Il concerto

La leggiadria al piano, dalla Germania il Maestro Mundrov regala una ‘perla’ a TermoliMusica

Ancora un'appassionante performance per la stagione concertistica termolese che ha accolto "il poeta del pianoforte" Georgi Mundrov che ha eseguito in particolare brani di Chopin, Schumann e Debussy

Una poesia lunga quasi due ore: è stata questa l’esibizione – al pianoforte – del Maestro Georgi Mundrov ieri al cinema Sant’Antonio per TermoliMusica ’23. “Questo concerto è stato davvero una perla”, così nel salutare dal palco l’uditorio il direttore artistico Pino Nese. Invero di ‘perle’ la stagione concertistica termolese ne ha sempre regalate diverse ma quella del pianista bulgaro, di stanza in Germania dove si è formato, è stata però indubbiamente tra queste.

La serata inizia con un inedito siparietto tra il virtuoso musicista, con il suo italiano non perfetto, e il suo pubblico: “Pino vi ha fatto il test prima di entrare? No? Ora ve lo faccio io”. È la prova del battimano, a tempo si intende, e Mundrov la ‘saggia’ intonando al piano la celeberrima Marcia di Radetzky di Strauss. “Eccellente, il concerto può iniziare. Questo era solo il bis”, scherza poi il Maestro iniziando la sua esibizione con un valzer di Freyderyk Chopin. E la leggiadria inizia a sprigionarsi e il pubblico a lasciarsi cullare e avvolgere.
Si cambia ritmo poi con l’Habanera – che il Maestro spiega essere l’antesignano, europeo, del tango – di Claude Debussy.

Pianista mundrov concerto

L’affabile solista, che dopo ogni brano si alza e va al microfono per spiegare in breve la storia di cosa sta per suonare, esprime poi tutto il suo talento con la complessa opera Carnaval di Robert Schumann.
Poi il finale tumultuoso: “È una tradizione in Italia quella del finale furioso” scherza il pianista anticipando l’esecuzione della Polonaise, danza popolare il cui motivo è molto noto, di Chopin.

Pianista mundrov concerto

Tra il pubblico spicca una fila intera composta da giovani studentesse della scuola media, accompagnate dalle loro insegnanti di musica. E loro, come tutti, applaudono sentitamente l’artista che non può non concedere il bis. “Mi dicono che è tradizione, a Termoli non c’è concerto senza bis, ma vi ricordo che questo è il secondo perchè il primo l’ho fatto all’inizio”. Ed è – dopo le risate e la frenesia delle ultime ‘dancing keys’ – un finale ‘tranquillo’, che ha regalato armonia agli astanti avvinti dalle melodie eseguite (con talento, sì, ma anche anima e cuore), ancora con un brano di Schumann.

Poi, nel congedare il Maestro nativo della Bulgaria, il direttore Nese ha chiosato così: “Abbiamo trascorso una bellissima serata, è stato qualcosa di unico”, interpretando l’emozione affiorata un po’ in tutti. E infine l’arrivederci a domenica prossima: “Spargete la voce, avremo un’altra perla con Franco Mezzena al violino e Claudio Piastra alla chitarra”.

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