L'intervista

Il senatore molisano difende l’autonomia differenziata: “Se ammazzasse il Sud non l’avrei votata. La Lega? Fratelli d’Italia ha corretto il tiro”

Costanzo Della Porta sta per incontrare i sindaci del Molise, divisi per aree geografiche, per un confronto sul Ddl Calderoli approvato in Senato. Intanto fornisce la sua versione e risponde alle domande sulla riforma accusata di spaccare l’Italia. “I tempi saranno molti lunghi ma è chiaro che senza definizione dei Lep questa autonomia non si farà”

Autonomia differenziata, il Sud è in ‘rivolta’. Anche in Molise crescono e si amplificano le voci di dissenso contro il cosiddetto Ddl Calderoli, che mira a creare sistemi diversi favorendo – questo il principale j’accuse – le Regioni ricche a scapito di quelle più povere. Il Molise è – senza dubbio – una regione economicamente svantaggiata, che dalla “secessione dei ricchi” ha solo da perdere.

Tuttavia, secondo il senatore Costanzo Della Porta – tra i relatori della proposta normativa che ha già incassato un primo sì a Palazzo Madama – i rischi sono stati arginati grazie al “lavoro fondamentale di Fratelli d’Italia”. Lavoro che argomenta così: “Fin dall’inizio abbiamo dichiarato alle autorità competenti la nostra volontà di emendare in modo significativo il provvedimento su tre pilastri: unità e coesione nazionale, ruolo del Parlamento e assistenza per le regioni svantaggiate. Credo che tutti e tre gli obiettivi siano stati raggiunti”, spiega durante un confronto in Municipio a San Giacomo degli Schiavoni, paese dove ricopre il ruolo di sindaco, vive con la sua famiglia e dove – aggiunge con orgoglio – sono in corso diversi progetti per migliorare la qualità della vita dei concittadini.

Se l’aspetto tradisce un po’ di stanchezza (“Stiamo lavorando incessantemente. Non è facile”), le parole sono pronunciate con convinzione a sostegno di una riforma, ossia quella dell’autonomia differenziata, che secondo il senatore molisano non danneggerà il Mezzogiorno e tantomeno il Molise, come gran parte dell’opposizione sostiene.

Prima di diventare legge effettiva, questa riforma avrà bisogno di una tempistica che si preannuncia lunga, e soprattutto della definizione e del finanziamento di ciò che si chiamano livelli essenziali di prestazione, abbreviati in Lep. Ed è proprio questo uno dei nodi centrali del provvedimento che andrà ad ampliare la possibilità di avere una autonomia a livello amministrativo e regionale “che di fatto già c’è su tante materie”.

Tutta l’Italia ha visto l’esultanza un po’ scomposta, in Senato dopo la votazione, di Calderoli e degli altri esponenti della Lega mentre voi senatori di destra siete rimasti silenziosi, come se foste stati in qualche modo costretti a votarla sotto pressione della Lega. È vera questa impressione che abbiamo avuto guardando la tv?

“Per noi forma e sostanza coincidono, non è nel nostro costume esultare mentre per la Lega è diverso, forse anche perché è una battaglia che portano avanti da tanti anni. È una idea strumentale che ci sia stato un baratto tra il Premierato e l’Autonomia differenziata, perché se solo si andasse a leggere il programma di coalizione ci si imbatterebbe, nel punto 3, sia nel presidenzialismo sia, subito dopo, nell’autonomia differenziata appunto. Non ci siamo inventati niente e siamo rispettando il programma, un programma votato dagli italiani”.

Lei però conosce i trascorsi di Calderoli, immaginiamo. Sa che ha collezionato tre condanne per razzismo da corti diverse. Non la scoraggia questo curriculum, sapendo che la volontà di questa riforma porta la sua paternità?

“Il Ministro Calderoli non ha mai ostacolato questo percorso di miglioramento della legge, con emendamenti che in larga parte provengono dalle opposizioni. Questo l’ho visto e ne prendo atto. Non ci sono state pressioni. E per quanto riguarda i suoi trascorsi beh, voglio sperare che nella vita si cambi…”

L’iter per portare a termine la riforma sarà lungo, sono svariati i passaggi che l’attendono (in Parlamento, nei Consigli regionali, nella Conferenza Stato-Regioni) e non si può nemmeno escludere che si arrivi a indire poi un referendum abrogativo.

Da amministratore, da sindaco, oltre che da parlamentare, eletto in questo territorio del Sud, non teme un calo di consenso, a livello personale e di partito? Crede che il gioco valga la candela? Non crede che Fratelli d’Italia, peraltro il partito che si dichiara nazionalista, possa pagare un prezzo alto se questa riforma andrà a buon fine?

“No, affatto. Non temo questo perché gli emendamenti apportati garantiscono il principio costituzionale di uguaglianza tra regioni proprio attraverso i Lep, uguali per tutto il territorio nazionale. I Lep – sia chiaro – andavano determinati a prescindere dall’autonomia differenziata, perché lo prevede la Costituzione italiana. E il ddl Calderoli non potrà prescindere da questa definizione”.

Costanzo Della Porta

La definizione dei Lep, però, è una “chimera” di cui si parla da 20 anni. E poi non basta definirli, bisogna anche finanziarli. Davanti a questa contestazione il senatore Della Porta tira fuori il rapporto (del 30 ottobre 2023) del Comitato dei Lep presieduto dal costituzionalista Sabino Cassese, al lavoro proprio su questa definizione: “Sono convinto che noi determineremo i Lep perché lo dobbiamo agli italiani, è questa la grandezza di questa riforma. Finalmente non ci sarà più un criterio improntato sulla spesa storica per garantire i diritti civili e sociali ai territori, ma saranno i fabbisogni standard determinati dai Lep a farlo, e noi finanzieremo questi”.

Della Porta ne è certo, e parla di “polemiche strumentali” da parte delle minoranze parlamentari, citando la prima dichiarazione, subito dopo l’approvazione del 23 gennaio in Senato, del Governatore della Puglia Emiliano “che ha chiesto alle Regioni del Centro Sud di poter gestire tutte le materie”. Ricordiamo che sono una ventina le materie oggi di legislazione concorrente (cioè, di comune competenza di Stato centrale e Regioni) che in base al progetto di legge sull’autonomia differenziata potranno passare integralmente a carico gli enti regionali.

“Materie che – ricorda Della Porta – aveva inserito già il centro-sinistra nella riforma del 2001. A mio avviso ci sono delle materie che non andavano messe, come per esempio l’istruzione, ma noi il problema ce lo siamo posto” aggiunge riferendosi sempre agli emendamenti presentati dal partito di Giorgia Meloni. “Il governo – spiega – può limitare le intese su singole materie ove ritiene che l’ente regionale non possa gestirle al meglio, e poi c’è la clausola di supremazia dello Stato secondo la quale lo Stato potrà bloccare l’intesa con la Regione in qualsiasi momento”. Per ottenere l’autonomia – procedimento non automatico – preliminare è infatti, dopo la richiesta della singola Regione, la definizione di uno schema di base – di intesa appunto – tra Stato e Regione.

Tra il Sud e il resto del Paese c’è un enorme divario, ed è vero proprio andando a considerare la ricchezza delle tre regioni che hanno chiesto l’Autonomia differenziata con maggiore insistenza: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Costanzo Della Porta non lo nega, ma rivendica il correttivo adottato in fase di emendamento

“Ci saranno regioni che aumenteranno la loro autonomia, sicuramente. Ma resta il principio di solidarietà. La norma non lo tocca, lo Stato lo garantisce su tutto il territorio e dunque per tutti i cittadini d’Italia. Questa riforma, badate, è un provvedimento che responsabilizza gli amministratori locali perché se tu non gestisci al meglio le tue materie lo Stato te le toglie. Inoltre – aggiunge – gli amministratori saranno obbligati a spendere meglio le risorse che, peraltro, su alcune materie potrebbero costare meno di quanto avviene oggi e si andranno così ad eliminare gli sprechi”.

Contrariamente a quanto sostengono molti amministratori e parlamentari del Sud, secondo il senatore di Fratelli d’Italia la definizione dei Lep farà in modo che i costi possano scendere perché oggi, spiega, “per tante gare d’appalto in realtà non si parte da un costo reale, cosa che con i Lep non accadrà più”.

Per quanto riguarda le difficoltà collegate alla applicazione pratica di una gigantesca riforma come quella della autonomia differenziata, Della Porta risponde senza esitazione. “Intanto ci sarà l’assunzione di 2200 persone che andranno a potenziare gli uffici municipali di sei regioni italiane, tutte del Mezzogiorno, tra le quali c’è il Molise, attraverso i Fondi di Coesione gestiti dal ministro Fitto. Integriamo così la macchina amministrativa. Possono partecipare tutti gli enti comunali. Anche noi a San Giacomo parteciperemo”.

Costanzo Della Porta

Otto mesi in commissione, 58 esperti auditi, fra i quali molti professori di diritto costituzionale e presidenti di Regione. 400 i documenti acquisiti e più di 50 le ore di discussione: questi i numeri, sciorinati dal senatore-sindaco, “in virtù dei quali alla fine abbiamo approvato 90 emendamenti. Di questi 47 erano delle opposizioni. Allora mi chiedo: ma la contrarietà del centro-sinistra è vera, reale o strumentale?”

Cioè è il gioco delle parti della politica, lei sostiene?

“Ci sono le Europee all’orizzonte che, mai come stavolta, saranno uno spartiacque fondamentale per il futuro dell’Europa, e che probabilmente sanciranno anche la fine di qualche leader. Trovo legittimo che si faccia rumore contro questo provvedimento della autonomia differenziata, pur restando convinto che se ben attuato potrà eliminare la disparità di trattamento tra le regioni”.

In tutta onestà, senatore, ma lei crede che entro la fine di questa legislatura si possa arrivare a vedere gli effetti concreti, anche solo i primi effetti, della riforma sull’autonomia?

“Non saprei, detto in tutta franchezza. Quello che posso sicuramente dire è che i tempi saranno lunghi, probabilmente molto lunghi. Moltissimo dipenderà dalla determinazione dei Lep che non saranno fissati con un decreto monocratico del presidente del consiglio (un Dpcm) ma dal Parlamento, con decreto legislativo, e anche qui bisognerà seguire un iter ben preciso. Di sicuro, e questo lo ribadisco, senza Lep questa autonomia non si farà, questo è chiaro”.

Secondo Costanzo Della Porta ci potrebbero essere anche dei vantaggi innescati dalla possibilità per le Regioni di chiedere la competenza esclusiva su alcune materie.

Anche il Molise a suo parere dovrebbe richiedere l’autonomia e, se sì, su quali materie?

“Beh, la mia è solo un’ipotesi e riguarda la materia ‘porti e aeroporti’. Se così fosse la competenza sul porto per quanto riguarda la programmazione spetterebbe alla Regione ma poi potrebbe essere il Comune di Termoli a gestirlo. Con indubbi benefici”.

Ma lei è davvero convinto che questa riforma nn ammazzerà il Sud e non spaccherà l’Italia?

“Se non fossi stato convinto io questa riforma non l’avrei votata”. Costanzo Della Porta – come detto corelatore in Senato del ddl Calderoli – ricorda che il primo relatore era Tosato della Lega “ma il mio partito ha voluto affiancare a questo un altro relatore di Fratelli d’Italia e lo ha voluto del Centro Sud. Questo con la precisa volontà di agire modificando il testo, testo che Calderoli stesso non ha contestato e al quale non ha frapposto ostacoli”.

Sta sottolineando ancora il ruolo del partito, dei partiti. Dunque non è vero che i partiti non esistono o che contano poco, come ha affermato l’europarlamentare Aldo Patriciello che sta per passare alla Lega dopo una militanza di 16 anni in Forza Italia? 

“Non lo dite a me, per me i partiti esistono sicuramente e tutti conoscono la mia storia di appartenenza trentennale sempre dalla stessa parte. Il partito è luogo di aggregazione fondamentale, anzi i partiti vanno rafforzati e c’è un disegno di legge proprio per ricostruire il ruolo dei partiti anche dal punto di vista giuridico, perché è giusto che sia così”.

E l’uomo quanto conta, invece?

“Anche l’uomo deve fare la sua parte, l’uomo sul territorio è importante, soprattutto nelle piccole realtà, e penso anche a San Giacomo, dove non c’è un simbolo di partito dietro le persone che lo amministrano. Però io sono e resto un uomo di partito, senza alcun dubbio”.

 

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