Le misure cautelari emesse nelle scorse ore su disposizione del gip di Roma per corruzione, bandi e assunzioni pilotate, riguardano anche un molisano. Si tratta di Claudio Favellato, imprenditore isernino, finito agli arresti domiciliari insieme a Gabriele Visco, figlio dell’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco e fino a pochi mesi fa dirigente pubblico di Invitalia; l’avvocato romano Luca Leone, e Pierluigi Fioretti che nell’inchiesta delle fiamme gialle aveva il ruolo di intermediario. Claudio Favellato, invece, sarebbe stato il beneficiario finale dei fatti contestati che risalgono a un anno e mezzo fa.
“L’indagine – spiega una nota della Procura – ha consentito di ipotizzare un sistema di relazioni illecite diffuso e consolidato nel quale un ex dirigente pubblico (Visco), con la mediazione di un imprenditore romano, avrebbe favorito, a fronte di denaro e di altre utilità, l’aggiudicazione di un bando di gara di oltre 4 milioni di euro a una società riconducibile a un costruttore e tentato di agevolare l’assunzione presso una partecipata pubblica di una persona vicina a quest’ultimo”.
E’ stato ordinato anche un sequestro preventivo, pure “per equivalente”, per un ammontare di 230mila euro. Le accuse contestate a vario titolo sono di corruzione e traffico di influenze.
La procura contesta a Visco il reato di traffico d’influenze e indaga sui due imprenditori: Favellato come presunto beneficiario finale, mentre Fioretti come intermediario. Cresciuto nel Fronte della Gioventù e poi passato in An, Fioretti è stato consigliere comunale in quota La Destra – il partito meteora fondato dall’ex ministro Francesco Storace – e fu delegato della giunta di Gianni Alemanno per i piani di edilizia economica e popolare.
L’ipotesi di corruzione, invece, è legata a un’altra vicenda emersa dall’indagine: il figlio dell’ex ministro, infatti, è accusato aver affidato un incarico di consulenza, per un importo di 230mila euro, presso l’ente in cui era impiegato all’avvocato Leone, che conosceva in precedenza. In campio Visco junior è accusato di aver ottenuto la retrocessione di parte dei compensi fatturati dal legale per prestazioni in realtà mai effettuate.
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