successo che l’ambulatorio ospedaliero in cui nei due anni precedenti all’emergenza Covid aveva operato un giovane medico casertano, Fabio Perrotta, era rimasto vuoto per le dimissioni del dottore andato via da Campobasso il 1 novembre 2020. Di fatto Michele Martino era l’unico a fare visite in una sede ospedaliera distaccata in via Toscana. Ma c’era da attendere quasi un anno e questo accadeva nel periodo peggiore dell’emergenza sanitaria quando il Sars Cov 2, lo ricordiamo tutti, prediligeva proprio i polmoni come bersaglio per sterminare gli infetti da Coronavirus.

Senza ambulatorio ospedaliero già da più di tre anni e ora senza neppure quello distrettuale di via Toscana i disagi per coloro che erano già in cura presso l’unica unità di pneumologia di Campobasso sono inevitabilmente cresciuti. “Col pensionamento del dirigente medico si annulla la prenotazione effettuata un anno fa – scrivono dalla segreteria regionale dell’associazione – e a questi pazienti non viene data alcuna indicazione per un percorso alternativo che, come previsto dai Lea, la struttura sanitaria deve garantire, proprio per il rispetto dei tempi di cura”.

Del resto ha ragione Cittadinanzattiva quando dice che un pensionamento non si può certo definire un evento imprevisto “e quindi si sarebbe dovuto intervenire in tempo utile per evitare l’interruzione del servizio che mette a rischio il percorso di cura dei pazienti affetti da malattie respiratorie”.

Già all’epoca delle dimissioni di Perrotta ci vollero quasi sei mesi per trovare un altro specialista in grado di tamponare quella carenza. Lo stesso con cui ancora oggi è possibile prenotare una visita: Michele Martucci. E’ da lui che in questi giorni vengono dirottati i pazienti del neo pensionato Martino.

Martucci  ha avuto un incarico ambulatoriale a tempo indeterminato per 38 ore settimanali che svolge sia a Campobasso, in via Petrella, sia negli ambulatori Asrem di Larino, Isernia e Agnone, questo ci riferiscono dal call center sanitario. Con tempi di attesa incredibilmente più brevi di quelli che venivano richiesti agli utenti che volevano una visita col dottor Martino in via Toscana. E con tempi addirittura accettabili se la visita è intramoenia, cioè a pagamento. (AD)

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