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La Regione mette in vendita per 6 mln l’ex Roxy. “Sarà Casa dello Studente o sede Corte dei Conti”

Approvata a maggioranza la delibera che inserisce l'ex hotel del centro di Campobasso nel piano delle alienazioni. Contraria la minoranza che teme "una colata di cemento"

L’ex hotel Roxy di Campobasso potrà essere venduto dalla Regione Molise al prezzo di 6 milioni di euro. È quanto prevede la delibera di Consiglio regionale approvata nel pomeriggio dopo una lunga discussione. La Regione inserirà quindi l’immobile sulla piattaforma Invimit del Ministero delle Finanze per la vendita a quella cifra. Se nessuno dovesse rispondere al bando, l’edificio ormai fatiscente nel centro di Campobasso resterà di proprietà della Regione.

Tramontate quindi l’ipotesi di realizzare una finanza di progetto affidando l’immobile a un privato per farne un grosso complesso edilizio, come inizialmente pensato dalla Giunta Toma due anni fa. In soffitta anche l’ipotesi di fare del Roxy la sede della Regione Molise che oggi paga con soldi pubblici le sedi attuali.

«La delibera di Giunta sull’inserimento dell’ex hotel Roxy nel Piano delle alienazioni immobiliari portata in Consiglio per l’approvazione continua a non convincerci affatto” ha detto il consigliere Gravina, fino a poche settimane fa sindaco del capoluogo. Per Gravina “l’inserimento dell’ex Hotel Roxy nel bando Invimit è qualcosa da valutare più come una remota e lontana eventualità che come qualcosa che possa portare risvolti concreti, inducendoci a pensare che molto più prosaicamente l’intenzione della Giunta regionale è quella di iscrivere, attraverso l’alienazione, il valore del bene a bilancio”.

gravina consiglio regionale

È stato il presidente della I commissione consiliare, Roberto Di Pardo, a spiegare la volontà di vendere l’immobile. “Il Roxy non è utilizzabile come uffici della Regione né sarebbe affittabile per i costi da sostenere per rimetterlo in funzione. Ha fatto bene la Giunta regionale a proporne l’alienazione per farlo diventare Casa dello Studente. Questo porterebbe una riqualificazione di un’area centrale della città e darebbe attrattività all’Unimol”.

La pianificazione resta in capo al Comune di Campobasso – ha chiarito il presidente Roberti -. L’interesse della città è che si tolga quel fabbricato fatiscente”. Il governatore si è detto nettamente contrario all’ipotesi project financing. “Dove sta il rischio di impresa? Io da sindaco di Termoli ne ho bloccati tre”. Poi ha fatto sapere che oltre all’ipotesi di farne la Casa dello studente c’è anche quella di renderlo sede della Corte dei Conti.

Entrambe queste possibilità non sono previste esplicitamente nella delibera. Critica quindi l’intera minoranza. “Anche dell’ipotesi di cui si è parlato di riconversione in studentato universitario dell’immobile o addirittura a sede della Corte dei conti, nella delibera, ovvero un atto di amministrazione e governo, non viene riportato alcunché” ha stigmatizzato Gravina.

“Non è corretto non sentire il sindaco di Campobasso su questo” ha sottolineato Massimo Romano aggiungendo che “è un errore non pensare al Roxy come sede della Regione e continuare a pagare questi canoni di locazione per le attuali sedi”. “Siamo contrari a un provvedimento in cui non c’è scritto nulla di quello che ci ha raccontato il presidente” ha detto Alessandra Salvatore. Per Micaela Fanelli “se ci sono delle alternative o una trattativa con la Corte dei Conti quest’aula lo deve sapere”. “La Giunta è caduta nel bluff politico del Governo che fa interessi spot promettendo migliaia di posti letto per gli studenti contro il caro affitti” secondo Andrea Greco. Favorevole a mantenere l’idea del project financing l’esponente Pd Vittorino Facciolla.

Dalla maggioranza è intervenuto Massimo Sabusco precisando che “il bene rimane pubblico. Senza lo student housing il Roxy resta destinato a sede regionale. Il project financing non lo voterò mai”. Roberto Di Baggio ha invece precisato che “l’alienazione riguarda solo l’immobile e non il parco urbano circostante”. Ha preso la parola anche l’ex assessore Nicola Cavaliere, che affermando di aver sostenuto l’ipotesi di farne sede della Regione, come voleva la Giunta Iorio in passato, ha annunciato la sua assenza alla votazione. Come lui, erano assenti alle votazioni anche l’assessore Andrea Di Lucente e l’ex assessore Vincenzo Niro.

Bocciati con 11 voti contrari e 7 a favore gli emendamenti della minoranza che chiedeva di inserire nella delibera la necessità di far rimanere parco urbano l’area circostante non trasformandola in una “colata di cemento” e di non rendere alienabile l’immobile nel caso in cui non avvenga la vendita tramite la piattaforma Invimit.

Resta ora da vedere se davvero qualcuno intende spendere 6 milioni per una struttura chiusa da circa vent’anni e poi farne un edificio nuovo e con quale futura funzione.

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