Verso lo sciopero

Lo Stato è contro l’informazione, anche i giornalisti molisani protestano: casi come Cucchi saranno “soffocati”

L’emendamento approvato dalla Camera il 19 dicembre scorso che prevede il divieto di pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare, ha mobilitato l’intera categoria. Questa mattina il presidio anche a Campobasso, davanti all’Ufficio territoriale di Governo

In Italia servono procedimenti giudiziari rapidi, certezza della pena, riforme relative al conflitto di interesse, non certamente leggi che imbavagliano l’informazione.

A Campobasso la protesta, contro i provvedimenti di Governo che tagliano di netto il dovere di informare e il diritto di conoscere, è avvenuta questa mattina, davanti al palazzo di governo, con il presidente di Assostampa Molise, Giuseppe Di Pietro, le altre organizzazioni sindacali di categoria, e il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise, Vincenzo Cimino.

Dunque un dissenso collettivo che ha raccolto gli esponenti del mondo dell’informazione davanti alla Prefettura, intenti a far arrivare al governo l’istanza di disapprovazione anche dalla categoria molisana.

Di Pietro Cimino

Preoccupa l’approvazione di un emendamento (quello del 19 dicembre scorso) che rischia di soffocare l’informazione in ambito giudiziario. “Si tratta di una proposta che non solo viola il dovere del giornalista a svolgere la sua mission con attenzione e oculatezza ma comprime il diritto dei cittadini ad essere informati e ad esserlo tramite un’informazione libera” ha detto Di Pietro.

Una protesta distribuita (secondo tempi e modi propri) in tutte le piazze d’Italia e che affronta i temi della dignità della professione, dal contratto alla crisi dell’informazione, e contro ogni censura.

“Se il Senato deciderà di approvare la modifica dell’articolo 114 del Codice di procedura penale che renderà non pubblicabili le ordinanze di custodia cautelare fino al termine delle indagini preliminari ovvero all’udienza preliminare (come prevede l’emendamento Costa alla legge di delegazione europea), i cittadini vedranno leso un diritto costituzionale e dunque sacrosanto: quello ad essere informati. E in uno Stato democratico, questo, è intollerabile. Faccio due esempi di inchieste giornalistiche che hanno trovato, nella libertà di informare, ragioni per arrivare alla verità e dare giustizia: il caso di Stefano Cucchi, la vicenda della funivia precipitata dal Mottarone” continua Di Pietro.

In piazza c’è anche il presidente dell’Ordine, Vincenzo Cimino: “Non potevamo non esserci, è un momento delicato per il mondo dell’informazione. Il provvedimento che contestiamo oggi fa il paio con quello di due anni fa della Madìa. Oggi cerchiamo quindi di coinvolgere le istituzioni al fine di creare una rielaborazione di tutta l’attività professionale.  Mi viene da pensare: se un politico viene arrestato, noi non potremo scrivere perché prima dell’udienza preliminare. Io credo che le istituzioni debbano pensare a come agevolare la vita professionale dei giornalisti e non il contrario”.

Di Pietro e Cimino hanno incontrato il prefetto, Michela Lattarulo, alla quale hanno formalmente consegnato l’istanza di protesta che arriva anche dal Molise e che il prefetto si impegnerà a rappresentare nelle sedi di governo.

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