Campobasso

Per Giulia e tutte le donne uccise, prima 60 secondi di silenzio poi il “rumore” della rivoluzione culturale

Un minuto di silenzio in tutte le scuole quello osservato da studenti e studentesse alle 11 di oggi in onore di Giulia Cecchettin e di tutte le donne abusate di vittime di violenza. Poi l'esplosione di un applauso rumoroso per dire "basta"

L’omicidio di Giulia Cecchettin ha scosso l’opinione pubblica in una ondata emotiva e mediatica in cui si intrecciano dolore e rabbia, ma anche riflessioni e voglia di una rivoluzione culturale che deve iniziare, adesso.

Quello di Giulia è stato un orribile omicidio, un femminicidio, che ha colpito la coscienza di tutti. E tutti oggi si chiedono da dove si deve iniziare per invertire quella tragica tendenza che racconta della mattanza di una donna uccisa circa ogni 48 ore in Italia.

Se ne parla ovunque. Anche a scuola, soprattutto a scuola. Dove insegnanti e dirigenti stanno facendo il possibile per rapportarsi con i ragazzi e confrontarsi con loro su quello che non dovrebbe mai accadere in una rapporto sano e alla pari.

Il valore simbolico delle riflessioni che si rincorrono nelle aule e nei corridoi delle scuole è stato espresso questa mattina, alle 11, con 60 secondi di silenzio. Alla “F.Jovine” ma in tutti gli istituti, la campanella ha fermato le attività. Ha bloccato le coscienze costrette, qualora non fosse ancora accaduto, ad interrogarsi. Ma i ragazzi lo sanno, sanno che nel 2023 ancora non terminato, ci sono già 84 vittime. A loro va il pensiero di questi ragazzi che esplode alla fine in un rumoroso applauso, in un rumore rivoluzionario che deve costruire dopo aver meditato. E capito.

commenta