A meno di un mese dalla costosissima esternalizzazione del servizio mensa per l’ospedale Caracciolo di Agnone, rimasto senza cuoco a seguito di pensionamento, l’azienda sanitaria del Molise sembra pronta a fare marcia indietro.
A convincere Asrem che, forse, spendere 35 mila euro solo per trasportare da Isernia ad Agnone (e a Venafro) per quattro mesi pranzi e cene per i degenti ricoverati non era proprio la migliore delle soluzioni individuate, sono stati i carabinieri del Nucleo antisofisticazione che nella mattina del 24 gennaio hanno fatto una visita al Caracciolo per controllare il servizio offerto agli ammalati.
A cominciare da quel complesso di procedure che devono garantire la salubrità degli alimenti e che va sotto il nome di Haccp. I primi controlli dei Nas sono stati proprio sul cibo servito ai degenti e che arrivano al Caracciolo all’interno di contenitori termici caricati su un furgoncino della società Rico nelle cucine dell’ospedale Veneziale di Isernia. Sessantasei chilometri separano i due nosocomi con tempi di percorrenza che si aggirano intorno all’ora. Il risultato? Pasta scotta quasi sempre o cibi che raffreddano perdendo la temperatura di conformità indicata dai manuali di autocontrollo presenti nelle mense.
Tutto questo due volte al giorno perché la colazione non è compresa nel prezzo.
Gli accertamenti dei carabinieri procedono, però, anche per chiarire alcuni aspetti dell’appalto. Sono ore di chiusura delle ispezioni e di acquisizione degli atti che hanno permesso alla ditta di Somma Vesuviana – già presente all’interno dell’ospedale Veneziale – di aggiudicarsi la gara indetta l’11 dicembre scorso dall’Asrem. La Rico srl è l’unica ad aver fatto una offerta anche perché non c’erano altri concorrenti. C’era fretta di trovare una soluzione e forse anche per questo i 28.500 euro più iva per il solo trasporto pasti è apparsa una cifra congrua alla direttrice del servizio Acquisizioni beni e servizi che ha firmato il provvedimento, la dottoressa Rosa Vergalito.
Ora Asrem potrebbe decidere di rinunciare a quel servizio anticipatamente trovando una soluzione alternativa per non lasciare a stomaco vuoto i ricoverati di Agnone e Venafro.