Pozzo dolce

Indagini difficili su vittima e rogo. Non sono stati trovati inneschi nè fornelletti da campo. Ci sarà l’autopsia

Nuovo sopralluogo della polizia Scientifica nell'area di Termoli che resta sotto sequestro. Inquirenti al lavoro sulla identità della vittima e sulle cause della morte: non è scontato che sia stato il fuoco a uccidere l'uomo, trovato accovacciato accanto a un vecchio materasso. La salma sarà sottoposta ad autopsia: la Procura di Larino che ha aperto un fascicolo nella immediatezza dei fatti affiderà l'incarico a un medico legale di Chieti.

Questa mattina è tornata la Polizia Scientifica a Pozzo Dolce per un nuovo sopralluogo. Sono state scattate foto, repertati alcuni oggetti trovati vicino la baracca distrutta dall’incendio che si è sviluppato, per cause da accertare, nel tardo pomeriggio di ieri e che è costato la vita a una persona non ancora identificata.

Scientifica

Le indagini sulla vittima e sul rogo sono complicate. Anche perché, spiegano dalla Procura della Repubblica di Larino, si tratta di un incendio che ha riguardato uno stabile già incendiato. Nello scorso luglio infatti Pozzo Dolce, nel punto esatto distrutto dalle fiamme ieri, è stato interessato da un rogo simile. All’epoca però, e questa sembra una delle poche certezze confermate dalla Procura di Larino, nessuno viveva all’interno della baracca. Non c’erano tracce umane, a differenza di quanto hanno scoperto ieri i vigili del fuoco quando, durante le operazioni per spegnere il rogo, si sono imbattuti in un cadavere carbonizzato, irriconoscibile.

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Non ci sarebbero elementi in grado di aiutare nella sua identificazione ad eccezione di una collana di metallo, forse oro, al collo. Accanto a lui un materasso vecchio, alcune coperte e i resti di pranzi e cene consumati lì dentro. Non è stato trovato nessun fornelletto, contrariamente a quanto trapelato in un primo momento, forse sulla base di sospetti vaghi dei sanzatetto che frequentano la zona e sanno che il fornelletto da campeggio fa parte dell’armamentario base della sopravvivenza in strada, tanto più in inverno. Ma non c’era alcun fornelletto a Pozzo Dolce, secondo gli accertamenti svolti dagli inquirenti. Impossibile che l’uomo abbia acceso la fiammella per scaldarsi o scaldare qualcosa.

Pozzo dolce sequestro
Pozzo dolce sequestro
Pozzo dolce sequestro
Pozzo dolce sequestro

Non sono stati trovati punti di innesco, né oggetti che possano far immaginare un dolo dietro l’episodio: nessuno straccio imbevuto di benzina, nè bottiglie incendiarie. “La ricerca sugli accelleranti – conferma la Procuratrice – finora non ha dato risposte”.

Nelle prossime ore il Nucleo Investigativo dei vigili del fuoco di Campobasso tornerà per altri accertamenti più approfonditi. Il caso è seguito dalla Pm Marianna Meo, delegata dalla procuratrice capo che ieri sera fino a tardi ha assistito alle operazioni fino alla rimozione della salma per la quale ha dato il nulla osta.

Il corpo è stato portato all’ospedale San Timoteo di Termoli. L’autopsia sarà effettuata dal medico legale il professor D’Ovidio, al quale la Procura conferirà l’incarico. E’ probabile che l’autopsia si faccia a Chieti dove ci sono attrezzature tecniche in grado di effettuare gli accertamenti richiesti e necessari, dai quali potrebbe emergere una risposta sia sulla identità della persona che sulla causa di morte. Non è detto che il decesso sia avvenuto a causa del rogo. “Non possiamo escludere nulla in questo momento – chiarisce la procuratrice di Larino Antonelli – né l’evento accidentale, né il gesto volontario”. E nemmeno l’omicidio, si intuisce. “Siamo indagando e acquisendo elementi che le condizioni attuali non rendono semplici trovare”.

Pozzo dolce
Pozzo dolce
Pozzo dolce

Al momento infatti non si sa nemmeno da dove siano partite le fiamme, che peraltro hanno riguardato una struttura già incendiata. Escluso solo che sia partito da quadri elettrici che sono dismessi e non servono la zona, e che versano in condizioni di assoluto degrado e abbandono. Pozzo Dolce è proprietà del Comune di Termoli, che finora si è limitato a parlare genericamente di “progetti” senza in realtà provvedere nè alla bonifica nè alla riqualificazione.

L’area resta sotto sequestro giudiziario. Nessun elemento è arrivato dalle immagini della videosorveglianza: non ci sono telecamere funzionanti nella zona.

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