San martino in pensilis

Aggredita nella notte dal suo stalker, ma l’incubo va avanti da un anno. “Mia moglie rischia la vita, le denunce non bastano”

La donna ha formalizzato oggi la denuncia presso i carabinieri, la quinta a carico dell’uomo che da un anno la segue malgrado il divieto di avvicinarsi, la perseguita e che nello scorso autunno ha fatto irruzione in casa dopo aver sfondato la porta. “La nostra famiglia non vive più, temo che possa accadere il peggio” rivela il marito dopo una notte di terrore. La vittima è stata ferita alla testa dallo smartphone che il suo aggressore, dopo averla braccata lungo la Sp 40, le ha lanciato addosso.

Quello che sta accadendo a una famiglia residente a San Martino in Pensilis ha dell’incredibile. La moglie è perseguitata da oltre un anno da un uomo, cittadino del paese, che non le concede tregua: la segue, la insulta, le crea uno stato di ansia perenne, si rende protagonista di episodi di persecuzione e violenza. Nello scorso ottobre ha addirittura fatto irruzione in casa, a orario di cena, sfondando la porta e piombando nell’appartamento come una furia. Stanotte l’ha seguita in auto, dopo che lei ha smontato dal turno di lavoro in una pizzeria di Campomarino, le è stato alle calcagna fino a quando, sulla Strada Provinciale 40 all’altezza di Portocannone, non è riuscito a braccarla. Il racconto che la vittima ha fatto ai carabinieri, che lo hanno raccolto in un esposto-denuncia, fa venire i brividi: scorrendo la denuncia sembra di leggere una di quelle tante storie di cronaca finite in maniera tragica, con un femminicidio. In questo caso però qualcosa si può fare, e si deve fare. A carico dell’uomo ci sono già cinque denunce, ma il divieto di avvicinarsi alla vittima e ai luoghi dove vive e lavora non è affatto sufficiente.

Lo dimostrano i fatti avvenuti questa notte, appunto, quando ha seguito la vittima che stava facendo ritorno a casa, a San Martino, dalla pizzeria di Campomarino dove la signora lavora. Lei si è accorta dell’auto che le stava dietro, e mentre guidava con mani tremanti e in preda alla paura ha chiamato il 112, chiedendo aiuto. Prima dell’arrivo dei militari però l’uomo l’ha stretta sulla strada fino a obbligarla a fermarsi. E’ sceso dalla sua vettura – così il racconto contenuto nella denuncia –  l’ha incastrata di lato, ha aperto la portiera dell’auto, ha preso a offenderla pesantemente alternando le minacce a bizzarre dichiarazioni di presunto amore, e quando ha compreso che stava chiamando il 112 le ha strappato il telefonino dalle mani e glielo ha lanciato in testa, causandole un taglio per il quale poi la donna è stata medicata in pronto soccorso, al San Timoteo di Termoli.

 

“Ha chiamato anche me mentre guidava sulla strada di casa – racconta il giorno dopo il marito della vittima – e so che sul posto sono andate tre pattuglie di carabinieri, da Termoli, Campomarino e San Martino, dopo che anche io ho allertato i militari locali. E’ stato terribile, mi domando cosa succederà la prossima volta. Non riesco più a vivere in questo modo, ho paura che possa accadere il peggio”.

Dopo l’arrivo dei soccorsi sulla Sp 40, intorno a mezzanotte e mezza, la donna è stata trasferita in ospedale dal 118. I carabinieri hanno cercato lo stalker, rintracciandolo a casa sua verso le 2 e 30 del mattino. A suo carico non sono stati emessi provvedimenti, non ancora perlomeno. Ma la Procura della Repubblica di Larino è stata informata. Gli inquirenti stanno anche preparando una relazione più dettagliata, che prende in esame episodi del passato e del recente passato.

L’uomo infatti non sarebbe nuovo a vicende del genere, tanto che è stato emesso a suo carico un divieto di avvicinarsi alla vittima e ai luoghi frequentati dalla vittima. Una disposizione che non basta, come dimostra la cronaca di questa notte.

“Da un anno è un inferno – racconta ancora il marito – ma vedere mia moglie con la guancia insanguinata e sotto choc è stato terribile, ha superato ogni timore precedente. Adesso chiedo, chiediamo, margini di sicurezza perché questa persona ha dimostrato di non avere paura di nulla”.

A carico dell’uomo ci sono già 5 denunce fatte in sei mesi dalla famiglia che non riesce più ad avere il minimo di serenità necessaria per andare avanti. “E’ uno stress continuo, viviamo con la paura di ritrovarcelo ovunque, è arrivato fin dentro casa minacciando di uccidermi” aggiunge il marito.

La prima denuncia risale all’agosto 2023, ma a quanto risulta ci sarebbero precedenti altrettanto seri, come il racconto di una ex che ha riferito di come avesse cercato, dopo il suo rifiuto a proseguire la relazione, di dare fuoco all’auto usando una tanica di benzina. “Cosa dobbiamo fare, aspettare una tragedia annunciata? Cambiare paese? Scomparire? Vorrei solo ricordare – conclude il marito, provato e scosso – che la vittima di questa follia è mia moglie, e a catena la nostra famiglia. Chiediamo tutela”.

 

 

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