Termoli

Pozzo Dolce, fondi Pnrr per fare parcheggio sotterraneo senza tunnel. Chiosco pericolante resta sotto sequestro

Dopo la morte del senzatetto nell'incendio di mercoledì scorso, il progetto torna in commissione Lavori Pubblici. Probabile una trattativa con la De Francesco Costruzioni

La riqualificazione di Pozzo Dolce torna all’ordine del giorno in Comune con un progetto che somiglia molto a quello del vecchio Tunnel, però senza il tunnel stesso. Se ne riparla adesso, dopo la tragedia di mercoledì scorso quando un clochard, ancora senza nome, ha perso la vita all’interno del vecchio chiosco in seguito a un incendio scoppiato attorno alle 18 per cause che la Procura di Larino, tramite un’indagine per incendio doloso, sta tentando di chiarire.

Dopo quanto successo, è stata convocata infatti la commissione ai lavori pubblici per giovedì prossimo 7 dicembre alle 10,30 in Comune, per discutere proprio del progetto di riqualificazione urbana di Pozzo Dolce e Piazza Sant’Antonio e del recupero dell’area degradata e delle rispettive pertinenze. Pozzo Dolce mancava dalle tematiche del Consiglio comunale e delle relative commissioni da ben tre anni: è stato rispolverato dopo l’accaduto, una tragedia che tra i corresponsabili vede il degrado e lo stato di abbandono dell’area, di proprietà del Comune.

Il progetto di riqualificazione che sembrava finito nel dimenticatoio fa parte di quei progetti presentati dal Comune di Termoli per ottenere i fondi PNRR. Circa due anni fa in effetti venne concesso dal Ministero dell’Interno un finanziamento da 5 milioni di euro al Comune per questo intervento che però ha un costo complessivo di quasi 14 milioni e 600 mila euro. Da allora non se ne è saputo più nulla.

In passato l’opposizione rappresentata da Movimento 5 Stelle e Sinistra aveva paventato l’ipotesi che il Comune volesse ripresentare il progetto del tunnel di Termoli escludendo soltanto la galleria tra il lungomare nord e il porto ma mantenendo tutto il resto a cominciare dai parcheggi sotterranei.

Pozzo dolce sequestro

Proprio per fare chiarezza giovedì i membri della commissione consiliare ne discuteranno, ma appare evidente il tentativo del Comune di riportare d’attualità soltanto dopo il dramma avvenuto una riqualificazione attesa da troppo tempo.

Da quanto si sa finora, il progetto che verrà discusso cercherà di ‘riesumare’ quello della riqualificazione su cui si era battuta l’Amministrazione Sbrocca ma che invece l’Amministrazione Roberti mise in soffitta senza dare vita al referendum che era stato annunciato. Rispetto ad allora alcune cose sono cambiate. Ma se prima c’era un finanziamento pubblico di 5 milioni che la Regione non ha più concesso, adesso quei 5 milioni arrivano dall’Europa, leggasi Pnrr. Viceversa, restano sempre da reperire altri fondi, quasi 9,6 milioni, probabilmente da privati.

L’Amministrazione retta ora da Vincenzo Ferrazzano si trova con la patata bollente della sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la sentenza del TAR Molise sostenendo che il Comitato No Tunnel non era legittimato a ricorrere. Tuttavia dopo tutti questi anni potrebbe essere necessario trovare un nuovo accordo con la ditta De Francesco Costruzioni e proprio per questo il Comune vorrebbe dar vita a un progetto rivisitato, che mantenga la realizzazione del parcheggio interrato sotto Piazza Sant’Antonio e la riqualificazione dell’area di Pozzo Dolce ma elimini il tanto osteggiato tunnel di raccordo fra lungomare Colombo e porto. Probabile che l’argomento torni ad essere uno dei principali in vista della campagna elettorale per le Comunali della primavera 2024.

Intanto in attesa dell’autopsia sul corpo dell’uomo trovato morto all’interno del chiosco e di sviluppi nell’indagine condotta dalla polizia e coordinata dalla Procura di Larino, Pozzo Dolce resta sotto sequestro e l’area non verrà riaperta al pubblico nemmeno dopo la fase degli accertamenti giudiziari. Questo perché il chiosco è considerato pericolante secondo quanto verificato dai vigili del fuoco durante i sopralluoghi. Quindi per ragioni di sicurezza l’area rimarrà interdetta finché il Comune non interverrà con il ripristino della stabilità e della staticità dell’intera struttura.

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