Voci da larino

Zes unica per il Sud, dal Fuori Fiera l’altolà: Molise per una volta in testa, con riforma si rischia di perdere lavoro fatto

Le opportunità economiche delle zone economiche speciali al centro dell'ultima serata del talk ideato e condotto da Antonello Barone. Dal commissario straordinario Guadagnuolo la notizia della probabile prossima istituzione di una zona franca doganale al Cosib e dall'assessore regionale alle attività produttive l'idea di creare uno sportello ad hoc in Molise. Con la consapevolezza che "questo è l'ultimo treno e non va perso"

La riforma del Ministro Fitto prevede l’accorpamento delle Zone economiche speciali del Mezzogiorno che da otto diventeranno una sola. È in particolare su questo, e dunque su relativi opportunità e rischi, sulle luci e sulle ombre, che si è discusso nell’ambito della seconda e ultima serata del Fuori Fiera, il nuovo format di Antonello Barone (ideatore del Festival del Sarà) promosso e voluto dall’Amministrazione Puchetti in occasione della 280° Fiera d’Ottobre di Larino.

Sul palco allestito nell’atrio di Palazzo Ducale ieri, 13 ottobre, un parterre di ospiti tecnici e politici, a partire dal Commissario straordinario della Zes adriatica (Puglia e Molise) a cui tanti al microfono hanno riconosciuto “il lavoro straordinario fatto fin qui”. Zes, come abbiamo imparato a comprendere, fa rima con investimenti (il più grande sul nostro territorio finora è quello della multinazionale Itt nella zona industriale di Termoli, pari a 70 milioni) e di conseguenza con posti di lavoro. “Il Molise è indubbiamente un territorio attrattivo – l’endorsement dell’ingegnere Manlio Guadagnuolo e il lavoro portato avanti insieme al Cosib è encomiabile”.

Poi la notizia di estrema rilevanza economica: “Abbiamo individuato all’interno del consorzio industriale del Biferno una zona franca doganale, sebbene ancora da perimetrare”. Per il presidente Pierdonato Silvestri, che ha preso il posto di Di Pardo che ha dismesso i panni del sindaco di Petacciato una volta divenuto consigliere regionale, si tratta di “una necessità delle aziende del territorio che fanno import ed export, quella di fare dogana, estremamente significativa. Se riusciremo nell’intento sarà grazie al lavoro instancabile del commissario con cui ci sentiamo spessissimo”.

Fuori Fiera - 2° serata

Guadagnuolo ha sottolineato le potenzialità del decreto legge, in generale e per la nostra regione, a cominciare dal fatto che “l’intero territorio molisano rientrerà nella nuova Zes”. Dunque sarà possibile l’ampliamento anche ad altri tipi di investimento, in settori che finora sono rimasti fuori (un esempio fatto è quello del turismo). “Temo però – evidenziata dunque anche qualche criticità, ndr – che saremo subissati da istanze dal primo gennaio perchè il territorio zes come modificato sarà 500 volte superiore a quello attuale”.

Un accentramento, quello previsto dalla riforma Fitto, che preoccupa l’assessore regionale Andrea Di Lucente. “Speriamo che il lavoro fatto con Guadagnuolo non vada perso. La nostra Zes peraltro è stata molto attiva ed efficiente”. L’assessore alle attività produttive non ha lesinato critiche alla passata classe politica. “Devo dire che i primi mesi in assessorato sono stati difficili, le attività produttive sono state relegate ad attività marginale ed è impensabile. Lo dimostra il fatto che non abbiano una sede propria”. Poi l’annuncio dell’intenzione di aprire uno sportello Zes in Molise (attualmente è solo a Bari). “Ci stiamo lavorando, le aziende hanno bisogno in primis di essere ascoltate e accompagnate e un punto di riferimento, con una sede fisica, serve”.

Fuori Fiera - 2° serata

A mettere in luce le ‘ombre’ anche l’avvocato cassazionista Gabriele Sepio (in video collegamento) che ha evidenziato come “i territori hanno dimostrato velocità diverse” e “la Zes unica non esalta i tratti caratteristici di ogni territorio”. D’altra parte “con la Zes si disegna il futuro di un territorio e capisco la preoccupazione dell’assessore per la riunificazione di tutte quelle del Meridione”. Detto ciò, il professore di diritto tributario ha sottolineato i vantaggi fiscali che ci sono e continueranno ad esserci. Di Lucente però ha ammonito: “Quello che sta passando è l’ultimo treno e non va perso” e, incalzato sul punto da Barone, ha ammesso che a rischio c’è anche l’autonomia della 20° Regione d’Italia. Lo stesso moderatore ha evidenziato che con il lavoro fatto tramite la Zes “il Molise è in testa”: bisogna stare attenti ora a non perdere il vantaggio accumulato.

Parola anche al ‘padrone di casa’, il sindaco Pino Puchetti, anche lui preoccupato della possibile penalizzazione per il Molise che potrebbe arrivare dalla riforma e che ha ribadito la necessità di creare una sinergia virtuosa fra Larino (che non fa parte del Cosib ma ha la sua zona Pip) e il consorzio bassomolisano i cui terreni insistono in particolare su Termoli. Aree che hanno attitudini economiche differenti (l’agroalimentare per Larino, l’industria per il Cosib) ma che vogliono collaborare per il bene del territorio.

Per Irene Tartaglia della Confcommercio Molise il rischio è anche legato al tessuto imprenditoriale della regione, fatto perlopiù di piccole e piccolissime imprese. “Il 26% delle quasi 34mila aziende è inoltre del settore agricolo e dunque tagliato fuori dagli investimenti Zes”. E poi la sfida: attirare giovani imprenditori, sempre più rari. Non a caso la sua parola per il salvapecunia è stata ‘restanza’.

L’esponente del Governo regionale ha portato l’attenzione poi sul gap infrastrutturale, aspetto tutt’altro che secondario specie per i territori interni più che su quelli che si trovano sulla direttrice adriatica. “Vogliamo creare 3 snodi intermodali: uno su Termoli, uno su Campochiaro e uno su Pozzilli”.

“Stiamo lavorando per riattivare la linea ferroviaria interna dismessa da anni – così il sindaco di Campomarino nonchè attuale numero uno del Cosib -. Puntiamo al trasporto merci su rotaie e in questo possiamo diventare un modello”. Silvestri – che ha esortato gli imprenditori ad avere coraggio in questo momento difficile per l’economia, anche a causa dei conflitti bellici – ha confermato che “molte aziende vogliono insediarsi nel nostro nucleo. Siamo attrattivi e sicuramente c’è stato un cambio di passo negli ultimi anni”.

Infine l’investimento per eccellenza, quello (di oltre 2 miliardi) di Acc che nello stabilimento Fca produrrà batterie elettriche. La seconda gamba può essere la formazione, in modo da creare un hub di ricerca che affiancherà la multinazionale grazie anche al supporto del Politecnico di Torino? “Certo – ha chiosato Di Lucente – ne stiamo già parlando col Ministero. Ci sono tante opportunità, dobbiamo essere bravi a intercettare i fondi e a saperli spendere”.

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