La riflessione

L’eredità di Davide

Cosa ci lascia la lettera di addio alla vita di Davide Macciocco, il 40enne termolese che ha salutato tuti con una lettera su facebook prima del suicidio medicalmente assistito in Svizzera. Non solo una riflessione sul dolore e sul diritto consapevole a una scelta libera, ma anche un impegno collettivo a rimediare al vuoto legilativo su una questione che riguarda tutti e ha a che fare con la libertà. L'eredità di Davide è un inno all'amore ma anche un grido di denuncia.

Un lungo e commovente post sulla sua pagina Facebook….Davide Macciocco, ragazzo termolese di 40 anni ha scelto questo mezzo per comunicare ad amici e conoscenti il suo addio alla vita avvenuto a Zurigo con la procedura del suicidio medicalmente assistito.

Non conoscevo personalmente Davide anche se conosco alcuni dei suoi familiari, il suo ultimo saluto mi ha profondamente scosso come ha scosso un’intera comunità, la sua lettera è andata oltre i confini cittadini acquistando rilevanza nazionale e riaprendo, una volta ancora, l’eterno dibattito sulla Dignità del fine vita e sulla possibilità di una scelta libera e consapevole.

leggi anche
davide macciocco
La lettera d'addio
L’ultimo viaggio di Davide, 40enne termolese che ha scelto il suicidio assistito in Svizzera. “Amo la vita, per questo la abbandono”

Alla lettera di Davide non serve aggiungere nulla, è riuscito a comunicarci tutto con una Dignità ed un Coraggio ammirevoli di persona con una forza e dei valori non comuni, qualunque altro commento sarebbe mero esercizio di retorica.
Ed è riuscito a mettere d’accordo tutti nel rispetto profondo della sua scelta, la sua pagina Facebook è stata inondata di messaggi di vicinanza e di affetto per lui e per la sua famiglia, ho trovato molto misurato anche l’intervento del Vescovo De Luca che, pur in una fisiologica diversità di vedute data dalla posizione della Chiesa Cattolica sul fine vita, ha espresso sincero dolore e vicinanza alla famiglia lamentando l’assenza di strutture assistenziali e di ausilio per chi, come Davide, vive una
situazione così difficile.

Ma Davide nella sua lettera ci lascia un messaggio importante: “Questa lettera è rivolta anche alle istituzioni italiane affinché non venga preso nessun provvedimento giudiziario nei confronti di chi mi ha semplicemente accompagnato, o meglio dato un passaggio. Se c’è qualcuno da giudicare quelli sono i politici e il fatto che trovino difficile legiferare sulla morte volontaria assistita”.

A che punto è oggi il dibattito su una legge sul fine vita in Italia? Un dibattito che deve necessariamente partire dall’articolo 32 della nostra Costituzione che dispone che “ Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”…Già…i limiti imposti dal rispetto della persona umana troppo spesso violati nei casi Welby e DJ Fabo o per tutti quei connazionali che scelgono ogni anno la Svizzera per porre fine ad un cammino doloroso attuando una scelta libera e consapevole.

Lo Stato etico non è previsto dalla nostra Carta Costituzionale, lo Stato è laico e non confessionale, qui non si tratta di imporre una visione, né di entrare nelle scelte personali di ciascun individuo, civiltà giuridica e rispetto della Costituzione impongono a noi, ed in primis ai legislatori, di garantire un diritto; si può essere a favore o contro l’aborto, a favore o contro il divorzio, a favore o contro la scelta di porre fine consapevolmente alla propria esistenza, ma il diritto di poter scegliere va comunque e sempre garantito con una previsione di legge e con le attenzioni che una materia così delicata richiedono.

In Italia è garantita la sedazione palliativa che ha il solo scopo di eliminare o controllare i sintomi della malattia quando questi diventano insopportabili per la persona malata. Resta vietata invece l’eutanasia, permessa invece in in alcuni Stati tra cui l’Olanda, ovvero l’atto con cui un medico del Servizio sanitario nazionale, nell’esercizio delle proprie funzioni, pone fine alla vita, in modo immediato e privo di sofferenza, di un paziente che in modo consapevole ne abbia fatto esplicita richiesta.

Fino a 4 anni fa era vietato anche il suicidio medicalmente assistito ovvero la procedura in base alla quale il personale medico del Servizio sanitario nazionale fornisce al paziente ogni supporto sanitario e amministrativo necessario per consentire al medesimo di porre fine alla propria vita in modo dignitoso, consapevole, autonomo e volontario. E’ poi intervenuta la Sentenza n. 242/2019 della Corte Costituzionale che si è espressa sul processo a Marco Cappato, imputato per l’aiuto fornito a DJ Fabo per il suicidio medicalmente assistito. La Consulta non solo ha escluso la punibilità per la violazione dell’articolo 580 del Codice Penale (istigazione o aiuto al suicidio) ma ha anche consentito il suicidio medicalmente assistito nel rispetto di condizioni fondamentali e tassative (malattia irreversibile, patologia fonte di intollerabili sofferenze fisiche e psicologiche, paziente in grado di prendere decisioni consapevoli e che lo stesso sia dipendente da un trattamento vitale).

Ancor a oggi in Italia manca – e Davide lo ha ben ricordato – una legge che disciplini la procedura ed i necessari controlli e che stabilisca tempi certi ed adeguato ausilio al fine vita, garantendo la possibilità dell’obiezione di coscienza al personale sanitario. Nel vuoto legislativo statale vi è solo una proposta di legge della passata legislatura approvata dalla Camera e ferma al Senato si stanno inserendo le Regioni che stanno portando in discussione proposte di legge popolari per l’attuazione del suicidio medicalmente assistito, capofila tra esse il Veneto che riesce a garantire i necessari controlli e tempi certi per la procedura del fine vita libero e consapevole. La legge sul fine vita è una legge di civiltà che va oltre il credo religioso e le appartenenze politiche, la legge sul fine vita è di tutti, anche di coloro che in una condizione di estrema sofferenza non sceglierebbero mai questa strada, e sarebbe auspicabile che anche la nostra Regione si adoperasse per una proposta di legge da portare in Consiglio Regionale. Lo ha chiesto Davide, lo chiedono a gran voce tutti coloro che non si interrogano più sul se ci sarà una legge sul fine vita ma solo sul quando.

Ogni volta che rileggo la lettera di Davide mi commuovo, mi restano le sue parole ed i suoi insegnamenti: “Il dolore non è quello che dici, è quello che taci purtroppo.., ciò che conta è vivere con dignità, con decoro e senza paura… la vita è un diritto non un obbligo...”.
Davide non era obbligato a vivere ma di certo aveva il diritto di porre fine alla sua esistenza e alle sue sofferenze in modo libero e consapevole, magari salutando la vita con gli occhi rivolti a quel mare e a quella Termoli che amava tanto e non in una fredda clinica svizzera.

E’ questa la sua grande Eredità: il suo amore per la vita, la sua scelta libera e dignitosa, il suo grido di denuncia. Ciao Davide Uomo coraggioso e Maestro di Libertà.

Più informazioni
leggi anche
Collage Davide macciocco
La lettera-testamento
Mentre Davide si addormenta il suo Molise si risveglia e scopre il diritto a una morte dignitosa
vescovo de luca
Termoli
La scelta di Davide scuote la comunità, il vescovo: “Storia che interpella tutti. Nostro territorio carente”
commenta