Campobasso

Spacciavano cocaina usando i figli piccoli, i carabinieri chiudono le indagini. In 13 compariranno davanti al giudice

Dovranno comparire davanti al giudice Roberta D'Onofrio, a fine novembre prossimo, tutte le persone indagate nell'ambito di quella che è stata la prima operazione in Molise che vede iscritto a carico degli indagati (nell’ambito della comunità rom) l’articolo 74: associazione a delinquere finalizzata allo spaccio, giustificato dal vincolo familiare e dalla lingua

È “Operazione Friends”, condotta a maggio scorso dai carabinieri del comando provinciale di Campobasso, la prima inchiesta che vede iscritto per la prima volta a carico degli indagati (nell’ambito della comunità rom) l’articolo 74: associazione a delinquere finalizzata allo spaccio, giustificato dal vincolo familiare e dalla lingua.

L’operazione risale a maggio scorso ed è stata coordinata dalla Procura del capoluogo fino ai comuni del Basso Lazio.

Venti le persone indagate a vario titolo per favoreggiamento e concorso, quattro arrestate. Tutte persone di Campobasso ad eccezione di tre: uno di Isernia e due, appunto, di Frosinone. Nomi radicati nel tessuto sociale di Campobasso.

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Tredici di loro, a fine novembre, compariranno davanti al giudici per le indagini preliminari, Roberta D’Onofrio, che deciderà se andranno a processo o se eventualmente emettere un verdetto in base alla richiesta di riti alternativi. Tredici – rispetto ai venti iniziali – perché per alcuni la posizione è stata stralciata, per altri ancora è stata archiviata.

Va detto che l’operazione dei carabinieri ha disarticolato un’organizzazione con a capo un uomo di 37 anni che gestiva tutto. Insieme a lui la moglie 42enne. I loro sodali sono altre due persone di 47 e 55 anni, si tratta della coppia di coniugi che si riforniva a Frosinone.
Le indagini hanno messo in luce la trasversalità dei clienti: per la maggior parte tutti di Campobasso. Intercettazioni telefoniche e ambientali hanno consentito di evidenziare come il mercato di cocaina nel capoluogo è purtroppo fiorente. In operazione “Friends” i carabinieri hanno operato in un contesto particolare, con soggetti legati da vincoli di parentela “che hanno reso complessa la permeabilità investigativa”. Nonostante questo, sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a “carico di questo gruppo gestito da questo 37enne con base di spaccio in via San Giovanni a Campobasso”.

Nel corso delle attività durate dieci mesi da aprile 2021 fino a febbraio 2022 ci sono stati diversi arresti. “La droga – avevano riferito in conferenza stampa i carabinieri – per la prima volta arrivava dal Lazio. Ma la cosa che ha destato preoccupazione è data dal fatto che spesso le cessioni avvenivano alla presenza di figli minori, anzi in alcuno casi la droga veniva nascosta addosso ai figli. Questo è un aspetto preoccupante, sottolineato anche dal Giudice per le indagini preliminari”.