Fuori dal sistema

Presentato a Campobasso l’ultimo libro di Luigi De Magistris, un ‘sovversivo’ che osserva la Costituzione

Ieri sera all'hotel San Giorgio di Campobasso l'ex magistrato e già sindaco di Napoli ha presentato "Fuori dal Sistema", evento organizzato dal movimento Costruire Democrazia che fa riferimento in Regione al consigliere Massimo Romano

A meno di un mese dall’uscita in libreria di “Fuori dal sistema” l’ultimo libro di Luigi De Magistris, anche Campobasso ha potuto accogliere l’ex magistrato e già sindaco di Napoli, oggi portavoce di Unione Popolare. La presentazione, organizzata all’hotel San Giorgio dal movimento del consigliere regionale Massimo Romano (Costruire Democrazia) è stata una testimonianza di chi delle istituzioni ha fatto parte lasciando una eredità che è – come ha detto Romano – “il presidio della memoria contro un ‘sistema’ che inghiotte differenze e speranze garantendo se stesso all’ombra della livella del ‘tanto sono tutti uguali’”.
de magistris
Chi uguale agli altri non lo è mai stato è certamente Luigi De Magistris che ha portato nel capoluogo molisano la sua esperienza da sindaco di una città complessa e complicata come Napoli. Lo ha fatto per parlare soprattutto della Costituzione e di come andrebbe difesa e applicata per il bene dei cittadini. 
De Magistris ha portato l’esempio dell’acqua che lui, da primo cittadino, ha trasformato in azienda pubblica “che fa utili da reinvestire nella rete, nel miglioramento delle infrastrutture e per abbassare le tariffe”. Prima di lui era una Spa che faceva profitti.
Una scelta politica, la sua, seguita a quell’imponente risposta del popolo italiano al referendum sull’acqua fatto nel 2011. Quello in cui più del 95% barrò il Sì per dire che con l’acqua non si doveva fare profitto.
L’ex sindaco non ha tradito quella sovranità popolare “abbiamo attuato quel referendum e per averlo fatto siamo considerati una sorta di sovversivi. Il governo Draghi, il cosiddetto governo dei migliori, ad agosto del 2022 ha approvato una legge sulla concorrenza che impone agli enti locali le privatizzazioni”.
Dal racconto sull’acqua e l’azienda pubblica Abc, oggi una consolidata realtà a Napoli capace di garantire qualità, tariffe basse e bilanci trasparenti, l’ex togato è passato a quello sulle delibere dei beni comuni.
“Napoli – ha detto – era piena di luoghi degradati che i cittadini, riuniti in associazione, hanno utilizzato senza dare nulla in cambio al Comune, per attività di teatro popolare, ambulatorio, lotta alla dispersione scolastica, insegnamento di italiano ai migranti. Anche questo dicevano che non si poteva fare, che erano persone che occupavano e invece per me liberavano quei luoghi e li ringraziavo per questo. Dicevano che serviva una controprestazione monetaria in cambio, ma non c’è scritto da nessuna parte nella Costituzione perché un profitto culturale o sociale vale più di un profitto economico”.
Di questo e di tanto altro parla “Fuori dal sistema”, anche delle sue anomalie e del fatto che le mele marce “non sono casi isolati ma a volte una vero e proprio frutteto” composto da chi, forse, non ha neppure piena consapevolezza di agire nelle istituzioni facendo gli interessi di lobby e corporazioni.
E forse – aggiungiamo noi – è proprio questo l’aspetto più crudele di tutta la faccenda: viviamo in una società che non è più felice perché non agisce per il bene comune. E si allontana dalla politica perché la ritiene responsabile della propria condizione senza capire che in fondo l’impegno politico può essere di tutti, ogni giorno, e non solo di sindaci, governatori, presidenti o consiglieri regionali. La difesa del bene comune è anche di chi fa un lavoro umile o di chi un lavoro non ce l’ha affatto.  (ad)
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