La legge

Italia prima al mondo a vietare la carne coltivata. Coldiretti esulta, animalisti e ambientalisti critici

Il sì della Camera spiana la strada alla legge che frena produzione e commercializzazione di carne in laboratorio, ma non mancano le polemiche

È stato approvato in Parlamento il disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione in Italia di carne coltivata. Il Ddl prevede che i trasgressori rischiano multe dai 10 mila ai 60 mila euro. Il sì della Camera, che segue quello del Senato del luglio scorso, è arrivato ieri, non senza polemiche. L’Italia è infatti il primo Paese al mondo ad approvare una legge di questo tipo.

Per ora la commercializzazione della carne coltivata è vietata in tutta l’Unione europea, visto che l’Autorità per la sicurezza alimentare europea riceve dagli Stati membri la richiesta di esprimere il proprio parere sulla sicurezza di questo prodotto. Se l’EFSA si pronuncerà a favore, aprirà così alla commercializzazione della carne coltivata in UE, e in questo modo il divieto di importazione previsto dalla legge approvata dal Parlamento italiano potrebbe andare in contrasto con il principio di libero scambio tutelato dal diritto Ue e di conseguenza portare all’apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia. Attualmente la carne coltivata è stata approvata per la commercializzazione solo a Singapore e negli Stati Uniti.

In Italia a capo della battaglia contro la carne coltivata (e non sintetica perché di sintetico non ha nulla) c’è Coldiretti, la più grande organizzazione di categoria che rappresenta migliaia di lavoratori del settore agricolo e zootecnico.

L’approvazione della Legge sul cibo artificiale è un risultato che tutela la qualità, la salute e i primati Made in Italy” afferma oggi il presidente regionale di Coldiretti Molise, Claudio Papa. L’associazione aveva coinvolto diversi Comuni molisani che avevano deliberato contro il cibo in laboratorio. Inoltre la Coldiretti aveva avviato una petizione raccogliendo migliaia di firme.

“Una legge – dice il direttore di Coldiretti Molise Aniello Ascolese – a difesa delle nostre produzioni agroalimentari, ma anche un segnale importante per l’Unione Europea che, nel rispetto del principio di precauzione, ha già portato da oltre 40 anni a mettere al bando negli alimenti l’uso di ormoni che sono invece utilizzati nei processi produttivi della carne a base cellulare”.

coldiretti bandiere

“Dopo l’approvazione definitiva della legge per fermare i cibi costruiti in laboratorio nei bioreattori –annuncia il presidente Papa – la battaglia si sposta ora in Europa dove l’Italia, che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute dei cittadini”.

Di opinione opposta l’associazione Essere Animali, per la quale “con questa decisione l’Italia punta esclusivamente a tutelare un settore produttivo, la zootecnia, che contribuisce alla crisi climatica e causa gravi sofferenze negli animali”. Non sono solo le organizzazioni come Essere Animali a esprimere sgomento per questa decisione antiscientifica e ideologica, anche voci eminenti come quelle della scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo hanno preso posizione contro il disegno di legge, definendola “una legge-manifesto” inutile e “cara a Coldiretti”, a riprova della palese relazione privilegiata tra la maggioranza di governo e i portatori di interesse nell’industria zootecnica”.

In passato anche Legambiente si era espressa a favore della ricerca sulla carne coltivata, in particolare per gli effetti benefici relativi alle emissioni di gas serra e quindi a una delle cause del cambiamento climatico. “La produzione di cibo è responsabile per quasi un terzo delle emissioni di gas prodotte dalle attività umane e circa la metà dei terreni abitabili del pianeta è occupata da allevamenti e coltivazioni che usano circa il 70% dell’acqua potabile a cui abbiamo accesso”.

Adesso il Ddl passa al vaglio del Presidente della Repubblica che potrebbe firmarlo o rimandarlo alle Camere per delle modifiche e successivamente dovrà essere pubblicato in Gazzetta ufficiale per diventare legge.

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