Le reazioni

La Ue impone telecamere Gps sui pescherecci, marineria in rivolta: “Stanno uccidendo questo mestiere”

Il nuovo regolamento approvato martedì a Strasburgo prescrive che le imbarcazioni da pesca abbiano un dispositivo di tracciamento per localizzarle e identificarle. Critiche da Federcoopesca e Armatori del Molise: "Settore criminalizzato"

Una telecamera con Gps da piazzare a poppa per controllare e localizzare le imbarcazioni da pesca. È una delle novità, forse la più contestata, introdotte dal nuovo sistema di controllo della pesca dell’Ue approvato ieri e che sta già scatenando proteste nella marineria termolese. “Questa è la morte del nostro settore” sintetizza Domenico Guidotti di Federcoopesca Molise. “Stanno uccidendo questo mestiere” rincara Paola Marinucci, presidente dell’associazione Armatori pesca del Molise.

Il regolamento è stato approvato dal Parlamento europeo in via definitiva martedì 17 ottobre con 438 voti favorevoli, 146 contrari e 40 astensioni.

Queste le principali novità: “Tutte le imbarcazioni dovranno avere a bordo un dispositivo di tracciamento che consenta alle autorità nazionali di localizzarle e identificarle a intervalli regolari. Alcune imbarcazioni di piccole dimensioni potranno essere esentate da questo obbligo fino al 2030, mentre le flotte pescherecce di piccole dimensioni avranno quattro anni per adeguarsi ai nuovi requisiti” si legge sul sito del Parlamento europeo.

“Tutti i pescherecci dell’UE, senza eccezioni, dovranno registrare e dichiarare le proprie catture in modo digitalizzato. Ciò varrà in particolare per i giornali di pesca, le dichiarazioni di trasbordo e le dichiarazioni di sbarco. I comandanti dei pescherecci di lunghezza inferiore a 12 metri potranno compilare e presentare una dichiarazione semplificata al termine della giornata di pesca, una volta giunti in porto e prima dello sbarco. Per la prima volta, anche le imbarcazioni che effettuano pesca a scopi ricreativi dovranno dichiarare le catture, attraverso sistemi elettronici predisposti dalle autorità nazionali o dalla Commissione”.

L’UE sta di fatto criminalizzando un settore che si trova già in grande sofferenza” ha commentato in queste ore l’eurodeputato della Lega Massimo Casanova, membro della Commissione Pesca. “Un insieme di norme che confermano l’approccio vessatorio della Commissione – denuncia Casanova -. Con lo stop dello strascico poi, peraltro indispensabile nella lotta a specie aliene invasive come il granchio blu, il rincaro dei carburanti e i ritardi nella riscossione degli introiti pregressi relativi al fermo biologico, molte aziende ittiche getteranno la spugna. Un dramma per un comparto cruciale dell’economia e della cultura italiana, espressione della nostra identità che l’omologazione socio-culturale che l’UE vorrebbe imporci rischia di smantellare”.

Commenti carichi di preoccupazione anche quelli che arrivano da Termoli, dove la flottiglia ha appreso in queste ore con rabbia e angoscia le notizie in arrivo da Strasburgo. “Consideriamo il nuovo regolamento un disastro, sia per la pesca a strascico che per la piccola pesca – dice Domenico Guidotti -. È una ulteriore spallata alla pesca artigianale che va a incentivare le importazioni. Purtroppo abbiamo provato a fare pressione coi nostri politici ma non ci siamo riusciti. L’unica cosa buona è che per la prima volta l’Italia ha votato contro in maniera compatta”.

Domenico Guidotti Federcoopesca

“La colpa è degli ambientalisti e del centrosinistra che governa in Europa” è il pensiero di Marinucci. Dietro la decisione, secondo la presidente degli armatori molisani, potrebbe profilarsi l’ormai annoso conflitto fra mari del Nord e Mediterraneo. “Il regolamento nasce per garantire il consumatore. Ma se metti una telecamera a poppa su un peschereccio a strascico dei mari del Nord è per capire il pesce come viene pescato, tagliato, sfilettato. Al consumatore dell’Adriatico invece il prodotto va garantito con la freschezza. Gli ambientalisti lamentano che il pesce piccolo rigettato in mare dai pescatori inquinerebbe. E se invece li costringiamo a riportarlo a terra non è peggio?”.

Guidotti cerca di far capire la gravità delle decisioni adottate. “Già oggi vengono comunicati i dati sul pescato, come fa ogni settore produttivo tramite la propria associazione di categoria. A parte il costo, perché parliamo di dispositivi che costano 2mila euro, ma è proprio il concetto. Si parte dal presupposto che il pescatore sia un delinquente”. Poi rivela: “Mi sono arrivati molti messaggi, a qualcuno viene da piangere, altri ritengono tutto questo assurdo”.

Paola Marinucci armatori pesca

“Siamo in stato di agitazione, tutti molto demoralizzati – conferma Paola Marinucci -. Molte barche sono ancora in mare e rientreranno venerdì quando poi si incontreranno le marinerie di tutta Italia e decideranno che fare. Una protesta? È probabile”.

Una carta da giocarsi potrebbe essere quella della violazione della privacy. “Perché in altri lavori le telecamere non possono inquadrare i dipendenti e per la pesca sì?” chiede Marinucci. Guidotti invece ritiene che “il primo passo da fare sarà un ricorso per violazione della privacy”.

commenta