Arcidiocesi ultimo atto

Vinchiaturo deve ingrandire il cimitero, Bregantini non concede il terreno: “Così asseconda i capricci del parroco”

L'autorizzazione richiesta dall'Istituto diocesano, proprietario del terreno conteso tra Municipio e parroco di Vinchiaturo, non è arrivata. Il sindaco Luigi Valente sconcertato: "Confidavo nel buonsenso dell'arcivescovo, il paese ha bisogno di realizzare nuovi loculi nelle mura cimiteriali"

L’ampliamento del cimitero di Vinchiaturo non s’ha da fare: la vendita del terreno che il Comune avrebbe voluto acquistare per evitare di dover seppellire in un altro luogo i suoi defunti non si è conclusa. A dire no, stavolta, è stato il vescovo (ex ormai, in attesa dell’imminente insediamento del suo successore, ndr) Giancarlo Bregantini che non ha autorizzato il passaggio di proprietà “per assecondare – di questo è convinto il sindaco Luigi Valente – i capricci e le pretese personali del parroco di Vinchiaturo, mettendo in pesante imbarazzo l’Istituto Diocesano (il proprietario dell’area in questione, ndr) ed in grave difficoltà il Comune che non ha più disponibilità di concedere alla cittadinanza una degna inumazione dei propri defunti”.

Il caso era stato sollevato dal primo cittadino già qualche mese fa sebbene la contesa con don Peppino Cardegna e il Municipio vada avanti da un paio di anni. Ad aggiungere recentemente un tassello determinante è stato l’arcivescovo Bregantini che alla cessione, in assenza di accordo con don Peppino, ha detto no. Un ultimo atto prima del suo addio definitivo alla Curia contrario persino alla volontà già espressa del Consiglio di amministrazione dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Campobasso-Bojano che ad agosto del 2023 aveva fatto sapere al Comune di essere d’accordo alla vendita della particella per la realizzazione di circa 500 nuovi loculi e tombe a terra.

luigi valente sindaco vinchiaturo

“Come sindaco – ha detto Valente dopo aver ricevuto ieri, 8 gennaio, una lettera dall’Idsc – sono molto preoccupato di quest’esito che, sinceramente, non potevo prevedere anche perché riponevo piena fiducia nell’autorità e nel buonsenso dell’arcivescovo di Campobasso-Bojano e che invece, ha molto deluso me e la maggioranza dei cittadini di Vinchiaturo. Tra l’altro l’esito inconcepibile, immotivato e del tutto illogico di questa vicenda costituirà certamente un nuovo motivo di discordia tra i fedeli ed il parroco don Peppino ed andrà a minare ulteriormente un rapporto difficile che si protrae da ben oltre un anno. Infatti, don Peppino ha messo in atto da tempo un costante atteggiamento di contrasto con i parrocchiani, allontanando catechiste e giovani dalla parrocchia, avocando a sé la presidenza del comitato festa e gestendo, a dire dei fedeli, in maniera per nulla condivisa e poco trasparente le risorse finanziarie della parrocchia”.

santa maria delle macchie vinchiaturo

La necessità di Valente di tornare sulla questione dell’area cimiteriale adiacente al Santuario di Santa Maria delle Macchie va nella direzione di informare la sua cittadinanza in maniera trasparente dato anche il particolare interesse del tema trattato. Per un vinchiaturese il cimitero è quello vicino al vecchio convento e sarebbe anche antieconomico realizzarne altrove uno ex novo quando il pezzo di terreno conteso è peraltro già destinato a servizi cimiteriali, facilmente accessibile e pianeggiante. L’intervento lo riqualificherebbe (è abbandonato come il conventino che vi sorge sopra) e quando, a gennaio del 2022, la proposta di vendita è arrivata da don Peppino il Consiglio comunale non ci ha pensato due volte a dirgli sì. Peccato che quel terreno non era di proprietà della parrocchia ma dell’Istituto diocesano che, come dicevamo poco fa, ha deliberato per la cessione. 

Verificato anche che sotto quel terreno non ci fosse nulla di archeologicamente significativo, entro il 31 dicembre scorso si sarebbe dovuta perfezionare la vendita per poter cominciare finalmente a realizzare i loculi che scarseggiano. Ieri, 8 gennaio, è stata recapitata una lettera al sindaco Valente a dir poco imbarazzante sul diniego di Bregantini.

Cosa debba fare il parroco con l’intera particella reclamata e il fabbricato nelle mura cimiteriali è quello che i vinchiaturesi vorrebbero sapere. Purtroppo don Peppino Cardegna non risponde a telefono e ai messaggi, immaginiamo – perché sembra impossibile parlare con lui direttamente – che abbia detto a Bregantini, e soltanto a lui, il vero motivo di quella che appare ai più come una immotivata pretesa.

(AD) 

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