Campobasso

Omicidio Micatrotta, il pm chiede 21 anni e 3 mesi per De Vivo. “Esclusa premeditazione”. Via alle conclusioni della parte civile

La parte civile non è d'accordo: "De Vivo ha agito con premeditazione". Questa mattina, nell'aula della Corte d'Assise del Tribunale di Campobasso, si sono aperte le discussioni sul processo alle battute finali. Il Pm Viviana De Palma ha ricostruito la vicenda e chiesto una condanna a 21 anni e 3 mesi per GiovanniDe Vivo, oggi 39enne.

Il pubblico ministero ha chiesto 21 anni di carcere e 3 mesi per Giovanni De Vivo, oggi 39enne, accusato di omicidio. La pubblica accusa ha escluso la premedicazione dietro il delitto di via Giambattista Vico, avvenuto la notte fra il 24 e il 25 dicembre 2021, quando è stato ucciso Cristiano Micatrotta, 38 anni, a causa di un fendente alla gola.

Il processo è iniziato il 9 febbraio scorso in Corte d’Assise a Campobasso.

Questa mattina, nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Campobasso, dove Giovanni De Vivo imptato è presente così come accaduto per tutte le udienze, si sono aperte le discussioni. La prima a prendere la parola il Pm Viviana De Palma. Il magistrato ha ricostruito pedissequamente quanto accaduto quella notte smontando la possibilità sostenuta dalla difesa dell’imputato che nell’ambito del processo ha spesso indicato l’eccesso di difesa.

“Giovanni De Vivo, quella sera, ha ucciso in modo lucido. Il coltello era il suo e sapeva di dover incontrare almeno due persone”.  Il motivo dell’incontro la cessione di cocaina avvenuta al bar poco prima.

Omicidio micatrotta devivo

Il Pm ha anche riferito in aula, carte alla mano, che sul corpo di De Vivo “non ci sono segni di pestaggio” se non qualche escoriazione alla gamba e una “lieve tumefazione”, aspetti “riscontrati 15 giorni dopo la sua detenzione”.

La pubblica accusa non ha dubbi: De Vivo ha ucciso volontariamente. Ma ha escluso la premeditazione. “Escluso che il delitto sia stato premeditato – ha riferito in aula la De Palma – perché gli elementi per provarla, richiesti anche dalla Cassazione, non sono  comprovabili. Alla luce di tutto questo chiedo la condanna a 21 anni e 3 mesi di reclusione”.

La parola ora agli avvocati di parte civile: Fabio Albino (che rappresenta la compagna della vittima) e Roberto D’Aloisio (che rappresenta la famiglia della vittima). Subito dopo la prima arringa, quella dell’avvocato Mariano Prencipe.

Dopo la requisitoria del Pm, Viviana De Palma, si è rivolto alla Corte l’avvocato di parte civile, Fabio Albino. Subito dopo anche Roberto d’Aloisio.

 

Le conclusioni dell’avvocato Albino: De Vivo ha premeditato ogni cosa

L’avvocato Albino ha subito chiarito un aspetto: “Cristiano Micatrotta non era uno spacciatore. Le dichiarazioni, false, fatte da Giovanni De Vivo offendono e denigrano la figura di un giovane che da tutti è stato descritto come ‘bonaccione’, generoso, altruista, garbato, sportivo, lavoratore”. Secondo Albino è assurda ogni ricostruzione dell’imputato, perché: “Non dice nulla quando viene indicato come autore dell’omicidio. Non dice nulla quando lo arrestano. Non dice nulla neanche al compagno della madre che va in caserma. De Vivo, invece, è il primo che quella sera, giunta l’auto in via Vico, si avventa contro di loro colpendo prima Madonna (ferito ad una mano) e subito dopo Micatrotta”.
Secondo l’avvocato di parte civile, tutti gli elementi probatori non lasciano dubbi sul fatto “che è stato lui, Giovanni De Vivo, ad uccidere”. E che “Sempre lui ha cercato lo scontro, lo ha preparato, organizzato, voluto, lo dimostrano quel centinaio di messaggi inviati quella sera”.

Smonta l’ipotesi della “legittima difesa” perché “Nel momento in cui Di Mario è lontano dalla scena del delitto, Madonna è colpito ad una mano, qualora si volesse credere che De Vivo abbia disarmato Micatrotta, quando De Vivo si trova di fronte a Micstrotta, senza coltello, qui finisce la legittima difesa”.

E quindi il colpo discena: l’avvocato Albino (così come D’Aloisio) sostiene la premeditazione.
“L’imputato – conclude chiedendo la condanna per omicidio premeditato – il 24 dicembre 2021 li ha aspettati in strada perché era l’unica cosa che voleva era aggredirli, massacrarti, accoltellarli”.

La parola adesso al primo difensore dell’imputato, l’avvocato Mariano Prencipe.

 

 

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