Khaled El Qaisi, il giovane studente italo-palestinese sposato con Francesca Antinucci di Campobasso e arrestato il 31 agosto scorso da Israele senza alcuna accusa, è (quasi) libero. Il 28enne è stato infatti scarcerato questa mattina, al termine della quinta udienza, dal tribunale di Rishon le Tzion che ha deciso la scarcerazione a condizione però che per 7 giorni l’uomo resti a disposizione delle autorità e lasci il passaporto in consegna. A quanto si apprende andrà a Betlemme per i sette giorni. Sarà ospite a casa di uno zio che si è offerto come garante, ma non è noto se potrà uscire dalla abitazione. Francesca Antinucci ha espresso sollievo ma non ha nascosto anche una certa preoccupazione perchè “nessuno di noi è ancora riuscito a parlare con lui” e perchè “al momento non può rientrare, fino all’8 ottobre c’è divieto di espatrio e obbligo di restare a disposizione delle autorità giudiziarie”.
Il caso del giovane, la cui moglie è di Campobasso, nelle cronache – anche nazionali, che fino ad un iniziale silenzio hanno iniziato ad occuparsi della vicenda – presenta (o presentava) il rischio di divenire un nuovo caso Zaki. Fino ad oggi infatti a carico di Khaled El Qaisi non è stata formulata alcuna accusa formale né possibilità di incontri con familiari e legali.
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Khaled è stato finora nella prigione di Petah Tikwa, in Israele, dove è stato quotidianamente sottoposto a interrogatorio, sempre senza la presenza del suo difensore, che ha potuto vederlo la prima volta solo dopo 15 giorni dal momento dell’arresto e che da allora lo ha incontrato tre volte senza mai poterlo assistere in un interrogatorio, “con modalità che sarebbero sanzionate in tutti i Paesi” aveva dichiarato il legale della famiglia Flavio Rossi Albertini.
Amnesty International ha accolto con ottimismo la decisione di scarcerare Khaled, che tuttavia resta per altri sette giorni a Betlemme, ai domiciliari, a disposizione delle autorità inquirenti israeliane. “Speriamo che al termine di questi sette giorni e dopo un mese di carcere senza sapere perché, questa storia finisca presto e bene” le parole del portavoce di Amnesty International Italia. In queste settimane c’è stata una forte mobilitazione nel portare attenzione sulla storia di Khaled. La vicenda è stata seguita da molto vicino anche da Italo Di Sabato, responsabile nazionale dell’Osservatorio contro le Repressioni, il quale oggi commenta: “E’ un primo passo, ora speriamo in una scarcerazione completa senza condizioni e che presto Khaled possa tornare in Italia”.
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