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Con droni e mini sottomarini per ripulire il mare di Termoli: trovata la posidonia, pianta che ‘cura’ i fondali

La pianta acquatica fondamentale per i fondali e contro l'erosione costiera è stata scoperta grazie all'utilizzo delle tecnologie usate dal progetto Emerim che punta a tutelare e salvaguardare la biodiversità marina

Con droni e mini sottomarini comandati da remoto e dotati di telecamere per scoprire come sta il mare di Termoli. Per trovare ed eliminare i rifiuti ma anche per riscoprirne le bellezze. “C’è una grande presenza di posidonia oceanica” rivela Domenico Guidotti, imprenditore della Guidotti Ships e della start up Innovation Sea che oggi insieme all’OP San Basso e alla Federpesca ha presentato a bordo della motonave Zenit il progetto ‘Emerim’ sulla “protezione e il ripristino della biodiversità degli ecosistemi marini e dei regimi di compensazione nell’ambito di attività di pesca sostenibili”.

“Agiremo con droni e rov – ha spiegato Guidotti -. Coi droni è possibile vedere dall’alto praticamente tutto, e non solo il brutto, cioè i cumuli di rifiuti, ma anche il bello. Abbiamo infatti visto che ci sono diverse aree dove è presente la posidonia oceanica”. Si tratta di una pianta acquatica mediterranea che ha un ruolo fondamentale nella stabilizzazione dei fondali e nella difesa delle spiagge dall’erosione costiera. In passato sembrava scomparsa dai fondali marini di Termoli e delle isole Tremiti ma negli ultimi anni si sta verificando una sorta di ritorno.

Il progetto Emerim presentato questa mattina al porto di Termoli vuole per l’appunto tutelare e salvaguardare la biodiversità del mare. È una sorta di continuazione dell’iniziativa Termoli Sea Cleaners che aveva visto protagonisti i pescatori nella pulizia del mare.

Sarà la prima volta in Italia” ha spiegato Giuseppe Nardone illustrando il progetto. “Sono stati individuate tre aree critiche, una interna al porto, l’altra esterna dove è stata trovata la posidonia e poi la parte nord del molo. Si inizierà individuando la fase di intervento, poi avverrà il monitoraggio aereo e subacqueo e quindi la pulizia dai rifiuti solidi e liquidi. La seconda fase prevede la collaborazione con i motopescherecci ed è anch’essa sperimentale. Verrà realizzata con la tecnica della pesca a volante che ormai dalle nostre parti non viene più utilizzata ma che altrove si usa per pescare alici e sarde. Un motopeschereccio e una barca di Innovation Sea trascineranno una rete a barre rigide per catturare i rifiuti. Questo sistema potrebbe essere attuato eventualmente in casi di emergenza per la pulizia del mare. C’è infine una fase di ricerca e innovazione con nuove procedure per la raccolta della plastica in mare”.

Anche stavolta ci sarà la collaborazione dell’Istituto industriale Ettore Majorana di Termoli, presente oggi con la preside Maddalena Chimisso. Per l’OP San San Basso il presidente Basso Cannarsa ha spiegato come “i pescatori sono sempre più coinvolti nella pulizia del mare. Con le nostre reti raccogliamo continuamente rifiuti e altro materiale portato dai fiumi come ad esempio il legno. Le nuove tecnologie ci danno una mano”.

Sono intervenuti alla presentazione diversi esponenti istituzionali, a partire dal comandante della Capitaneria di porto Sergio Mostacci, il presidente della Regione Molise Francesco Roberti, l’assessore regionale Michele Marone, il consigliere regionale Nicola Cavaliere, il vicesindaco di Termoli Nico Balice e il responsabile dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo Remo Di Giandomenico.

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