La sentenza

Elezioni: lo sbarramento al 5% non viola la Costituzione, Consiglio di Stato respinge ricorsi dopo Regionali Molise

I giudici hanno quindi respinto l’appello di Donato Campolieti e Domenico Di Baggio (primi per preferenze delle liste Alleanza progressista e Progresso Molise ma che essendo sotto la soglia del 5 per cento non hanno poi avuto accesso in consiglio regionale)

La soglia di sbarramento – cioè la percentuale di voti, opportunamente prevista dalla legislazione elettorale, al di sotto della quale non si viene ammessi alla ripartizione – non viola i principi e i diritti costituzionali.

Come aveva già detto il Tar a novembre scorso, questa mattina con una propria sentenza anche il Consiglio di Stato ha stabilito che la legge elettorale del Molise non viola gli articoli della Costituzione che tutelano la rappresentatività e quindi il valore del voto dei cittadini e allo stesso tempo il pari diritto di accesso alle cariche politiche.

I giudici hanno quindi respinto l’appello di Donato Campolieti e Domenico Di Baggio (primi per preferenze delle liste Alleanza progressista e Progresso Molise ma che essendo sotto la soglia del 5 per cento non hanno poi avuto accesso in consiglio regionale).

La legge finanziaria del 2022 aveva portato lo sbarramento dal 3 al 5per cento e dunque dopo le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale svolte il 25 e 26 giugno, Campolieti e Di Baggio avevano impugnato i verbali nella parte in cui non sono stati proclamati eletti a fronte del vecchio sbarramento, ritenendo incostituzionale il cinque per cento.

Un primo ricorso al Tar che lo bocciò e il secondo step davanti al Consiglio di Stato che si è pronunciato questa mattina.

Al riguardo, l’organo giurisdizionale ha anche precisato che la ratio della previsione dello sbarramento al 5% per le singole liste “costituisce attuazione, piuttosto che violazione, del buon andamento dell’azione amministrativa”.

A darne notizia i consigliere regionali Angelo Primiani e Alessandra Salvatore che con l’occasione hanno ringraziato anche i legali Giacomo Papa, Marco Calabrese, Luciana Spina ed Arcangela Iamiceli “che con noi – hanno scritto in una nota – hanno confidato, con sobrietà e professionalità, nelle ragioni del diritto”.

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