San felice del molise

Per bruciare le stoppie provoca rogo che distrugge 54 ettari di terreno. In 10 giorni 3 denunciati per incendi in regione

Venafro, Santa Maria del Molise e San Felice del Molise. I carabinieri forestali hanno identificato anche la persona responsabile dell'incendio - colposo - che lo scorso 1 settembre ha divorato oltre 50 ettari tra bosco, oliveti, vigneti e terreni incolti in quest'ultimo comune. Un incendio per cui sono intervenuti 2 Canadair e diverse squadre di Vigili del Fuoco e Protezione Civile

Prima Venafro, poi Santa Maria del Molise, ora San Felice del Molise. Dal 30 agosto ad oggi – dunque in circa 10 giorni – 3 persone sono state identificate e denunciate quali presunti responsabili di incendi che hanno devastato il territorio.

L’ultimo in ordine di tempo riguarda l’incendio boschivo che ha mandato in fumo e cenere oltre 50 ettari di vegetazione, lo scorso 1 settembre, in località Bufalara nel comune di San Felice del Molise. I Carabinieri Forestali di Montefalcone del Sannio hanno individuato il presunto responsabile dell’episodio. Di seguito le immagini postate dalla Protezione Civile regionale quel giorno.

incendio san felice protezione civile

Anche in questo caso, come quello di cui si è avuta notizia ieri relativo a un episodio avvenuto i primi di settembre a Santa Maria del Molise, sotto accusa c’è la pratica di bruciare le stoppie, residui vegetali derivanti da lavorazione agricola, laddove ciò è vietato.

Ancora prima, per l’impressionante incendio che ha tenuto in scacco Venafro lo scorso 24 agosto  (e oltre) si è arrivati alla denuncia di un uomo di mezza età del posto che avrebbe appiccato volontariamente il fuoco.

Il caso di San Felice. Arrivati sul posto, i militari avevano immediatamente segnalato alla Sala Operativa Unificata Permanente della Protezione Civile la necessità di intervento del mezzo aereo, dovuta alle proporzioni che l’incendio stava assumendo, data anche la presenza di fattori meteoclimatici predisponenti.
Le operazioni di spegnimento, protrattesi per diverse ore, hanno richiesto l’impegno di due squadre A.I.B. della Protezione Civile, due squadre dei Vigili del fuoco e l’intervento di due Canadair che hanno effettuato dieci lanci.
Nonostante il dispiego di forze e l’impegno profuso dagli operatori AIB, l’incendio ha percorso venticinque ettari di bosco e ulteriori ventinove ettari di terreni incolti, uliveti e vigneti per lo più allo stato di abbandono.

 

Oltre alle operazioni di spegnimento del vasto rogo sono iniziate contestualmente anche le attività di indagine che hanno permesso di ricostruire la dinamica degli eventi. E gli accertamenti, basati sul Metodo delle Evidenze Fisiche, hanno condotto i militari sino al punto di origine del fuoco, individuato in un terreno interessato appunto dalla bruciatura delle stoppie in periodo di divieto e senza assicurare le misure di sicurezza prescritte dalla Legge regionale in materia.

In prativa la persona poi identificata, per ripulire il proprio terreno da stoppie ed erbe infestanti aveva appiccato il fuoco e, terminata l’operazione, si era allontanata dal posto senza accorgersi per tempo che lo stesso aveva ripreso vigore propagandosi velocemente sui terreni limitrofi e rendendo vani i tentativi di un familiare di spegnere il fuoco con mezzo meccanico.

L’uomo è stato dunque denunciato per incendio boschivo colposo. La pena prevista per questo tipo di reato è la reclusione da due a cinque anni, in virtù delle modifiche introdotte dal Decreto Legge 10 agosto 2023 n. 105 che ha novellato l’articolo 423 bis del C.P. con l’aumento degli edittali minimi per l’ipotesi dolosa (da 4 a 6 anni) e colposa (da 1 a 2 anni).

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