Videointerviste e foto

Fiaccole e corteo per chi muore sulle strade della ‘nostra’ città. Termoli, cosa vuoi diventare?

Circa 300, senza simboli nè bandiere, all'iniziativa della Città Invisibile a un mese esatto dalla morte del clochard a Pozzo dolce. Le testimonianze di chi lavora con i senzatetto e gli emarginati. Termoli è entrata tra le 200 città italiane dove nel 2023 sono morte persona senza dimora

Termoli, cosa vuoi diventare? È una delle domande poste alla cittadinanza in occasione della fiaccolata per ricordare chi troppo spesso viene dimenticato, in questo caso il senzatetto morto esattamente un mese fa nel rogo di Pozzo Dolce a Termoli. Un incendio che la città non potrà dimenticare, e che oggi – a giudicare dalla partecipazione all’evento – non ha dimenticato.  In tanti, anzi, sembrano essersi ridestati dopo la tragedia che ha gettato luce su un mondo che spesso si tende a non vedere. “Perchè non ci scandalizza?” la domanda che Antonio De Lellis della comunità il Noce/Faced ha rivolto agli astanti davanti alla Chiesa di Sant’Antonio (a due passi da Pozzo Dolce) prima di iniziare la fiaccolata silenziosa che ha attraversato gran parte del centro cittadino.

L’uomo morto non era invisibile. Essere clochard non è una colpa. Arriviamo a distorcere la realtà e a parlare di libero arbitrio quando queste persone hanno tutt’altro che scelto questa vita”. Una vita, ha ricordato De Lellis, in cui mediamente si muore a 46 anni, e il tasso di suicidio è dell’8% contro l’1% della popolazione generale. “Loro sono un pezzo del tessuto di cui è fatta la città”.

Davanti alla stazione ferroviaria, altro luogo simbolo per chi una casa non ce l’ha, sono risuonate anche le voci degli ‘invisibili’, che hanno ricordato i nomi e alcune storie di chi è morto, in silenzio, nelle nostre città.

Fiaccolata pozzo dolce
Fiaccolata pozzo dolce
Fiaccolata pozzo dolce
Fiaccolata pozzo dolce
Fiaccolata contro l'emarginazione
Fiaccolata contro l'emarginazione

Infine il corteo si è spostato in Piazza Monumento e lì lo iato con i rumori della città festante si è fatto più evidente. A pochi passi dalla pista di pattinaggio e dai bar, a prendere la parola sono stati gli operatori del sociale. “Spesso ci sentiamo soli. L’emarginazione che curiamo la viviamo sulla nostra pelle. La grande assente è la politica. Perchè questi temi non sono in cima all’agenda politica?”

“Nessun uomo è un isola” e dopo la lettura del brano sull’inferno dei viventi delle Città Invisibili di Calvino, si è levato il grido “Mai più“. Proprio per questo, come annunciato dal volontario Roberto De Lena, si è deciso di riunirsi ogni mese, simbolicamente proprio il 29, per iniziare – con chi è interessato – a intessere una nuova tela, quella della cura. Sii luce per una città (si)cura recitava uno degli striscioni esposti.

I NUMERI DELL’EMERGENZA CASA

La fiaccolata in memoria del senzatetto morto nel rogo doloso di Pozzo Dolce, sulla quale è in corso una indagine della Procura della Repubblica di Larino coordinata dalla Polizia, che sarebbe vicina a un punto di svolta sul responsabile che ha appiccato il fuoco, è stata soprattutto occasione per portare, nel cuore dello svago e dello shopping di Termoli, il dramma della emergenza abitativa. Nel 2022, ultimo dato definitivo disponibile, in Molise ci sono stati 390 sfratti, ed è il più alto numero registrato negli ultimi anni. Lo hanno detto gli operatori sociali de La Città Invisibile al termine della fiaccolata, durante il momento di riflessione in piazza Monumento. “Gli sfratti sono in aumento – le parole dei volontari – eppure non hanno spazio nel dibattito politico se non in modo sommario e strumentale”.

“Noi non ci sentiamo riconosciuti nella società e ci sentiamo precari noi stessi, e noi stessi a rischio povertà. Il senso alla giornata – hanno concluso – deve essere quello di porre un freno alla indifferenza e anche alla idea del lavoro sociale senza anima”. Da qui si vuole iniziare un percorso di condivisione dei problemi che riguardano gli ‘invisibili’ e chi lavora per e con gli invisibili, con un momento di confronto “tra chi vorrà esserci, per parlare di emarginazione e inclusione a Termoli, in una ottica di migliorare la qualità di vita di chi sta attorno e di riflesso anche la nostra”.

La tragedia avvenuta il 29 novembre diventa dunque una chance per acquisire consapevolezza e migliorare il contesto sociale e individuale della collettività. Una sfida lanciata a una città che oggi è sembrata prendere coscienza, almeno in parte, dell’esistenza di un mondo parallelo, a due passi dal Corso nazionale e dai luoghi deputati alle decisioni e ai progetti sociali.

LE VIDEOINTERVISTE

 

Più informazioni
leggi anche
Fiaccolata pozzo dolce
Dopo la fiaccolata
“Termoli, cosa vuoi diventare?”: al via percorso assembleare. Indetta raccolta solidale per senzatetto
commenta