Il caso

Minacce continue e denunce anonime al pastore simbolo Valerio Berardo. “A Duronia vige stile mafioso”

A rilanciare l'ultimo di una serie di episodi vessatori Giovanni Germano, il 'padre' di Cammina, Molise!

Ha lasciato il ‘caos’ della grande città, Roma, per venire in Molise – precisamente a Duronia – a fare il pastore. Valerio Berardo, classe 1986, lo ha fatto quando aveva poco più di 30 anni. Oggi ne ha 36 ed è in grado di denunciare vessazioni e intimidazioni continue che subisce nel suo piccolo paese e che lo inducono a parlare – con parole che sembrano pietre – di “stile mafioso”. Avvelenamento dei propri cani, minacce, richieste – come quelle di avere l’allaccio dell’acqua – mai soddisfatte.

Sta facendo scalpore sui social la sua lettera, che sta facendo ottenere al giovane pastore di capre un gran bottino di apprezzamenti e messaggi di solidarietà, rilanciata anche da Giovanni Germano, il ‘padre’ di Cammina, Molise!, manifestazione giunta alla 29° edizione, e dell’associazione La Terra che la promuove e che dal 2022, insieme al Comune di Capracotta e ad altri, organizza “La Transumanza con le capre di Valerio – Andata e Ritorno”. Germano (il padre dell’attore Elio, ndr) che tanto peso ha e sta rivestendo nel promuovere un nuovo modo di fare turismo, maggiormente a contatto con la natura, afferma che “Il giovane pastore Valerio Berardo, che tutti in regione e fuori regione conoscono per il coraggio che ha avuto ritornando da Roma per allevare capre nel suo paese d’origine, subisce di continuo vessazioni ed intimidazioni proprio nel suo paese”. La premessa su Valerio è che “giovani come lui non ce ne sono tanti e incontrarli arricchisce l’esistenza di ognuno, perché da persone così c’è tanto da imparare”. E ancora: “Valerio è anche un esempio di non allineamento alle pratiche clientelari ancora vigenti a Duronia, il paese dove ha deciso di tornare, dando prova, specialmente alle persone più giovani del posto, di come si possa inventare un lavoro senza passare sotto le forche caudine della politica.
Ebbene Valerio, proprio per il suo modo di comportarsi, subisce di continuo nel suo paese vessazioni ed intimidazioni con lo scopo chiaro di rendergli non possibile continuare la sua attività.

L’ultima intimidazione in ordine di tempo è la lettera anonima – prosegue Germano ed è lo stesso Berardo a pubblicarla sui social – ‘firmata’ dal Comitato Progetto Pro Sparviero (Lo Sparviero è una pagina fb di forte critica politica, sociale e culturale nei confronti di quello che è avvenuto ed avviene nel comune di Duronia. Valerio è un simpatizzante di questa pagina)”.

Una lettera che, tra i destinatari, ha peraltro la Procura della Repubblica di Isernia e non già quella di Campobasso, nella cui giurisdizione c’è Duronia. Lettera che accusa Berardo di “inconvenienti igienico-sanitari ed evasione fiscale”. Legati in particolare al ricovero degli animali, alla vendita di formaggi e prodotti caseari senza le dovute autorizzazioni e ‘al nero’.

Berardo, in una sua lunga lettera di sfogo e di denuncia, da parte sua inserisce questo nuovo episodio lungo un continuum di minacce e accuse subite in questi anni nella ‘sua’ Duronia e in cui paragona le sue vicende a quelle narrate da Ignazio Silone in Fontamara. “L’acqua, proprio per essere il massimo simbolo di vita, spesso viene usata come arma contro i più deboli. L’acqua quindi, viene concessa solo a chi merita, dopo che questi, avendo piegato la testa, riconosce il padrone in quella figura che pur non essendolo, si arroga il mandato di padrone della terra e di tutto ciò che c’è sopra.
Per farti piegare la testa ce ne sono di sistemi.
Le minacce più o meno velate, i dispetti, il veleno ai tuoi animali, le lettere anonime, le sopraffazioni, le arroganze e le denunce anonime.
E allora succede che tu, giovane agricoltore e allevatore, che lotti per tenere in vita una terra da sempre oggetto di soprusi e schiacciata da mille veleni, fai la richiesta del pascolo e non te lo danno se non dopo mille richieste e pressioni, fai la richiesta dell’acqua e non te la danno perché non abbassi la testa.
Tre anni, sono tre lunghissimi anni che dopo aver richiesto, pagato e sollecitato, quei 10 metri di allaccio il Comune non me lo fa. Ma solo a me non lo fa, mentre per gli altri, giustamente come dovrebbe essere di regola, gli allacci anche se notevolmente più lunghi si fanno”.

Parla di intimidazione mafiosa il giovane pastore, perchè “un paese dove si ha paura di parlare o di far valere i propri diritti è un paese schiacciato dal pensiero mafioso.
Un paese dove non si può dire il proprio pensiero per paura di subire ritorsioni o peggio, vedere boicottate le proprie attività imprenditoriali o culturali, come si chiama se non un paese in odore di mafia?” Un modus operandi, dice, che a Duronia ha origini antiche e lo stesso Germano, di Duronia anche lui, lo conferma citando il caso del mensile ‘La Vianova’ nato appunto a Duronia.

“Ma colpa – il j’accuse di Berardo – non è solo di chi opprime, ma anche di chi in silenzio è connivente e gira la testa dall’altra parte. La colpa è di chi non si ribella potendolo fare. La colpa è di chi pensa che tutto possa finire a tarallucci e vino.
Oggi a Duronia ci sono degli eroi che resistono, che non hanno fatto dell’assistenzialismo la loro fonte di vita. Persone che lottano per portare avanti una piccola attività e poter così rimanere a rendere viva una campagna, un paese, una bottega o un negozio.
Eroi, sì, Eroi con la E maiuscola.
Coraggiosi esempi di perseveranza e forza che andrebbero aiutati e non combattuti”.

 

Giovanni Germano chiude con un’amara constatazione e una promessa. “La situazione politica a Duronia dopo 50 anni (!!!) non è affatto cambiata. Valerio è l’ultima vittima in ordine di tempo. Noi non lo lasceremo solo.
La lotta continua”.

 

 

 

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