Campobasso

Maestosità e storia: il convitto ‘Mario Pagano’ luogo della cultura da oltre 200 anni

Inaugurato nel 1817 come ‘collegio Sannitico’, si sviluppa per 61 metri su via Mazzini ed è immerso in un giardino che ospita piante preziose. Ebbe una cattedra nel convitto anche Giovanni Gentile.

Elegante, maestoso, pregno di cultura, sprizzante storia da tutti gli angoli. Il convitto ‘Mario Pagano’ è uno dei massimi simboli della città di Campobasso, capace di raccordare tre strade importanti del centro: via Mazzini innanzitutto, poi corso Bucci e via Veneto. Sorge in uno splendido e sempre curatissimo giardino che ospita diverse specie preziose di alberi.

Già dal 1340 al suo posto sorgeva il convento di San Francesco della Scarpa che fu semidistrutto dal terremoto del 1805 e ristrutturato dall’architetto Bernardino Musenga. All’inizio prese il nome di ‘collegio Sannitico’: l’inaugurazione il 16 novembre del 1817, esattamente 206 anni fa. Con decreto del 25 gennaio 1854 assunse il nome di Real Collegio Sannitico. Mentre il 4 marzo del 1865, con decreto del re Vittorio Emanuele II, il collegio prese l’attuale denominazione di convitto nazionale ‘Mario Pagano’, in onore del giurista, politico e patriota italiano Mario Pagano.

Diversi personaggi illustri si sono formati o hanno insegnato nel convitto del capoluogo. Su tutti, Giovanni Gentile, ministro dell’istruzione durante il fascismo, che ebbe una cattedra presso il ginnasio. Oggi, sotto il rettorato della dirigente Rossella Gianfagna, è possibile iscriversi alla scuola primaria, alla secondaria di primo grado e al liceo scientifico, tutte scuole statali. Oltre due secoli di vita e migliaia di studenti e insegnanti ospitati nel corso dei decenni.

Il prospetto dell’edificio è di ben 61 metri e conta tre piani affacciandosi, come detto, su un giardino impiantato alla fine del 1800. A proposito, svetta la sequoia gigante oltre al ginkgo biloba e il cedro del libano che nascondono alla vista e rendono in qualche modo misterioso il secolare convitto. Che a Natale dà grande sfoggio di sé con luminarie sempre molto belle e sobrie.

Sulle pareti dell’imponente aula magna ci sono diversi dipinti dell’artista Romeo Musa. Sul lato destro “Castello di Termoli 1247”, “Corsa di buoi con carri a San Martino in Pensilis”, “Rovine di una Chiesa – Castropignano”, “Abbazia di San Vincenzo al Volturno – Resti delle arcate”, “Traglie di grano – Gambatesa”. Sul lato sinistro “Sagra del Matese”, “Il Conte Verde”, “Castello di Castropignano”, “Aratura – Badia di Santa Maria della Strada”, “Neve – Sant’Antonio Abate – Campobasso”, “Castello di Carpinone”. In fondo “La trebbiatura”.

Mentre nell’oratorio trovano posto alcuni affreschi di Amedeo Trivisonno: “L’Adorazione dei Magi”, “La Disputa con i Dottori” e “La Crocifissione”.

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