Termoli

Pozzo Dolce, La Città Invisibile: “Momento di lutto e riflessione, nostro impegno continua”

Prende la parola, per la prima volta dopo i tragici fatti di Pozzo dolce, l'associazione che è tra le poche in città a fornire aiuto concreto ai senzatetto, agli 'invisibili' appunto. Spiega così il silenzio avuto fina ad ora

A una settimana dai tragici fatti di Pozzo dolce, l’associazione La Città Invisibile di Termoli, che da anni gestisce un centro diurno per dare servizi agli emarginati e in particolare a chi non ha una casa, sente il bisogno di spiegare il suo silenzio. Lo fa con un post facebook che intende spiegare alla cittadinanza il senso di questo presente intriso di sgomento.

“In primo luogo, i fatti sono così drammatici e così incerti, così macabri e violenti che si fa fatica a prendere parola. Quale senso, infatti, può esserci di fronte alla tragedia? Ad una tragedia così grande, che colpisce al cuore la nostra cittadina?
Inoltre, il riconoscimento della persona deceduta non è ancora avvenuto e le indagini sono in corso…”

Di ieri i primi riscontri – ma per il riconoscimento ufficiale della vittima bisognerà attendere ancora – dall’autopsia sul corpo, carbonizzato, del giovane uomo perito a seguito dell’incendio del 29 novembre.

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“Questo è dunque – proseguono dall’associazione – il momento del lutto e della riflessione, del rispetto per una giovane vita che muore. È proprio il momento del silenzio. Ma di un silenzio presente.
Noi ci siamo, infatti, sin da subito: per capire, per aiutare, collaborare. Per un senso profondo di responsabilità.

Come, d’altronde, continuiamo ad esserci ogni giorno: il nostro centro è aperto come sempre, continuiamo a seguire come possiamo le persone senza dimora che ci chiedono aiuto, a rispondere come possiamo alle sollecitazioni di cittadine, cittadini, istituzioni.

Ora, dicevamo, è il momento del lutto e della riflessione.
E nel contempo di un rinnovato impegno per il contrasto all’emarginazione e alle disuguaglianze sociali.
È il tempo di resistere, ancora più forte, all’inferno che è già qui“.

Ed è con una frase celeberrima tratta da Le Città Invisibili di Calvino, peraltro incisa sul murale della ex sede del centro in piazza Olimpia (poi trasferitosi, ora è in via delle Acacie 4) che i volontari concludono la loro riflessione. “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

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