In casa rossoblù

Campobasso, il direttore sportivo: “Essere qui è un privilegio, c’è una grande atmosfera”

Sergio Filipponi, nuovo direttore sportivo dell’Fc Campobasso, è arrivato sabato scorso in città. Ex attaccante della Sangiustese di Pantanetti ed ex osservatore di Perugia e Ascoli, oggi pomeriggio ha incontrato ufficialmente la stampa regionale per presentarsi e – soprattutto – rappresentare sensazioni e obiettivi futuri per i rossoblù.

Decisamente presto per tirare le somme, le impressioni del dirigente in merito alla società, alla squadra e alla piazza campobassana, sono  oltremodo positive.

“Da subito ho avuto un’ottima impressione – ha detto a margine della conferenza stampa – Intanto mi preme sottolineare la grande attenzione e disponibilità da parte della proprietà del Campobasso. Il presidente e il vice presidente hanno immediatamente messo sul tavolo la loro disponibilità a fare il massimo per questa squadra, e credetemi, per un dirigente questo aspetto è fondamentale. Poi l’atmosfera di calcio che si respira a Campobasso mi ha molto colpito. Sono entusiasta di tutto questo, gli ingredienti per fare e fare bene, ci sono tutti”.

Dunque per Filipponi c’è anche la squadra. Che ha già avuto modo di incontrare sabato pomeriggio (e poi domenica in campo contro il Senigallia) elaborando una panoramica tutto sommato positiva: “Ho parlato con la squadra – ha detto – ovviamente al momento soltanto poche cose ma avrò modo di confrontarmi con ognuno di loro nel corso dei prossimi giorni. Ma credo siamo tutti d’accordo nell’ammettere che, alla fine, le risposte le darà il campo in occasione di ogni match. E’ dal campo che capirò anche io chi merita Campobasso perché, lo ribadisco, per me lavorare per questa piazza è un privilegio. E cosi deve essere anche per ognuno di loro”.

E sono proprio calcio e singole partite che, finora, ogni finesettimana, hanno presentato ai tifosi un campionato tuttavia equilibrato: per vittore e numero di punti in classifica. Ma la proprietà rossoblù non ha amai fatto tesoro dei suoi obiettivi e su come raggiungerli il neo dirigente sportivo ha già qualche punto fermo: “La serie D è un campionato dove quattro giocatori su undici sono giovani quindi è un campionato dove bisogna correre, bisogna fare gruppo, dove tutte le partite sono difficili perché si gioca in campi dove tutti ti aspettano e quindi l’attenzione è massima, partendo da queste certezze, si costruisce un buon atleta la cui vita sana, spesso sacrificata ma rispettosa delle regole, degli allenamenti, delle indicazioni, diventa un fattore determinante per fare bene. Sempre. Credetemi che sono proprio queste le caratteristiche che poi fanno la differenza sul campo. Ovviamente i giocatori di qualità sono quelli che ci permetteranno il salto. E noi siamo qui per questo”.

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