L'uomo, il politico, l'aspirante sindaco

Pino Ruta, l’avvocato che vuole fare il sindaco. “Io alle primarie? No, grazie!” E sui 5 Stelle: “Compatibili, ma penalizzati da inesperienza” 

L'avvocato 58enne sarà il candidato sindaco alle elezioni comunali di Campobasso col movimento di Costruire Democrazia. Diffida dalle primarie e dal Pd ma tende la mano al M5S: "Gli obiettivi erano giusti ma hanno avuto troppe difficoltà a entrare nei meccanismi". Difensore dei beni comuni, rivendica l'importanza della sua lunga esperienza professionale che potrebbe dargli una marcia in più "perché conosco bene la macchina amministrativa". Intanto il suo cantiere civico è già in moto.

Pino Ruta a Campobasso è conosciuto soprattutto per la sua attività professionale: lo studio legale su Corso Vittorio Emanuele lo tiene da sempre molto più impegnato della politica. Almeno fino a questo momento quando “dopo 35 anni di attività svolta in una città che mi ha dato tanto, penso sia giunto il momento di restituire qualcosa”.

L’avvocato di 58 anni, sposato, padre di tre ragazzi, sarà uno dei candidati sindaci alle elezioni comunali di giugno 2024. L’investitura è arrivata da parte del movimento di Costruire Democrazia che lui stesso ha fondato, ormai quindici anni fa, con l’amico, collega e attuale consigliere regionale Massimo Romano.

I due sono già lanciatissimi nella campagna elettorale e hanno messo in piedi un “cantiere civico” intercettando nomi interessanti di professionisti   che la politica la osservano con attenzione pur non avendo incarichi nei partiti. Le discussioni e gli incontri a cui stanno prendendo parte personaggi del calibro della docente Adele Fraracci, della dirigente regionale Gabriella Guacci, del funzionario ministeriale Vincenzo De Iasio, dello scrittore Giovanni Cornacchione, del tributarista Piero Colucci, dell’architetto Teresita Vecchiarelli o del medico Giuseppe Cecere (già candidato col Pd alle scorse regionali) porteranno a stilare un programma “capace di dare le risposte che le persone si aspettano. Penso che ci sia una forte domanda di politica in questo momento che può essere intercettata da chi, come noi, non fa valutazioni di convenienza ma un discorso civico vero! E aver avuto già riscontri, sia dall’ala più progressista che da quella conservatrice, ci dice che siamo sulla buona strada”.

Per adesso nei gruppi di lavoro ci sono, oltre a Costruire Democrazia, anche due associazioni impegnate da tempo sui temi della tutela dell’ambiente (Confederazione Civica per Campobasso e Unica Terra).

Pino Ruta, grazie anche a una personalità poliedrica, sarà il ‘frontman’ del gruppo civico che correrà alle elezioni comunali. E la sua, quasi sicuramente, sarà una corsa solitaria.

“Siamo allergici agli accordi coi partiti perché ci porterebbero fuori dai binari”. Eppure gli si potrebbe già contestare che alle scorse Regionali l’accordo sul nome di Roberto Gravina c’è stato eccome: Costruire Democrazia ha sostenuto l’ex sindaco di Campobasso assieme al M5S, al Pd e altri che si sono ritrovati in quel fronte progressista (o di centrosinistra).

Per quale ragione il discorso non dovrebbe reggere alle Comunali?

“Mi rendo conto che spaccare il fronte è una responsabilità, ma le condizioni sono diverse. A livello regionale avevamo una certa compatibilità con Gravina e i 5 Stelle: siamo entrambi movimenti e abbiamo molti punti di convergenza su tematiche ambientali e sociali. Certo che se il candidato fosse arrivato da un altro partito (il Pd, ndr) avremmo avuto maggiori difficoltà a sostenerlo. Alle Comunali c’è possibilità di voto disgiunto (votare una lista non necessariamente collegata a quel sindaco), non c’è la soglia di sbarramento all’8 per cento (utile per la successiva ripartizione dei seggi) e poi si può andare al doppio turno (un secondo turno di votazione tra i due più votati quando nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta del 50% più 1)”.

Insomma, se non proprio un muro quello di Ruta è una preclusione abbastanza evidente. Lui nella partita vuole giocare e da protagonista tanto che esclude l’ipotesi di una sua partecipazione alle primarie allargate del Pd che dovrebbe trovare in questo modo il candidato sindaco della coalizione come ha detto proprio a primonumero il neo segretario Ovidio Bontempo.

“Non sono disponibile, nel modo più assoluto. Le primarie non sono uno strumento attendibile o meglio, non lo è chi le organizza. Già in passato abbiamo assistito a distorsioni di questa consultazione che vorrebbe incarnare un meccanismo democratico per poi rivelarsi una semplice legittimazione di scelte fatte altrove”.

Il riferimento è a Paolo Di Laura Frattura che nel 2011 vinse le primarie del Pd pur essendo stato in passato candidato con Forza Italia.

Insomma, si tratterebbero di uno “strumento privo di garanzie e noi ce ne guardiamo bene dal farne parte”. Ma c’è anche una ragione di carattere temporale che impedisce a Ruta di essere di quella partita: “Il cantiere civico è già in moto, ci siamo organizzati in gruppi di lavoro, andremo a parlare con le persone, coi comitati di quartiere e nelle contrade per riconquistare il contatto con la comunità. Stiamo elaborando una idea di città, vogliamo capire i problemi e le eventuali soluzioni e tutto questo è incompatibile coi tempi e le liturgie delle primarie che ci farebbero arrivare troppo a ridosso delle elezioni. Io penso che le elezioni si vincono anche se c’è un rigore formale di fondo, non mi vendo per un posto al sole, non è questa la mia idea di bene comune, qui c’è da riconquistare la vicinanza con gli elettori”.

E far fruttare la sua esperienza professionale in campo amministrativo che poi è, probabilmente, uno dei suoi maggiori punti di forza.

“Conosco abbastanza bene la macchina amministrativa, ho lavorato in questi anni praticamente con tutti i Comuni, sono stato dirigente in Provincia per un breve periodo e consulente del ministero delle Infrastrutture tra il 2006 e il 2009. I Comuni devono dare soprattutto servizi, la difficoltà maggiore di questi enti, oggi, è quella di saper intercettare risorse e anche di spenderle bene. Io personalmente sono per la valorizzazione degli usi civici, i Comuni devono difendere ciò che è pubblico come l’acqua, il territorio, il paesaggio e il Molise ha molte risorse da poter valorizzare, pensiamo ai tratturi o al tartufo, tutte cose che possono entrare nell’economia locale e generare ricchezza. Ma anche beni immateriali come i Misteri che vorrei un giorno vedere annoverati nel patrimonio Unesco. Le porte però non si chiudono in faccia a nessuno e il dialogo non lo respingo, per natura, mai. Ma se sono intese sui temi ben vengano, se sono solo liturgie della politica non mi interessa”.

Infine, un giudizio sull’amministrazione uscente: “Dei 5 Stelle ho condiviso molti loro obiettivi e penso anche che si sono posti in maniera autentica verso l’elettorato. Ma per inesperienza in campo amministrativo hanno avuto troppe difficoltà nell’attuare i punti del programma che si erano prefissati. Si sono impegnati, gli obiettivi erano giusti, ma hanno impiegato tempo a entrare in meccanismi non facili. Difficoltà, naturalmente, che potrei incontrare anche io, pur avendo da sempre avuto a che fare con le amministrazioni. Sono disposto a provarci, questo è certo”.

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