Mensa ospedaliera

Ospedale senza cuoco, il cibo arriva da Isernia. Nas al Caracciolo di Agnone, s’indaga su gara e qualità del servizio

I carabinieri del Nas hanno fatto visita all'ospedale Caracciolo dove da quasi un mese il cibo dato ai malati viene cucinato al Veneziale di Isernia che dista oltre 60 chilometri. L'indagine avviata vuole far luce anche sulle modalità di assegnazione della gara indetta dall'Asrem a seguito del pensionamento del cuoco che lavorava nella mensa.

A meno di un mese dalla costosissima esternalizzazione del servizio mensa per l’ospedale Caracciolo di Agnone, rimasto senza cuoco a seguito di pensionamento, l’azienda sanitaria del Molise sembra pronta a fare marcia indietro.

La necessità di ripristinare un servizio interno al nosocomio altomolisano non è stato sollecitata né dal buonsenso (lo avrebbero fatto prima prevedendo, tra l’altro, il pensionamento del cuoco che non può definirsi certo un evento imprevedibile), né dagli articoli di denuncia della stampa.

Tantomeno dagli interventi politici come quello del consigliere regionale Andrea Greco del Movimento 5 Stelle.

A convincere Asrem che, forse, spendere 35 mila euro solo per trasportare da Isernia ad Agnone (e a Venafro) per quattro mesi pranzi e cene per i degenti ricoverati non era proprio la migliore delle soluzioni individuate, sono stati i carabinieri del Nucleo antisofisticazione che nella mattina del 24 gennaio hanno fatto una visita al Caracciolo per controllare il servizio offerto agli ammalati.

A cominciare da quel complesso di procedure che devono garantire la salubrità degli alimenti e che va sotto il nome di Haccp. I primi controlli dei Nas sono stati proprio sul cibo servito ai degenti e che arrivano al Caracciolo all’interno di contenitori termici caricati su un furgoncino della società Rico nelle cucine dell’ospedale Veneziale di Isernia. Sessantasei chilometri separano i due nosocomi con tempi di percorrenza che si aggirano intorno all’ora. Il risultato? Pasta scotta quasi sempre o cibi che raffreddano perdendo la temperatura di conformità indicata dai manuali di autocontrollo presenti nelle mense.

Tutto questo due volte al giorno perché la colazione non è compresa nel prezzo.

Gli accertamenti dei carabinieri procedono, però, anche per chiarire alcuni aspetti dell’appalto. Sono ore di chiusura delle ispezioni e di acquisizione degli atti che hanno permesso alla ditta di Somma Vesuviana – già presente all’interno dell’ospedale Veneziale – di aggiudicarsi la gara indetta l’11 dicembre scorso dall’Asrem. La Rico srl è l’unica ad aver fatto una offerta anche perché non c’erano altri concorrenti. C’era fretta di trovare una soluzione e forse anche per questo i 28.500 euro più iva per il solo trasporto pasti è apparsa una cifra congrua alla direttrice del servizio Acquisizioni beni e servizi che ha firmato il provvedimento, la dottoressa Rosa Vergalito.

Ora Asrem potrebbe decidere di rinunciare a quel servizio anticipatamente trovando una soluzione alternativa per non lasciare a stomaco vuoto i ricoverati di Agnone e Venafro.

commenta