Tavolo in regione

Sforamenti di PM10 alla Piana di Venafro: annunciati interventi strutturali e monitoraggio costante

L'assessore all'Ambiente Di Lucente: Vogliamo arrivare a tracciare le particelle inquinanti per capire da dove arrivano. Poi, dati alla mano, intervenire"

Interventi strutturali e monitoraggio costante. Questo quanto promesso dall’assessore all’Ambiente Andrea Di Lucente questa mattina 1 dicembre al tavolo di confronto convocato in Regione per affrontare la questione degli sforamenti di PM10 nella Piana di Venafro. La problematica sarà al centro di una successiva riunione in Prefettura.

Intanto ieri mattina i rappresentanti dei comuni di Venafro, Sesto Campano, Pozzilli e Montaquila incontreranno con i tecnici di Arpa e della Regione.

Il dibattito si è focalizzato sugli interventi immediati, da implementare nelle prossime settimane, e su soluzioni più strutturali che saranno parte di un programma in corso fino al 2024, sviluppato in collaborazione con il Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica).

L’Assessore regionale all’Ambiente, Andrea Di Lucente, ha dichiarato: “Ora servono risposte immediate. Gli sforamenti devono essere limitati con misure urgenti. Gli interventi che la Regione intraprenderà avranno un impatto a lungo termine, poiché interverremo su aspetti strutturali”.

Incontro piana Venafro regione

Poi ha proseguito. “Sull’immediato abbiamo chiesto ai sindaci la loro opinione e le loro idee su aspetti come le limitazioni al traffico, le domeniche ecologiche o azioni forti (anche se limitate nel tempo) per abbassare i livelli di PM10. Prima di ogni cosa, ci hanno detto, vogliono avere un confronto con il Prefetto di Isernia. Per questo motivo, stiamo organizzando al più presto un tavolo in prefettura”.

Nel frattempo, l’assessore anticipa la chiusura a breve di un accordo tra l’assessorato all’Ambiente e il ministero proprio per interventi sulla Piana di Venafro.

Incontro piana Venafro regione

“La prima cosa da fare è avviare un monitoraggio costante, che andrà avanti un anno, per capire da dove viene questo inquinamento. Lo faremo con le centraline di Arpa e con le nuove apparecchiature che abbiamo acquistato. Vogliamo arrivare a tracciare le particelle inquinanti per capire da dove arrivano. Poi, dati alla mano, intervenire. Adesso stiamo ragionando come fossimo al buio: andiamo a tentoni, ragioniamo sul sentimento e ragioniamo sempre sull’emergenza. Al contrario, dobbiamo prevenire gli sforamenti, agendo sin dai primi mesi dell’anno, dobbiamo capire da dove vengono e attuare soluzioni che siano strutturali. È questo l’approccio che vogliamo avere: darci un metodo scientifico di lavoro”.

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