A sollevare dubbi e forti preoccupazioni sulla messa in vendita per 6 milioni di euro dell’immobile di proprietà della Regione Molise è stato il Partito democratico. La consigliera regionale Alessandra Salvatore, che ieri in aula aveva cercato di modificare la delibera che inserisce nel piano delle alienazioni il Roxy chiedendo, assieme alle altre minoranze, che, nel caso in cui nessuno dovesse farsi avanti per l’acquisto l’immobile tornasse tra i beni inalienabili, è ripartita all’attacco stamattina.
“La delibera non dà certezze sulla fine di questa vicenda annosa: non sappiamo se sarà mai acquistato, non sappiamo cosa diventerà (si è parlato di uno studentato ma anche della nuova sede della Corte dei Conti), doveva diventare la nuova sede della Regione Molise che invece continua a pagare canoni di locazione e ora c’è il rischio che quegli uffici regionali vengano realizzati su quella che invece doveva diventare un’area di verde pubblico al servizio della città”.
L’accordo su quello che, dopo la visita di papa Francesco è stato ribattezzato Parco 5 luglio, potrebbe essere tradito a vantaggio di una sede regionale che non sorgerebbe più sulle macerie dell’ex Roxy ma alle sue spalle. “Il tutto senza concertare con la città di Campobasso – questo ha rimarcato il consigliere comunale Giose Trivisonno – un progetto che andrebbe discusso e vagliato con l’amministrazione di Palazzo San Giorgio”.
Del resto la proprietà è della Regione Molise “che l’aveva acquisita nel 2010 per fini istituzionali”, ma si trova al centro di Campobasso “dove è diventato inaccettabile questo degrado che deve finire il prima possibile” ha detto ancora Trivisonno.
Una posizione la sua che trova parzialmente d’accordo anche il capogruppo della Lega al Comune di Campobasso, Alberto Tramontano il quale, però, difende la scelta del presidente della Regione Molise Francesco Roberti e dalla sua maggioranza di inserire l’ex hotel nel piano regionale delle alienazioni. “Una scelta doverosa, necessaria e urgente – così commenta Tramontano – dopo anni di sterili chiacchiere, che non hanno fatto altro che far diventare l’ex Roxy un simulacro al degrado. Scelta ancor più condivisibile in merito all’ipotesi di utilizzare l’area per una struttura di ospitalità per studenti grazie ad Invimit, una società di gestione del risparmio del Ministero dell’Economia e delle Finanze. La città di Campobasso – qui l’affondo – ha bisogno di una riqualificazione ambientale e di ricuciture urbanistiche che l’attuale amministrazione comunale 5 stelle non ha saputo pensare e non ha saputo attuare. Bene hanno fatto Francesco Roberti e la maggioranza di centrodestra ad assumere una decisione che avrà come effetto preminente la rinascita e la riqualificazione di un’area abbandonata da anni. Ben venga la vendita dell’ex Roxy, non solo per fare cassa, ma per ridare decoro e servizi di qualità al capoluogo di una regione che non può più vivere di stenti e di sterili opposizioni strumentali”. (ad)
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