La replica

Assostampa non ci sta: “Lo sfascio della sanità è colpa di chi l’ha gestita, non dei giornalisti”. Dal San Timoteo: “Silenzio non è soluzione”

Dura nota di replica dell'associazione della stampa del Molise dopo le dichiarazioni del Governatore Roberti - che ieri l'altro aveva invitato i giornali ad essere prudenti con le notizie sulla sanità altrimenti nessuno verrà in Molise a fare il DG dell'Asrem - e del Commissario ad acta Bonamico. Interviene anche il Comitato San Timoteo

“Lo sfascio della sanità molisana è colpa di chi l’ha gestita negli ultimi 20 anni, non dei giornalisti che fanno il proprio dovere. Prima il Presidente della Regione, Francesco Roberti, ieri il Commissario ad acta, Marco Bonamico, hanno evidenziato che sul settore c’è “troppa pressione” dei media, che ne compromette l’immagine e non lo rende attrattivo”, inizia così la nota di replica dell’Assostampa Molise, presieduta da Giuseppe Di Pietro, dopo le ‘bombe’ sulla categoria gettate dai due esponenti – in ruoli diversi – di vertice per quanto riguarda la nostra regione.
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Così Di Pietro che, in rappresentanza della categoria, ha voluto ribadire i doveri deontologici dei giornalisti. “Bonamico è andato anche oltre nelle offese, quando ha sostenuto che si parla tanto di sanità perché ‘non c’è molto da scrivere’. Praticamente un mondo al rovescio, dove la politica e i manager negano le proprie responsabilità e accusano la stampa di denunciare sprechi, inefficienze, liste d’attesa infinite, 600 mln di euro di debiti, fornitori pagati dopo mesi, mancanza di medici, gestioni disastrose come quelle del covid, pronto soccorso intasati, dirigenti incapaci e tasse ai massimi livelli per i cittadini.
Ovvero, non si contesta la veridicità delle notizie, ma la loro divulgazione come elemento destabilizzante. Politici e manager non chiedono scusa per i fallimenti di commissari, sub commissari, direttori generali e pletore di dirigenti che si sono succeduti al comando della sanità molisana, ma puntano l’indice su chi racconta i fatti. La verità è che i medici italiani non vengono nella nostra regione perché sanno, dai loro stessi colleghi, quale situazione disastrosa troverebbero.
Il dovere deontologico di chi fa il nostro mestiere è, invece, quello di informare i cittadini sempre e comunque. Il patto tra lettori e giornalisti si basa su questo assunto che, ove mai venisse violato, intaccherebbe i valori su cui è incardinata la professione. Per quanto riguarda, infine, la sanità molisana, chi ha il dovere di condurla verso l’efficienza e fuori dal deficit inizi a lavorare e dimostrare le proprie capacità. I giornalisti saranno ben felici di raccontare anche le buone notizie”.
Il primo a sottolineare la portata delle dichiarazioni di Roberti, prima, e Bonamico, poi, era stato il consigliere regionale di opposizione Massimo Romano, che nel suo intervento (articolo sotto) aveva parlato di “dichiarazioni deliranti” e tentativo di mettere il bavaglio alla cronaca della sanità molisana. 
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E dei mali della sanità molisana torna a parlare oggi anche Nicola Felice, presidente del Comitato San Timoteo. Emblematico l’incipit del suo intervento: Sanità: il silenzio non sempre è oro!“Dalle ultime dichiarazioni rilasciate dal Commissario Bonamico agli organi di informazione si apprende che la nostra regione essendo piccola, e poco produttiva, genera un basso valore del PIL, che si ripercuote negativamente anche sul fondo sanitario regionale che viene aggiunto a quello assegnato dallo Stato. Motivo che può giustificare la richiesta di un maggiore ausilio da parte del Governo nazionale per garantire un servizio sanitario regionale tale da garantire il diritto alla salute come stabilito nell’art. 32 della nostra Costituzione .

Inoltre, pare che essendo scarsamente popolata pochi sono gli argomenti di discussione e quindi gli organi di diffusione sembrano, quasi, costretti a dare spazio ripetutamente a notizie, per lo più negative, sul servizio sanitario regionale, divulgando le criticità presenti dovute principalmente alla carenza di personale (medici, infermieri, tecnici…) negli ospedali, nel sevizio di emergenza-urgenza, 118 e elisoccorso, nella medicina territoriale ed altro ancora.

Motivo questo, sempre a parere del Commissario, e non solo, da giustificare la non attrattività da parte di professionisti sanitari per venire ad operare nel nostro servizio sanitario. Ecco il perché i ripetuti concorsi sono andati deserti; al più hanno visto la partecipazione di un numero di professionisti molto inferiore a quello richiesto nei bandi.

È indubbio che ciò non pone bene, ma è altrettanto motivo di apprensione negli stessi operatori sanitari, un servizio che si presenta fortemente claudicante al punto di garantire prestazioni intermittenti, anche nei reparti salvavita, con ricoveri solo per urgenze e blocco degli interventi in elezione. Questo è quanto avvenuto più volte al San Timoteo, unico ospedale presente nel basso Molise per una popolazione che supera in estate 200mila cittadini per la presenza dei turisti e vacanzieri.

Nello stesso tempo, forse, si devono ritenere ancor più negative le notizie, che sempre più si susseguono, dell’abbandono con dimissioni volontarie di medici specialisti dalla nostra Azienda sanitaria, per proseguire l’attività professionale presso altre strutture sanitarie pubbliche e/o private. Tra questi risultano persino medici specialisti, in servizio per diversi anni nei nostri ospedali, responsabili di reparto. Da aggiungere altri medici specialisti che assunti a tempo indeterminato, dopo un breve periodo (pochi mesi o un anno circa) di attività hanno abbandonato a favore di altri lidi.

Molti di questi casi si sono registrati al San Timoteo. Eppure Termoli è Città, a misura d’uomo, motrice economica del Molise con: importante Consorzio industriale, una significativa rete commerciale, meta turistica per la presenza del mare, con gli aspetti positivi nella vita privata anche per i residenti. A questo si aggiunge l’invidiabile posizione geografica che consente il facile raggiungimento delle altre aree del paese tramite: ferrovia, autostrada, porto, e aeroporto (Pescara, Foggia) a circa 100 chilometri. Ciò ci consente di escludere che tra le motivazioni che inducono i medici specialisti ed altri operatori sanitari ad abbandonare l’ospedale San Timoteo, con dimissioni volontarie dall’Asrem, ci sia Termoli Città.

Mentre riteniamo che ben altre sono le motivazioni che portano all’abbandono e che devono essere ricercate e risolte, in primis la carenza di personale, nell’ambito dell’organizzazione delle diverse strutture sanitarie e reparti non solo ospedalieri. Per troppo tempo la carenza di personale negli ospedali è sopperita con prestazioni aggiuntive e turni massacranti del personale ancora in servizio, con conseguente stato di stress non più tollerabile e una vita privata compromessa. A questo stadio chi può sceglie di abbandonare e trasferirsi dove sia la vita professionale che privata è più accettabile.

Pertanto si ritiene che la soluzione a questi problemi non sia tanto avere il “silenzio” su questi argomenti ma porre e porsi le domande giuste per giungere a soluzioni efficaci. Compito che spetta non solo alla dirigenza preposta ma all’intera classe dirigente politica ed amministrativa, con il supporto dei sindacati, associazioni di categorie, comitati e associazioni civici.

Questo Comitato continuerà come in passato, con solo spirito collaborativo, a prestare attenzione alla tutela della salute di tutti i molisani, per porre, senza allarmismo, all’attenzione dei decisori le problematiche esistenti o che potrebbero esistere in futuro.

Siamo certi che le recenti dichiarazioni hanno l’unico scopo quello di richiamare tutti alla responsabilità e collaborazione tale da fare uscire, il prima possibile, il nostro servizio sanitario dal “pantano” in cui versa da oltre 14 anni di commissariamento e 16 anni in piano di rientro dal debito sanitario. Anche perché in una democrazia matura non è minimamente pensabile che ‘l’asino oltre a non mangiare non può neanche ragliare’”.

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