L'odissea della ss 647

Bifernina, lavori ancora fermi e agli operai arriva lettera trasferimento. Intanto l’azienda non paga: nuova riunione dal prefetto

La ditta esecutrice dei lavori non ha eseguito il bonifico dello stipendio di gennaio agli undici operai che hanno ricevuto una lettera con la quale si annuncia la risoluzione del contratto o l'eventuale trasferimento in altra sede. Fenal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil hanno chiesto un nuovo tavolo fissato per il 5 marzo a Campobasso

I lavori di messa in sicurezza del terzo lotto del viadotto Molise Uno – all’altezza di Guardialfiera – sono fermi. Lo erano, fino a quando il 12 febbraio scorso è stato indetto lo stato di agitazione, da un anno e mezzo. Poi, le riunioni in prefettura, l’ultima il 14 febbraio, il furto dei mezzi dal cantiere (sul quale i carabinieri stanno indagando) fino ad oggi che gli undici lavoratori della ditta, incaricata di fare i giunti e di mettere in sicurezza il tratto dell’unica strada di collegamento tra la costa e il capoluogo Campobasso, non hanno ancora percepito lo stipendio di gennaio.

Anzi, hanno ricevuto una lettera dall’azienda nella quale si annuncia la risoluzione del contratto e/o, in alternativa, il trasferimento altrove. Ma gli operai non ci stanno.

Quindi, gli impegni presi davanti al prefetto il 14 febbraio scorso sarebbero stati disattesi. L’azienda non ha pagato, i lavori non sono ripresi ed è emersa finanche la possibilità (per gli operai) di rimanere senza lavoro a meno che non accettino (a scatola chiusa) un nuovo impiego in altri cantieri.

Le organizzazioni sindacali Fenal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil hanno quindi chiesto un nuovo incontro al prefetto sottolineando che: “L’azienda è stata invitata a ritirare le sue richieste in virtù di un tavolo aperto in prefettura. Ancor più che il prossimo 5 marzo saremo nuovamente a Campobasso presso l’Ufficio territoriale di governo per illustrare questa nuova situazione del mancato pagamento ai lavoratori e dunque degli impegni disattesi rispetto a quanto era stato detto nella precedente riunione”.

Per uscire definitivamente da questa odissea che oramai si protrae da diverse settimane, i sindacati si aspettano non soltanto il rispetto degli impegni presi dall’azienda in merito al pagamento delle spettanze ma anche che “ripartano i lavori e che la ditta chiamata a subentrare a quella esistente riassuma i lavoratori anche “perché – dicono – si tratta di personale qualificato e specializzato e l’azienda chiamata a terminare l’opera in cantiere potrebbe trarne soltanto vantaggio”.

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