Nota coordinamento no pizzone ii

Pizzone II, Enel non molla e ottiene proroga per modificare il progetto della centrale idroelettrica. “Contro legge, andava archiviato”

Il comitato No Pizzone II contesta la proroga del ministero dell'Ambiente concessa a Enel per fare indagini e rilievi finalizzati a integrare il suo progetto di realizzazione di una centrale tra Abruzzo e Molise: "Impugneremo gli atti illegittimi"

Trentuno agosto: è questo il nuovo termine concesso a Enel dal Ministero dell’Ambiente per poter apportare modifiche e correzioni al progetto di realizzazione di una nuova centrale idroelettrica che dovrebbe sfruttare l’acqua dei laghi di Castel San Vincenzo, in provincia di Isernia, e di Montagna Spaccata, ad Alfedena, in provincia de L’Aquila.

La sospensione del procedimento, secondo il coordinamento No Pizzone II, non andava rilasciata: “L’ente per legge avrebbe dovuto obbligatoriamente archiviare l’istanza”. Invece l’archiviazione non c’è stata “incredibilmente” e nei mesi a venire il promotore dell’iniziativa privata per la produzione di energia pulita potrà fare rilievi e indagini sulla zona per correggere quel progetto che tanti dubbi ha sollevato.

Riteniamo che l’ulteriore sospensione sia contraria alle norme che disciplinano il procedimento di Via (Valutazione d’impatto ambientale) per i progetti ricadenti nel Pniec-Pnrr nell’ambito dei quali i giorni di sospensione massimi previsti sono 120 come recita in maniera inequivocabile l’art.24 del Testo Unico dell’Ambiente, pena, secondo la norma, l’obbligatoria archiviazione del progetto in mancanza della documentazione.

La proroga concessa a Enel dal dicastero guidato da Gilberto Pichetto Fratin è di 231 giorni che, sommati alla prima proroga chiesta il 13 settembre scorso, portano il totale a 353 giorni.

“I dirigenti ministeriali quali norme stanno applicando? questo si domandano dal coordinamento – Tra l’altro il Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, autorità con competenze ambientali, ha dichiarato il progetto improcedibile. Pertanto il ministero avrebbe dovuto archiviare definitivamente il procedimento visto che le norme generali della Pubblica Amministrazione vietano di appesantire inutilmente i procedimenti amministrativi.  Comprendiamo che Enel abbia rilevanti interessi economici a portare avanti l’iniziativa sempre e comunque, ma il Ministero dovrebbe applicare quanto previsto dalle norme poste a tutela dell’ambiente”.

Secondo gli ambientalisti quanto fatto, dunque, è contrario alle prescrizioni di legge e su questo “ci riserviamo di agire nelle sedi opportune, anche impugnando gli atti illegittimi” ma allo stesso tempo il coordinamento ha voluto ribadire il suo invito a Enel ad abbandonare definitivamente l’iniziativa per le seguenti ragioni qui sintetizzate:”Sarebbe realizzata bucando la montagna in un’area di notevole pregio ambientale, interna ai confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e della sua area contigua, sottoposta anche a ulteriori vincoli ambientali europei (SIC, ZPS, IBA) e nazionali (paesistici, idrogeologici, antisismici). L’area è il regno dell’orso bruno marsicano, dell’aquila reale, del camoscio d’Abruzzo e di tantissime altre specie, che non possono certo convivere con il notevolissimo disturbo che sarà arrecato loro. Anni e anni di cantieri intorno ai laghi di Castel San Vincenzo e della Montagna Spaccata comprometteranno il turismo sostenibile, unica possibilità per contrastare la depressione socio economica e lo spopolamento del territorio!”

striscione no pizzone

 

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