La riflessione

Halloween contro tutti i Santi? Una festa che non dà una prospettiva di vita e una speranza che festa è?

Le feste cristiane segnano il passo della nostra vita: ci dicono delle stagioni, del tempo che avanza, ricordarle dice la storia passata, presente in attesa di quella da venire.

Le feste, insomma, ci narrano di noi e noi possiamo narrarle e ricordare e ravvivare la nostra vita: Natale, Pasqua, feste della Madonna, tutti i santi e la commemorazione dei fedeli defunti.

La festa di tutti i santi e la commemorazione di tutti i fedeli defunti da oltre un millennio sono unite tra loro non solo come data ma anche nella visione e nel senso della vita oltre la morte. Dopo mille anni è bene ridirci l’importanza della festa dei santi e la commemorazione dei fedeli defunti.

Vita e morte, beatitudine e impegno nella vita, sono come temi che le due celebrazioni cercano di suggerire ai credenti. La vita dei beati non fa a pugni con la morte, i santi non negano il ricordo dei nostri cari, al contrario permettono di entrare nella visione di Dio, in quel regno che noi invochiamo essere di pace eterna.

Da alcuni decenni, però, si sta imponendo un’altra festa che non ha nulla a che vedere con i santi e i morti, è una festa che molti hanno definito “pagana”, commerciale che non appartiene per nulla alla tradizione cristiana europea del 1 e 2 novembre.

Halloween, la festa delle zucche vuote, vuote perché per noi italiani non ha senso celebrarla, non ne capiamo il vero significato. Halloween rimanda alla festa celtica di Samhain celebrata nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre. Nel calendario celtico il 31 ottobre segnava la fine dei raccolti e il passaggio all’anno nuovo. Venivano organizzate cerimonie per festeggiare il dio celtico della morte, Samhain.

Per allontanare gli spiriti maligni e i folletti si sistemavano zucche e lanterne sulla soglia delle case e così accogliere i morti che tornavano tra i vivi.

Halloween (è parola composta da hallow, “santificare”, ed eve, abbreviazione di evening, “sera” quindi: sera della festa dei santi, vigilia della festa dei santi) è diventata una festa commerciale (in Italia si spendono più 360 milioni di euro tra dolcetti e cioccolata, zucche, costumi e cene. In tutto il mondo la spesa supera i 5 miliardi di euro), una festa che al suo interno vuole “desacralizzare” e ridicolizzare e allontanare la morte.

 

Di certo è di origine americana, dietro c’è l’origine irlandese e, ancora dietro l’origine irlandese quella celtica.  Come per una matrioska: è celtica per gli irlandesi, irlandese per gli americani e americana per gli europei.

La parola halloween significa sera o vigilia dei santi. Come per ogni festa cristiana, anche quella di tutti i santi inizia la sera precedente (come per la vigilia di Natale o la notte di Pasqua).

Scrive don Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi di Roma: “I cristiani – grandi maestri della gioia e del festeggiare – inventarono la festa dei santi (e la commemorazione dei morti) per celebrare il fatto che la morte era vinta e che il duro male era ormai sconfitto. Di questo dobbiamo parlare ai bambini, spiegando il nome Halloween”. Prosegue don Leonardo, “i celti cattolici (gli antichi irlandesi) iniziarono a celebrare l’illuminazione della notte, le zucche che mettevano in fuga il male, il cielo che visitava la terra, i dolcetti che i morti portavano ai loro discendenti come segno del loro amore sempre presente e della loro intercessioni per i loro cari presso Dio, la sconfitta del male”. Le radici di questa festa sono celtiche, poi nel tempo cristianizzate e nel tempo resa commerciale.

tutti i santi

 

Mi sono sempre chiesto perché affascina e tira, in alcuni, di più halloween di tutti i santi e della commemorazione dei defunti. La risposta è semplice e nello stesso tempo un po’ drammatica: la debolezza e mollezza nel ri-dire e ri-dare alle giovani generazioni la bellezza delle nostre tradizione.

Andate da una persona anziana e parlategli di halloween, forse la zucca la cucinerà per bene. La fiacca degli adulti nel tempo ha rotto e tagliato con le convinzioni culturali e cultuali. Purtroppo i “grandi” detti adulti hanno lasciato correre e nel tempo si è persa la memoria e il fascino di celebrare la festa bella dei santi e il ricordo dei defunti.

Se non leghiamo santi e defunti non capiremo che queste due ricorrenze sono così unite da incoraggiarci nella speranza della vita e della vita oltre la morte. L’uomo non vive di dolcetti e scherzetti, tantomeno di travestimenti, ha bisogno di qualcosa di più per entrare in quel clima e in quella dimensione di eternità.

Halloween affascina, miete consensi soprattutto tra i più giovani, in apparenza sembra una festa per i bambini che innocentemente nel dire dolcetto o scherzetto dimenticano quanto è dentro questo rituale “macabro” di vestirsi da streghe, scheletri etc…

Non si tratta di fare una campagna contro la festa delle zucche arancione, si tratta semplicemente di riempire di senso le nostre di feste, di ri-dire e ri-dare alle celebrazioni festive il respiro e la vitalità.

Una festa che non dà una prospettiva di vita e una speranza che festa è?

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