San pietro avellana

Cani avvelenati, la sindaca ordina la riapertura della tartufaia dopo la bonifica

La decisione a seguito delle attività di ricerca e bonifica condotte dall'unità cinofila antiveleno del Nucleo Carabinieri Forestale di Frosolone e dall'Unità antiveleno del Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise.

Dopo la tragica morte di decine di cani a causa dell’avvelenamento nella tartufaia di San Pietro Avellana, la sindaca Simona De Caprio ha emesso un’ordinanza per la riapertura dell’area. La decisione è giunta a seguito delle attività di ricerca e bonifica condotte dall’unità cinofila antiveleno del Nucleo Carabinieri Forestale di Frosolone e dall’Unità antiveleno del Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise.

L’area interessata, che comprende la Piana di Sangro, Bosco Cantalupo, Tratturo Celano Foggia e Bosco Difesa-Grande, resta tuttavia sottoposta a restrizioni, in particolare per i cani adibiti alla ricerca del tartufo o per attività venatoria, che devono utilizzare la museruola.

Le indagini coordinate dalla Procura di Isernia sono in corso con le ipotesi di reato che includono maltrattamento di animali e avvelenamento di sostanze alimentari. Gli esami necroscopici eseguiti presso l’Istituto Zooprofilattico di Isernia stanno cercando di determinare con precisione la sostanza ingerita dai cani avvelenati.

Molti dei tartufai che frequentano la zona provengono anche da territori limitrofi, e quanto accaduto è responsabile di un impatto negativo sull’immagine e sull’economia locale.

Gli esami microscopici sulle carcasse, condotti presso l’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise, forniranno ulteriori dettagli sulla sostanza utilizzata per avvelenare i bocconi. Almeno 15 gli animali avvelanati e uccisi.

La tartufaia coinvolta non è riservata ma libera, una situazione che il presidente nazionale dell’associazione tartufai italiani, Riccardo Germano, aveva considerato problematica. “La presenza crescente di tartufaie riservate ha limitato la ricerca libera, contribuendo a creare un ambiente che potrebbe spingere alcuni a compiere azioni disperate”.

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